Recensione Jacob Jones e il mistero del Bigfoot
Inutile nascondere le carte in tavola, la delusione dei molti utenti di PS Vita è tanta ed evidente. Ancora oggi, fatta qualche eccezione, non si sono avute adeguate risposte alla crescente richiesta di titoli capaci di destare interesse e spremere per bene le potenzialità del gioiellino di casa Sony.
La situazione non è delle migliori, tante promesse fatte, nessuna, o quasi, mantenuta.
Lucid Games affronta la questione e lo fa con una scelta di marketing interessante e coraggiosa, che vede la proposta di un puzzle game ben lontano dall’esclusiva su singola piattaforma, ma capace di strizzare l’occhio anche ad altri “ecosistemi” quali iOS e Android. Suddiviso per l’occasione in uscite ad episodi, forte di un prezzo decisamente interessante, rimane da vedere se Jacob Jones e il mistero del Bigfoot sia in grado di placare, o per lo meno alleviare, l’inestinguibile sete di aspettative e novità comune a milioni di videogiocatori, bramosi di rispolverare la loro fidata console portatile.
di: Giovanni "Abari" Pinizzotto
Inutile nascondere le carte in tavola, la delusione dei molti utenti di PS Vita è tanta ed evidente. Ancora oggi, fatta qualche eccezione, non si sono avute adeguate risposte alla crescente richiesta di titoli capaci di destare interesse e spremere per bene le potenzialità del gioiellino di casa Sony.
La situazione non è delle migliori, tante promesse fatte, nessuna, o quasi, mantenuta.
Lucid Games affronta la questione e lo fa con una scelta di marketing interessante e coraggiosa, che vede la proposta di un puzzle game ben lontano dall’esclusiva su singola piattaforma, ma capace di strizzare l’occhio anche ad altri “ecosistemi” quali iOS e Android. Suddiviso per l’occasione in uscite ad episodi, forte di un prezzo decisamente interessante, rimane da vedere se Jacob Jones e il mistero del Bigfoot sia in grado di placare, o per lo meno alleviare, l’inestinguibile sete di aspettative e novità comune a milioni di videogiocatori, bramosi di rispolverare la loro fidata console portatile.
Verso il campo estivo
Jacob Jones, meglio conosciuto come J.J., è un ragazzino estremamente curioso e vivace, uno di quelli che a scuola non perde occasione per conquistare la maestra ed è quasi soddisfatto nel sapere che gli altri lo considerino il “saputello” del gruppo. Sempre pronto a porsi mille interrogativi e caparbio quanto basta per andare alla ricerca delle soluzioni, sin dalle primissime battute di gioco, dimostrerà un vivo interesse per le scienze, la natura e la scoperta, alimentato dal suo inesauribile spirito d’avventura. A questo semplice quadro descrittivo va aggiunto il dato non trascurabile che i suoi genitori sono degli stimatissimi esploratori, sempre in giro per il mondo alla ricerca di nuove specie di insetti e piante. Complici il loro ennesimo viaggio e la fine della scuola, il campo estivo sembra rappresentare la scelta migliore per garantire al figlioletto delle vacanze divertenti e lontane dai guai.
Inizia così l’avventura, con Jabob e famiglia in auto verso il Campeggio Aquila Piumata. A modo suo, sebbene inizialmente riluttante, il piccolo J.J. saprà sfruttare l’occasione e i boschi circostanti per appagare il suo indomabile spirito d’avventura misurandosi, niente meno, con uno dei più grandi misteri insoluti di sempre mettendosi sulle tracce del leggendario Bigfoot.
Per i boschi con “Piedone”
Le meccaniche di controllo si presentano subito come intuitive e facilmente gestibili. Fatta eccezione per il tasto “start” che servirà a mettere in pausa il gioco, ci si potrà facilmente dimenticare di tutto il resto, croce direzionale e leve analogiche comprese. Lo schermo delimita il campo d’azione e il nostro dito, sfruttando l’ottimo sistema touch control di cui laconsole è dotata, impartirà i comandi necessari. Utilissimo anche l’accelerometro, sia per la gestione semplificata della visuale periferica, che per lo spostamento delle inquadrature, a seconda delle diverse inclinazioni desiderate. Le fasi esplorative fungeranno da mero pretesto per incontrare i vari personaggi che popolano il campeggio e per raggiungere i diversi scenari con gli enigmi da risolvere. Tra altri giovani campeggiatori, istruttori, insegnanti e direttrice del campo, non ci sarà certo da annoiarsi e il numero di quesiti sottoposto alla nostra attenzione non sarà di certo esiguo. Ogni puzzle o enigma presenterà una difficoltà variabile, nel complesso, decisamente sopra la media, non risultando per nulla semplice e immediato trovare la soluzione al problema. I punteggi assegnati per ogni risposta esatta, denominati meriti, decresceranno in caso di errori e saranno calcolati a seconda del numero di mosse utilizzate nella risoluzione, al numero di errori e all’uso di aiuti richiesti. Nel caso in cui la risposta tardasse ad arrivare sarà possibile, infatti, chiedere degli aiuti, mascherati sotto forma di chiamate telefoniche. Un sistema di gestione aiuti che appare originale e ben pensato. J.J. potrà decidere di invocare il soccorso dello zio o del fratello semplicemente utilizzando il suo cellulare e impiegando il credito telefonico a sua disposizione, inevitabilmente destinato ad esaurirsi nel caso in cui le chiamate dovessero susseguirsi con regolarità. Per poter reintegrare il credito perso e aumentare le possibilità di chiedere aiuto, il piccolo esploratore, da perfetto difensore della natura, potrà raccogliere le lattine disseminate per terra contribuendo a mantenere pulito l’ambiente e ricevendo in cambio delle monete che serviranno per le preziosissime telefonate. Chi si aspetta di trovare dei puzzle semplici e infantili farà bene a ricredersi e a tenere in conto la possibilità di “alzare la cornetta” in più di una occasione. Positivo sapere che con un po’ di logica, qualche aiuto e, talvolta, un pizzico di ragionamento “inverso”, nessun enigma sarà irresistibile. Ben lontano, quindi, il pericolo di bloccarsi per la frustrazione di non poter andare avanti di fronte al muro invalicabile di una mancata risposta.
J.J. E IL SUO MONDO DI COLORI E SUONI
Dal punto di vista grafico la cura dei dettagli è sicuramente un punto di forza. Se consideriamo che lo stesso titolo viene proposto anche per tablet e smartphones, il risultato raggiunto ha dell’incredibile. Tuttavia, l’entusiasmo viene subito smorzato dal fatto che, ancora una volta, la console portatile di Sony non viene sfruttata al meglio delle sue potenzialità. Il motore grafico impiegato ha del prodigioso nel gestire scenari e colori all’insegna di uno stile “cartonoso”, semplice e pulito, ma che non va oltre il “già visto”. I singoli modelli poligonali sono essenziali, ben caratterizzati nell’insieme, ma troppo ancorati al passato da sembrare appartenenti alla precedente generazione.
Le musichette e gli effetti sonori svolgono bene il loro lavoro e anche il doppiaggio originale in lingua inglese, con il sempre più pressante sottotitolato in italiano, si lascia apprezzare. Interessante anche il richiamo a diverse citazioni cinematografiche, peccato solo che vengano usate come scontatissimi “clichè” che assomigliano più a delle forzature e a scialbi “nonsense”, piuttosto che a precisi innesti nel contesto narrativo o nella descrizione di quello che sta accadendo.
Nel complesso, malgrado tutto, siamo di fronte ad un buon pacchetto grafico e ad un convincente comparto sonoro.
L’esploratore solitario
Si nasce e si muore da soli, disse qualcuno un tempo. L’intera avventura, almeno per quel che riguarda questo primo episodio, andrà giocata interamente in solitaria. Nessuna possibilità di confrontarsi con amici sui vari enigmi o di procedere insieme nelle fasi di esplorazioni.
Unica “apertura” concessa dagli sviluppatori è rappresentata dalla condivisione dei propri risultati su social network, al momento prevista solo con profili facebook.
Non lasciatevi ingannare…
Jacob Jones e il mistero del Bigfoot non è il classico gioco per bambini che potrebbe sembrare. Siamo di fronte ad una scelta ben precisa da parte del team Lucid Games che persegue un’idea commerciale che accomuna diversi ecosistemi di intrattenimento puntando, come si diceva all’inizio, su di un marketing aggressivo che propone un prezzo abbordabilissimo per un prodotto di pregevolissima fattura. I puzzle game, misti a rompicapo, danno vita ad un genere non da tutti apprezzato, ma in continua crescita, soprattutto per il tipo di approccio che anche un casual gamer può tenere. La grafica cartonosa, semplice, ma allo stesso tempo curata nei dettagli, a prima vista può trarre in inganno lasciando intendere che ci si trovi dinnanzi ad un titolo pensato esclusivamente per un pubblico di giovanissimi, ma basteranno un paio di enigmi per accorgersi del grossolano errore di valutazione. Ogni quesito presenta una difficoltà variabile e, malgrado alcune classiche sfide riproposte più volte, la soluzione non apparirà mai semplice e scontata.
Tralasciando le fasi esplorative, mero pretesto per iniziare a risolvere le sciarade, una volta entrati nel meccanismo di gioco, pur senza una trama degna di nota, sarà quasi impossibile desistere dal mettersi alla prova per arrivare alla fine. Trovare il Biogfoot passa in secondo piano, l’importante è stuzzicare la mente con quesiti logici alla ricerca della giusta chiave di lettura per il problema proposto.
Poco meno di due euro per avere in cambio tanto divertimento grazie ad un titolo che merita assolutamente d’esser provato.