Recensione Lost Soul Aside
di: Marco LicandroLost Soul Aside approda con ben poche lodi, sia da parte della critica, che da parte degli utenti. Lo sviluppo decennale, iniziato da un solo sviluppatore e che successivamente vide coinvolta la divisione China Hero Project di PlayStation, si conclude con l’uscita di un titolo ancora acerbo, privo di rifiniture, ma non per questo totalmente da scartare. Vi spieghiamo il perché.
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Il potere del drago
In una terra fantastica, dominata dall’impero, gli abitanti vivono in povertà. Abusati e maltrattati dalle stesse guardie imperiali che avrebbero il compito di proteggerli, alcuni di essi si riuniscono formando Glimmer, un gruppo di combattenti parte della resistenza, con lo scopo di opporsi alla tirannia dell’impero.
Kaser, il nostro abile protagonista, si recherà nella capitale imperiale per lanciare un’operazione di ribellione proprio nel cuore pulsante dell’impero, ma le cose si complicheranno nel momento in cui un misterioso nemico, proveniente da un’altra dimensione, giungerà sul luogo procacciando anime, tra cui quella di Louisa, sua sorella.
Nella sua missione per trovare il luogo in cui le anime sono riposte, e tentare quindi di salvare la sua famiglia, Kaser si imbatterà in Lord Arena, un drago dagli immensi poteri rimasto rinchiuso per un millennio, il quale si unirà allo scopo donandogli oltre alle sue conoscenze, anche le sue abilità, avventurandosi in un viaggio che li vedrà imbattersi in una moltitudine di nemici per salvare quindi non solo la sorella, ma il mondo intero.
Final May Cry
Se l’ispirazione di Yang Bing, sviluppatore originale di Ultizero Games, non fosse ovvia, una volta preso il pad alla mano sarà invece chiara come il sole. L’intero cast di personaggi, nonché alcune ambientazioni rurali e accoglienti e le sue musiche, ricorderanno in tutto e per tutto lo stile di Final Fantasy XV, del quale lo stesso protagonista in parte prende spunto.
Sul fronte gameplay, è ovvio invece che ci troviamo di fronte ad uno stile action à la Devil May Cry, proprio per la possibilità di alternare armi e combo durante combattimenti adrenalinici contro svariati boss e nemici, il tutto in rapida successione.
Quando non saremo in combattimento, il titolo offrirà alcuni scenari limitati da esplorare, parlando con alcuni personaggi o npc, o raccogliendo oggetti quali denaro e ingredienti, mentre per il resto del tempo affronteremo battaglie su battaglie in ambienti lineari ma variegati.
Inaccettabile
Andiamo a vedere ciò che più fa storcere il naso, così da capire il tipo di dettagli da tollerare, nel caso voleste giocare questo titolo.
Nonostante il titolo offra le solite opzioni grafiche Qualità e Prestazioni, con quest’ultima non è raro riscontrare abbassamenti di frame abbastanza evidenti durante tutto il titolo.
Le prime ore di gioco sono abbastanza sottotono, e la presenza di personaggi monodimensionali e privi di qualsiasi tipo di personalità non aiuta il giocatore ad immergersi nel mondo di gioco.
La trama inizia e si svolge in maniera pesantemente scontata, privandoci così di qualsiasi tipo di coinvolgimento, e lo stesso gameplay ha svariate cose che non vanno, dal combattimento stesso, a tagli brutali di musica tra un intermezzo e un altro.
Alcuni bugs sono stati corretti durante le prime patch, tra cui uno fastidiosissimo che muoveva la camera in maniera ballerina seguendo i movimenti 1:1 del personaggio durante la corsa, ma altri sono rimasti e il team ha già annunciato la volontà di correggergli, soprattutto nel prologo.
Durante i combattimenti, è facile capire come ci sia qualcosa che stona, ed è presto intuire come questo si attribuisca principalmente alla mancanza di impatto negli attacchi, che passano attraverso il nemico come se tagliassimo l’aria, unito anche ad un vago effetto di ritardo tra la pressione del tasto e l’effettivo attacco. La mancanza di vere e proprie combo segna forse pesantemente l’esperienza, dato che nonostante alcuni attacchi richiedano una combinazione o pressione specifiche, l’intero combattimento può essere concluso con la ripetizione continua di un tasto.
La possibilità di acquistare oggetti nel negozio, e la raccolta di materiali, sono due funzionalità aggiunte quasi per fare numero, visto che l’utilità di queste due funzioni rimane ancora dubbia. Benché teoreticamente utile bere pozioni che aumentano il vigore, ciò che davvero importa sono le pozioni per la salute, le quali non si possono acquistare né creare, e verranno riempite automaticamente in punti, a volte, troppo distanti tra loro, lasciandoci senza salute e rischiando di dover ripetere oltre 10 minuti di gioco ed esperienza in caso di morte. L’opzione di creazione, poi, offre solo la possibilità di creare un tipo di pozione, rendendo inutile raccogliere altri tipi di ingredienti, cosa che personalmente continua a rendermi perplesso.
Graficamente, nonostante quanto visto nei trailers, le cose sono abbastanza diverse, con diversi scenari scialbi che trasmettono una sensazione di poca cura generale, nonostante invece più avanti alcuni spiccano proprio per la loro bellezza.
Aggiungiamo una colonna sonora mediocre, e un doppiaggio inglese veramente pessimo, e capirete come la combinazione di tutte queste cose rende, per lo meno inizialmente, la sensazione di un titolo incompleto e approssimativo, afflitto da una mancanza di rifiniture al quale il pubblico console non è abituato.
Non solo contro
Vi sono sicuramente varie pecche estremamente visibili sin dal momento uno, tuttavia il gioco si estende per la durata di una ventina d’ore, ed è con il tempo che si impara ad apprezzarlo.
Nonostante infatti il titolo sia molto lineare, questo gioca a suo favore in una campagna estesa, grazie alla varietà dei paesaggi, e la sensazione di un proseguire costante. Quando non staremo lottando contro un boss, è possibile apprezzare una più che valida componente platform, dove le piattaforme spesso sospese creeranno una divertente sfida, in particolare quando ci verrà chiesto di trovare e toccare delle sfere nel giusto ordine, o raccoglierle tutte entro un tempo limite.
Personalmente, nonostante la povertà di ricompense, ho trovato queste sfide secondarie divertenti nonché utili per esplorare gli scenari. In particolare, al raggiungimento di una piccola zona aperta, il titolo ha dato veramente il meglio di sé, segno che inizialmente fosse stato pensato e strutturato per essere un mondo aperto, caratteristica dove la libertà di movimento e l’agilità del protagonista permettono di esplorare, in lungo e in largo, vaste zone in poco tempo, sfruttando anche la verticalità degli edifici.
I boss di gioco sono numerosi e variegati, e rappresentano il 70% dell’esperienza, dato che sfoggiano barre della salute multiple, e una combinazione di attacchi da memorizzare e schivare o parare al momento giusto, visto che i danni ricevuti sono particolarmente ingenti, e le pozioni limitate. Nonostante siate avvezzi al tipo di gioco, non sarà una sorpresa dover ripetere un boss due o più volte prima di riuscire a spazzarlo via.
Il titolo viene in vostro aiuto con oggetti d’equipaggiamento e potenziamenti per le armi, fornendo dei boost alle statistiche e permettendo di fare più danni, nonché ridurli fino a dimezzarli, tutto a vostra scelta.
Altra particolarità che giova al titolo, è il modo in cui il personaggio si arricchisca di armi e abilità con il passare delle ore: Kaser a 10 ore di gioco non sarà certamente lo stesso che durante le prime, grazie alla possibilità di cambiare arma al volo e plasmare il proprio stile di combattimento a seconda del nemico, puntando sui Parry, o sulla velocità, o sulla lenta forza bruta.
In conclusione
Per essere un progetto nato dalla visione di un singolo sviluppatore intento a creare una sua visione, in un certo senso, il suo traguardo è stato raggiunto: Lost Soul Aside è infatti una avventura longeva e discretamente varia, seppur nel complesso scialba, capace comunque di intrattenere per una ventina di ore. Tuttavia, il prezzo richiesto e soprattutto il marchio PlayStation che aleggia sul titolo, finiscono per generare aspettative che non vengono soddisfatte, complice una serie di problemi che ne penalizzano la qualità complessiva. Resta il rammarico per un’occasione mancata, mitigato solo da un sistema di combattimento che, preso isolatamente, sa comunque regalare dei bei momenti. Un vero peccato.