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Recensione LEGO Worlds

di: Federico Lelli

LEGO è nelle mani di TTGames e di Warner Bros da anni ormai e a pensarci bene sembra strano che non abbiano mai pensato di creare un titolo che sfruttasse pienamente la caratteristica principale del marchio danese: le costruzioni.

LEGO Worlds risponde proprio a questa esigenza e porta sulle nostre console un titolo che dà la priorità alla parte più creativa senza però dimenticare l’esplorazione e un pizzico di avventura.

https://www.youtube.com/watch?v=iAcPkCaRTz0

Mondi infiniti…

Passati i menù iniziali buoni solo per scegliere lo slot di salvataggio e decidere se iniziare una sessione offline o online vestiamo i panni di un astronauta in caduta libera verso un mondo dei pirati; questo ambiente, insieme ai successivi due pianeti dove andremo, servirà da introduzione per le meccaniche di gioco e per gli attrezzi che saremo in grado di utilizzare.

Sotto forma di missioni infatti ci si presenteranno diverse sfide da affrontare grazie alle possibilità offerte dai nostri strumenti: scoprire e catalogare nuovi pezzi, appiattire il terreno verso l’alto o verso il basso, copiare intere costruzioni, dipingere i mattoncini e, ovviamente, costruire pezzo per pezzo.

Usciti dai primi tre mondi che fanno da tutorial avremo abbastanza mattoncini dorati (recuperati al completamento delle missioni) per usare il nostro razzo nella serie di mondi più piccoli generati in maniera procedurale dove l’andazzo è più o meno sempre lo stesso: scoprire nuovi personaggi e mattoncini, superare missioni assegnate dagli NPC per guadagnare ulteriori mattoncini d’oro e scoprire mondi sempre più grandi e diversi o ignorare tutto e mettersi a costruire liberamente quello che vogliamo.

I temi specifici di ogni ambiente danno vita a personaggi e pezzi tipici di quella zona: in questo caso per trovare la minifigure del cavernicolo dovrete scoprire un mondo a tema preistorico, mentre per sbloccare maiali, pecore e trattori uno a tema agricolo.

Arrivati a questo punto la sensazione è quella di trovarsi in un No Man’s Sky in salsa LEGO: tante cose a riempire lo schermo, con migliaia di pezzi da scoprire e catalogare con il valore aggiunto di poter cambiare attivamente il territorio con i pezzi messi a nostra disposizione.

…mattoncini finiti

Il problema è che finiti i primi tre mondi la già esile parte narrativa lascia totalmente il passo all’esplorazione e alla costruzione mostrando il fianco a diversi problemi del titolo: il primo e più importante è relativo alla ripetizione di mondi e ambienti che pur se procedurali sembrano sempre troppo simili tra loro e, a parità di tema, sempre con gli stessi elementi a popolarlo.

Ci accorgiamo presto che anche le missioni sono proposte in maniera procedurale sempre allo stesso modo e che molte di queste, soprattutto quelle relative alla costruzione, sono solo un invito alla creazione, proprio perché il gioco non può controllare la nostra opera finale. Quindi finiremo con il poggiare il numero minimo di pezzi giusto per guadagnare il mattoncino d’oro il prima possibile.

L’esplorazione procede normalmente, a patto di incontrare mondi sempre nuovi, altrimenti ci troveremo a scansionare sempre gli stessi pezzi e neanche i costruttori avranno vita semplice, visto che quasi tutti i mattoncini sono bloccati all’inizio e l’unico modo per sbloccarli è trovarli nei forzieri nascosti in giro o placcando dei mostri che compaiono in maniera completamente casuale. Non aiuta neanche l’editor specifico per la costruzione, scomodo da usare col pad e con un’interfaccia decisamente problematica.

Si aggiunge una trascurabile componente survival dove verrete attaccati da animali e mostri nel corso della notte che rimane però troppo superficiale per intrattenervi.

Anche a livello tecnico non si può certo gridare al miracolo: la struttura dei mattoncini già aiuta gli sviluppatori a scendere a diversi compromessi grafici sull’uso di poligoni e texture ma nonostante questo non sarà raro imbattersi in piccoli problemi, ritardi nel caricamento di aree e altri simpatici bug.

Lego Worlds sembra nato con la sola idea di fornire al pubblico un’ibrido tra No Man’s Sky e Minecraft senza però capire esattamente il fallimento del primo e il successo del secondo: come il primo gioco l’esplorazione fine a sé stessa e la presenza di mondi procedurali senza anima alienano il giocatore, a differenza del secondo non riesce a offrire né un’esperienza survival decente né una modalità di costruzione particolarmente avvincente. È un peccato perché la base non è neanche pessima e probabilmente una volta scoperti abbastanza pezzi e preso confidenza con l’editor, ci sarà sicuramente chi riuscirà a divertirsi a lungo con le proprie creazioni.

Sperando in un futuro dove i pezzi si incastrino tutti al posto giusto al momento vediamo il potenziale ma l’esecuzione finale è poco più che sufficiente.