Recensione King Oddball
di: Simone CantiniIn principio ci pensò Angry Birds a far scoprire ai giocatori più mobili del pianeta la gioia della distruzione. Da lì a veder proliferare tutta una serie di cloni, più o meno riusciti, che mettevano sul piatto un motore fisico credibile, affiancato dagli immancabili ostacoli da debellare, il passo fu veramente breve. King Oddball fa parte di questa nutrita schiera di emuli e, dopo essere approdato praticamente ovunque, ha visto bene di fare l’immancabile capatina anche sulle home console attualmente in commercio. Al che, come sempre in questi casi, mi pongo l’atavica domanda: il passaggio dal piccolo al grande schermo sarà giustificato?
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Ne ferisce più la lingua…
Nessuna trama, nessun preambolo né introduzione: pronti via e si parte subito. In King Oddball prenderemo immediatamente il controllo del sovrano del titolo, una stramba sfera dotata di una lunghissima lingua prensile il cui compito sarà quello di debellare le armate che stanno invadendo il mondo. Per farlo il nostro rotondo regnante potrà contare sulle sue abilità oscillatorie, unite alla capacità di afferrare con la sua rosea appendice delle pietre che dovrà scagliare, similmente a quanto avviene nel best seller di casa Rovio, contro le innocue milizie disseminate per i brevi livelli che compongono l’avventura. Per riuscire nell’impresa dovremo e potremo fare unicamente affidamento alle nostre capacità di analizzare il movimento del re: questi, posto in una posizione fissa all’interno dei vari schemi, farà oscillare lingua e proiettile in maniera del tutto simile a quella di un pendolo. Premendo al momento opportuno un tasto del controller faremo partire la pietra e non dovremo fare altro che attendere gli effetti dell’urto. Se avremo giocato bene le nostre carte, oltre ad aver studiato il terreno di gioco, daremo origine a devastanti distruzioni a catena, utili per incrementare il numero di pietre a nostra disposizione per completare lo schema, il cui numero iniziale sarà sempre pari a tre. Se è vero che i primi schemi, come vuole la tradizione, potranno essere superati agevolmente senza particolari sforzi cerebrali, le cose si faranno via via più complicate mano a mano che proseguiremo nel gioco, soprattutto nel momento in cui entreranno in campo scudi, muri sempre più ostici da abbattere e una configurazione architettonica degli ambienti ovviamente più complessa. La progressione, sotto questo punto di vista, è davvero ben calibrata, peccato sia minata dalla casualità di fondo che affligge il gameplay di King Oddball: comprendere alla perfezione gli effetti dei lanci, specie nelle fasi avanzate di gioco, è quanto mai farraginoso e non saranno rari i colpi che, pur apparentemente maldestri, finiranno per fare inspiegabilmente piazza pulita di tutti gli inermi avversari presenti sullo schermo.
Variazioni sul tema
L’offerta ludica di King Oddball è ovviamente molto limitata, dato che superare gli oltre 120 livelli base non porterà via troppo tempo. Fortunatamente i ragazzi di 10tons hanno visto bene di incrementare il parco schemi grazie ad una serie di stage bonus, caratterizzati da particolari modalità di approccio: avremo una serie in cui potremo contare su di un solo proiettile, altri in cui dovremo farci strada a colpi di granate e così via. Ovvio che il meccanismo di fondo non cambi, ma non si può certo non apprezzare la voglia di offrire comunque un prodotto, pur nella sua semplicità, più sfaccettato e ricco possibile.
Palesemente nato con in mente l’utilizzo in mobilità, King Oddball non può certo vantare la profondità offerta da altri titoli, ma pur rappresentando un passatempo tipicamente mordi e fuggi, fa piacere constatare come la bontà di un gamaplay volutamente semplicistico non abbia sofferto il passaggio sul grande schermo. Anche se viene spontaneo chiedersi perché spendere quasi 5 Euro per un titolo capace di regalare le medesime emozioni, gratuitamente, sul nostro fidato smartphone.