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Recensione Kingdom New Lands

di: Giovanni Manca

Lo scorso anno degli amici, un po’ scherzando sui miei gusti vintage e sulla mia passione per i giochi strategici, mi avevano consigliato di dare un’occhiata ad un gioco indie per PC, Kindom. Vuoi per mancanza di tempo, vuoi per la mia atavica idiosincrasia per tutto quello che è pixel art, non lo avevo giocato neppure un nanosecondo. Ecco che allora interviene il karma che mi assegna la versione Xbox One di Kingdom: New Lands, edizione riveduta è corretta del titolo creato da Thomas van der Berg e Marco Bancale, bolognese trapiantato in Islanda da ormai dieci anni.

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Un pixel a cavallo

Kingdom è un gioco strategico a scorrimento laterale con grafica realizzata in pixel art secondo lo stile 8/16 bit anni ’90, quest’ultima, caratteristica che abbiamo ormai sperimentato in numerose produzioni recenti. Il protagonista del gioco è generato casualmente, sia nell’aspetto che nel genere, un re o una regina che in sella ad un cavallo deve costruire e difendere il suo regno, e ottenere le risorse necessarie per lasciare l’isola a bordo di una nave e…costruire un altro regno su un’isola nuova, più complessa, ricca e pericolosa. Le isole sono cinque in totale, generate casualmente ma sempre con gli stessi elementi, quello che cambia è la loro dislocazione. E’ più difficile illustrare le meccaniche di gioco che metterle in pratica, tanto il sistema ideato è semplice e intuitivo. Nello scenario bidimensionale, in sella al nostro cavallo, gestiamo il nostro regno spendendo le nostre monete, durante la cavalcata ci si imbatte nei vari elementi da costruire o ingaggiare, fortificazioni, botteghe, fattorie, mercanti, arcieri, soldati e molto altro, senza dimenticare i vari upgrade di tutti questi elementi. Tutto ha un costo e, come in tutti i giochi strategici e gestionali, la difficoltà è rappresentata dalla gestione delle risorse, trovare il giusto bilanciamento tra le strutture che generano finanze e quelle che sono necessarie per la difesa. Esseri oscuri e cattivissimi attraversano un portale solo per attaccarci, rubare i nostri tesori, rubare le monete agli abitanti del nostro regno e strapparci la corona. Un aspetto molto interessante, curato e che aumenta discretamente la profondità strategica è il ciclo delle stagioni e quello giorno/notte dal momento che ciò incide su quasi tutte le dinamiche di gioco. Una critica negativa che possiamo muovere riguarda sicuramente il tempo che spesso si passa stando fermi, quando ad esempio non abbiamo monete sufficienti per i nostri investimenti ed è di conseguenza necessario aspettare. Altra nota negativa, più grave, è che spesso la gestione dei meccanismi di difesa si comporta in modo incoerente e casuale.

Una corona che luccica

Personalmente Kingdom: New Lands è stata una piacevolissima sorpresa e uno degli indie game che più mi ha catturato negli ultimi anni. E riallacciandomi a quanto detto nell’introduzione, devo ammettere che anche la realizzazione grafica in pixel art è riuscita a stupirmi in positivo. New Lands è un tipo di esperienza videoludica che ha pochissimi confronti, soprattutto nell’ambito console, e anche per questo, oltre che per la sua qualità, potremmo considerarlo come un titolo da provare assolutamente.