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Recensione Little Cities: Bigger

di: Simone Cantini

Sei tu un dio? Ok, lo confesso, questo incipit lo avevo già usato non molto tempo fa, tra l’altro per un gioco decisamente più calzante alla citazione in questione, ma a pensarci bene, se estrapolata dal suo contesto originale, la frase funziona bene anche con Little Cities: Bigger. In fondo, quando si tratta di approcciarsi ad un gestionale, per di più in salsa virtuale, viene facile lasciarsi andare ad improvvisi deliri di onnipotenza divina, visto che saremo noi, in primissima persona, gli architetti supremi di questi agglomerati urbani digitali. Quindi, almeno per una volta, lasciatemi beare di cotanto potere, per quanto circoscritto all’interno del raggio di visione di PSVR2.

Una città per gioco

Una volta avviato Little Cities: Bigger, ovvero la versione comprensiva di tutti i DLC rilasciati per il gioco base visto in origine su Quest, quello che ci troveremo davanti sarà un city builder estremamente accessibile ed essenziale, ma non per questo da prendere sottogamba. Il primo passo da compiere, prima di divenire progettatori provetti, sarà quello di cimentarsi nell’esaustivo tutorial, ovvero un livello di prova completo di tutte le meccaniche che troveremo nella campagna, ma anche nella modalità sandbox. La prima opzione, ci metterà dinanzi ad alcune isole, che sbloccheremo man mano che avanzeremo, ed il nostro compito (come nel tutorial) sarà quello di far raggiungere alla città che vi edificheremo sopra un determinato livello di complessità. Per riuscirci non dovremo fare altro che piazzare le strutture che, ad ogni aumento di grado, ci verranno rese poco alla volta disponibili, fino al completo riempimento di ogni spazio disponibile sulla superficie. Il core gameplay ruoterà tutto attorno al bilanciamento di industrie/alloggi/luoghi di svago, con un chiarissimo indicatore che ci permetterà di tenere sempre agilmente sotto controllo l’aspetto da prediligere. Naturalmente questa non è che la punta dell’iceberg, dato che non sarà sufficiente combinare a dovere questi 3 elementi per garantire la prosperità della città, oltre alla felicità dei cittadini.

Ecco, quindi, che procedendo lungo il nostro compito avremo accesso a nuove strutture, come stazioni dei pompieri, commissariati di polizia, scuole e molto altro, che serviranno tanto a garantire l’incolumità dei nostri cittadini (e delle strutture), ma anche a fornire boost al loro benessere. Importantissima, in tal senso, sarà la disposizione dei vari elementi architettonici, che non potranno essere eretti in maniera completamente casuale ma, come ogni buon architetto urbano insegna, dovranno essere sistemati con un certo criterio: costruire un complesso residenziale davanti ad una fumante fabbrica, non potrà che rendere infelici i vari condomini, così come piazzare un ripetitore telefonico a distanza siderale dalle abitazioni, porterà a scontentezza dovuta al digital divide. Tante piccole accortezze che serviranno anche a mitigare gli imprevisti ambientali che, di tanto in tanto, si divertiranno a creare scompiglio tra le vie. La giusta disposizione, comunque, non sarà l’unica discriminante per il successo, visto anche l’occhio vuole la sua parte: ad un certo punto saranno disponibili semplici elementi puramente estetici, che andranno a rimpolpare il valore dei punti stile, necessari per completare anche questi semplici task accessori. Combinarli con i giusti edifici, inoltre, garantirà un bonus di punteggio, situazione che ci porterà a sperimentare per trovare di volta in volta le combinazioni più profittevoli.

Progettare con lentezza, pure troppa

Tutto oro quel che luccica in Little Cities: Bigger? Beh, non proprio, dato che a dispetto di una serie di meccaniche intuitive e molto semplici da padroneggiare, si accompagna una certa linearità di fondo, che potrebbe scontentare chi è in cerca di un city builder più complesso e sfaccettato. Oltre a tenere sotto controllo le tipologie di edifici richiesti dalla comunità, difatti, non potremo fare molto altro, che sia intervenire sui dettagli delle strutture oppure su altri parametri. A minare ulteriormente un poco la situazione ci pensa la lentezza del tutto, data l’impossibilità di far scorrere velocemente il tempo di gioco. Una situazione che crea un certo stallo quando si è a corto di denaro, e si è in attesa di vedere rimpolpate le casse alla fine di ogni settimana (virtuale) di gioco. Il limite massimo della produzione firmata Purple Yonder Limited, comunque, resta la citata assenza di tutti gli elementi di microgestione in grado di fare la felicità degli amanti dei gestionali a 360°. Ma che possono spaventare chi è in cerca di un titolo più leggero ed abbordabile, che poi è il target a cui Little Cities: Bigger è smaccatamente rivolto.

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Tutto sotto controllo

Questa semplicità di fondo, si applica anche all’interfaccia utente, che proprio per la sua essenzialità si dimostra ben adatta alla fruizione in ottica realtà virtuale. I vari menu di gioco, difatti, saranno accessibili unicamente attraverso una sorta di smartwatch posto sul nostro avambraccio sinistro, che potremo consultare in modo assai intuitivo come se fossimo nel mondo reale. Nessuna scritta a schermo, dunque, a meno che non sia questo il nostro desiderio, situazione che ci permette di avere sempre al centro dell’attenzione il campo di gioco. La stessa grafica, per quanto parimenti essenziale, è risultata essere molto carina e colorata, oltre che dettagliata nonostante la sua semplicità. Non mancano poi delle piccole chicche accessorie, come balene che di tanto in tanto spunteranno dal mare, mongolfiere o aerei pronoti a solcare i cieli (che attiveranno il feedback aptico sul visore qualora ci trovassimo ad incrociarne la traiettoria con la testa). Nella norma il sonoro, con una partitura musicale forse un po’ troppo insistente e ripetitiva, che potremo comunque escludere alla bisogna.

Amate i city builder ma ne odiate la a tratti soverchiante complessità? Allora Little Cities: Bigger è sicuramente il titolo che fa per voi, visto il modo assai essenziale ed intuitivo con cui permette di dare vita alla città dei vostri sogni. Parimenti, se sono proprio statistiche e variabili le vostre compagne di viaggio quando si tratta di progettare una città, il titolo Purple Yonder Limited potrebbe stancarvi rapidamente, dato la sua intrinseca essenzialità di fondo. Se inquadrato nella giusta prospettiva, però, il gioco in questione rappresenta una buonissima new entry all’interno della ludoteca PSVR2, che farà senza dubbio la felicità di chi è in cerca di un’esperienza gestionale più leggera e spensierata.