Recensione Lego City Undercover
Negli ultimi anni abbiamo visto un rifiorire del brand Lego, tanto caro a noi giocatori più grandicelli, grazie ad una serie piuttosto vasta di videogiochi decisamente interessanti confezionati dai ragazzi di TT Games.
Forti di un gameplay immediato e di una comicità semplice ma d’effetto, grazie a parodie intelligenti e ben congeniate, si sono ritagliati un angolo nel cuore dei videogiocatori, fino a diventare un appuntamento fisso all’uscita di un nuovo film o un nuovo tormentone da trasformare in versione mattoncini. Lego City Undercover rappresenta una voce fuori dal coro: non appoggiandosi a nessun film o fumetto avrebbe potuto non avere la giusta spinta commerciale necessaria a questa tipologia di giochi, ma fortunatamente non è andata così. I TT Games in collaborazione con Nintendo hanno sfornato un ottimo sandbox in salsa Lego che ha avuto un buon successo di pubblico e critica. Risulta quindi piuttosto ovvio l’arrivo di un capitolo 3DS della serie, meno ovvio, invece, che il capitolo in questione sia un titolo dedicato e non un semplice porting. Lego City Undercover: The Chase Begins è infatti un prequel del capitolo WiiU.
di: Andrea "Macchiaiolo" Barbara
Negli ultimi anni abbiamo visto un rifiorire del brand Lego, tanto caro a noi giocatori più grandicelli, grazie ad una serie piuttosto vasta di videogiochi decisamente interessanti confezionati dai ragazzi di TT Games.
Forti di un gameplay immediato e di una comicità semplice ma d’effetto, grazie a parodie intelligenti e ben congeniate, si sono ritagliati un angolo nel cuore dei videogiocatori, fino a diventare un appuntamento fisso all’uscita di un nuovo film o un nuovo tormentone da trasformare in versione mattoncini. Lego City Undercover rappresenta una voce fuori dal coro: non appoggiandosi a nessun film o fumetto avrebbe potuto non avere la giusta spinta commerciale necessaria a questa tipologia di giochi, ma fortunatamente non è andata così. I TT Games in collaborazione con Nintendo hanno sfornato un ottimo sandbox in salsa Lego che ha avuto un buon successo di pubblico e critica. Risulta quindi piuttosto ovvio l’arrivo di un capitolo 3DS della serie, meno ovvio, invece, che il capitolo in questione sia un titolo dedicato e non un semplice porting. Lego City Undercover: The Chase Begins è infatti un prequel del capitolo WiiU.
Poliziotto tuttofare
Chase McCain è un superpoliziotto, lo abbiamo seguito in missione nel tentativo di catturare Rex Fury e abbiamo potuto saggiare le sue abilità, ma abbiamo potuto anche notare che nel suo passato si nascondevano delle ombre. Il capitolo 3DS nasce proprio con l’intento di chiarirle, seguendo il giovane Chase dall’arrivo a Lego City come semplice poliziotto fino allo scontro con il terribile Rex Fury, suo futuro acerrimo nemico. Ovviamente non è necessario aver giocato il capitolo WiiU per poter apprezzare pienamente il gioco, ma sicuramente aiuterebbe a cogliere i tanti rimandi e i cambiamenti dei vari comprimari presenti nella storia o anche l’evoluzione stessa della città a distanza di anni.
Il giovane poliziotto si trova in questo episodio alle dipendenze dello scontroso Dunby, non ancora a capo della polizia, posto attualmente ricoperto dal futuro sindaco Gleeson. Le prime missioni saranno di ordinaria amministrazione, ma piano piano il nostro Chase riuscirà a farsi notare sia dal capo della polizia che dalla bella Natalia, giornalista rampante del quotidiano locale e sua futura fiamma.
La struttura rimane identica al capitolo WiiU: Lego City è una città liberamente esplorabile sia a piedi che con i numerosi veicoli a disposizione. In questa versione a differenza del capitolo per console home, per venire incontro ai forti limiti della portatile Nintendo si è optato per una divisione in macroquartieri da caricare di volta in volta. Le situazioni che il nostro eroe si troverà ad affrontare sono decisamente varie e cariche dello humour tipico della serie. Passeremo dal salvare operai intrappolati sopra gru al radunare maiali nei recinti cavalcandoli o all’inseguire criminali saltando di palazzo in palazzo in pieno stile parcour e così via. Chase, con l’avanzare della storia sbloccherà nuovi costumi e con loro nuove abilità per risolvere le missioni e per raggiungere i moltissimi collezionabili sparsi per la città.
C’è nessuuuno?
Il passaggio da una console come WiiU ad una console come il 3DS non poteva essere indolore, questo crediamo sia chiaro a tutti, ma i TT Games non hanno voluto rinunciare all’offerta di gioco del capitolo maggiore e hanno cercato di riprodurla fedelmente anche in questo episodio. I limiti prestazionali della portatileNintendo hanno però costretto a forti ridimensionamenti in questo processo.
Uno di questi è la già citata divisione della città in macroquartieri con i conseguenti caricamenti per passare da una zona all’altra che spezzettano l’esperienza di gioco, soprattutto in fase esplorativa.
Un altro molto evidente è la scomparsa di quella folla di personaggi che avevano il pregio e unica funzione di dare vita alla metropoli: in The Chase Begins, i cittadini compaiono a pochi metri virtuali dal protagonista per poi scomparire dopo altrettanti metri, dunque se a piedi la cosa potrebbe essere ancora accettabile soprassedendo sul bassissimo numero di questi ultimi, a bordo di un veicolo diventa imbarazzante, con i personaggi che compaiono poco prima di essere investiti. I limiti della portatile sono evidenti anche nell’uso di texture decisamente sotto tono che se messe in primo piano lasciano l’amaro in bocca. Di contro possiamo confermare che il titolo è solido e molto fluido, girare l’intera zona è piacevole e sempre pieno di sorprese grazie ai collezionabili, siano questi personaggi sbloccabili o mattoncini per le costruzioni, nascosti in posti impensabili e raggiungibili solo tramite abilità speciali. La sensazione di solitudine è però molto forte a dispetto della versione WiiU.
Un altro punto a sfavore è il buonissimo doppiaggio utilizzato solo per le cutscene mentre l’uso di semplici dialoghi scritti volti a portare avanti la storia getta una grande ombra sulla tipica comicità della serie, visto che molte gag sono tradizionalmente realizzate con semplici mimiche. Abbiamo anche notato che le citazioni ai numerosi film e romanzi che rappresentavano l’ossatura della storia del primo capitolo sono presenti in numero decisamente inferiore andando anche questo ad incidere sul bilancio umoristico.
Costruzioni traballanti
La sensazione che traspare nel portare avanti il gioco è di un prodotto affrettato per cavalcare l’onda del successo del primo capitolo. Con questo non vogliamo dire che il risultato sia pessimo, anzi per chi apprezza il gioco portatile troverà un buon gioco piacevole e strutturato per brevi sessioni grazie alla frammentazione delle missioni che ci troveremo a dover completare in micro compiti, con i loro checkpoint. Una regia attenta durante le cutscene strapperà sicuramente qualche sorriso anche ai più musoni e la voglia di collezionare tutto il possibile spingerà ad esplorare in lungo e largo la cittadina di Lego Citygarantendo una buona longevità, a patto di accettare una realizzazione tecnica altalenante e una sensazione di solitudine che permea l’intera avventura.