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Recensione L’arcade targato Namco ha le gomme sgonfie

Un nome storico per gli utenti Sony, sebbene non si tratti di un'esclusiva. Ridge Racer al lancio di ogni nuova console della casa nipponica è sempre stato puntuale all’appuntamento, presentandosi come un gioco immediato senza alcuna pretesa di simulazione.

di: Claudio "Evil_Sephiroth" Perfler

Un nome storico per gli utenti Sony, sebbene non si tratti di un’esclusiva. Al pari di giochi come WipeoutRidge Racer al lancio di ogni nuova console della casa nipponica è sempre stato puntuale all’appuntamento, presentandosi come un gioco immediato senza alcuna pretesa di simulazione.

Si potrebbe quasi affermare con sicurezza che su una console portatile, senza alcuna possibilità di utilizzare periferiche appositamente studiate per un racing game, un gioco così marcatamentearcade sia perfetto.
Onestamente speriamo che nessuno lo abbia mai pensato, perché dopo ben 17 uscite Namco ha mostrato come sia possibile peggiorare e creare un gioco che letteralmente “non s’aveva da fare”.

Ridge Racer per PS Vita è semplicemente l’esempio di un titolo inutile, non in grado di offrire la benché minima sfida e incapace addirittura di lasciarsi giocare, complice un modello di guida inesistente anche per un’esperienza totalmente arcade.
Le modalità a disposizione e i contenuti sbloccabili presenti sarebbero potuti essere interessanti per i fan, se non fosse stato necessario prendere parte a decine e decine di gare semplicemente identiche fra di loro, sia nello svolgimento che nell’aspetto visivo, complici piste ed ambientazioni totalmente anonime e mal realizzate.
Dilungarsi in spiegazioni per un titolo di tale negativa portata sarebbe quantomai superfluo, vi basti sapere che la parte meglio realizzata e accattivante dell’intero Ridge Racer è il menù iniziale. 
Caldamente sconsigliato.