Recensione Inazuma Eleven 2: le giovani promesse del calcio
Erano gli anni delle partitelle in cortile, dei campi da calcio che si estendevano ben oltre la curvatura dell’orizzonte, delle immancabili Catapulte Infernali e dei palloni deformati dai nostri potenti tiri. Erano gli anni in cui ogni bambino (in)sano di mente sognava di correre al fianco di Oliver Hutton (o Tsubasa Oozora per i puristi della lingua), indossare la maglia della New Team e prendere a pallonate gli sbruffoni della Muppet. Erano, ahimè, rigorosamente al passato… ma fortunatamente a ricordarci quei giorni gloriosi giungono in nostro soccorso, anche se con colpevole ritardo, i Level-5 con il loro Inazuma Eleven 2. È tempo di spolverare le scarpette: palla al centro e pronti per l’ennesima sgroppata palla al piede!
di: Simone CantiniErano gli anni delle partitelle in cortile, dei campi da calcio che si estendevano ben oltre la curvatura dell’orizzonte, delle immancabili Catapulte Infernali e dei palloni deformati dai nostri potenti tiri. Erano gli anni in cui ogni bambino (in)sano di mente sognava di correre al fianco di Oliver Hutton (o Tsubasa Oozora per i puristi della lingua), indossare la maglia della New Team e prendere a pallonate gli sbruffoni della Muppet. Erano, ahimè, rigorosamente al passato… ma fortunatamente a ricordarci quei giorni gloriosi giungono in nostro soccorso, anche se con colpevole ritardo, i Level-5 con il loro Inazuma Eleven 2. È tempo di spolverare le scarpette: palla al centro e pronti per l’ennesima sgroppata palla al piede!
Son portiere ed attaccante…
È trascorsa solo una settimana dalla finale del Football Frontier, finale che ha visto vittoriosa la Raimon JR High School di Mark Evans ed Axel Blaze, ma per i nostri amici calciatori non è certo giunto il momento di godersi il meritato riposo. A sconvolgere nuovamente le loro vite, infatti, troviamo una misteriosa squadra di alieni (la Alius Academy), giunta sul nostro pianeta con lo scopo di annientare tutte le scuole a colpi di pallone. Ecco, se dovessimo valutare il lavoro dei Level-5 basandoci soltanto sul plot potremmo anche fermarci qua, con un bel 4 sul registro e arrivederci alla prossima puntata. Fortunatamente, però, non ci troviamo dinanzi ad un trattato di estetica…
Squadra che vince non si cambia
Inazuma Eleven 2 compie ben pochi sforzi per distaccarsi dal suo predecessore, dato che presenta una struttura di gioco praticamente invariata: agli abituee della serie, infatti, saranno sufficienti pochi istanti per familiarizzare con i controlli, identici in tutto e per tutto a quelli già ampiamente apprezzati nel primo capitolo. Tramite lo stilo o la croce direzionale potremo controllare gli spostamenti di Mark e dei suoi compagni all’interno delle varie aree esplorabili, costituite da alcune delle città più importanti del Giappone che lo svilupparsi dell’esile trama ci porterà di volta in volta a visitare. Ma il fulcro del gioco, ovviamente, risiederà nelle immancabili sfide calcistiche, vere e proprie controparti dei classici combattimenti presenti in ogni jrpg che si rispetti. Queste saranno suddivise in due tipologie, a seconda che si tratti di semplici incontri casuali o di boss battle. Nel primo caso ci troveremo a controllare 4 elementi della squadra e saremo chiamati a rispettare, prima dello scadere del tempo, un determinato obiettivo (segnare un dato numero di reti, rubare palla all’avversario e così via). La seconda ipotesi, invece, ci metterà al comando dell’undici titolare della Raimon in vere e proprie partite a tutto campo contro le squadre avversarie, partite in cui l’unico scopo sarà quello di portare a casa una sonora vittoria. Durante queste sfide il controllo dei giocatori sarà demandato interamente all’uso del pennino, tramite il quale potremo disegnare le traiettorie di corsa dei nostri giocatori, tirare e passare la palla, rigorosamente in tempo reale. L’azione di gioco si trasformerà radicalmente nell’eseguire contrasti, tiri e parate: in questo caso, infatti, il tutto si fermerà (ma non il cronometro) e starà al giocatore scegliere se utilizzare una spettacolare, quanto assurda, mossa speciale oppure un’azione base (contrasto, tackle, pallonetto, tiro, presa o respinta). La riuscita o meno delle nostre gesta sarà determinata dall’insieme di statistiche che vanno a comporre il profilo dei vari giocatori, statistiche che sarà ovviamente possibile migliorare tramite l’utilizzo di particolari equipaggiamenti, salendo di livello o allenandosi in alcune particolari zone disseminate lungo tutto il Giappone. Inutile sottolineare come le partite di calcio rappresentino il vero punto di forza della produzione Level-5, le quali, pur non ambendo affatto a raggiungere le vette della pura simulazione, si rivelano sin da subito molto divertenti e tattiche, grazie anche ad un implementazione pressoché perfetta del binomio touch screen/pennino. È un peccato che un simile sistema di gioco sia accompagnato da una narrazione poco più che pretestuosa, utile soltanto come blando collante fra le varie sfide, oltre che stranamente poco longeva per un prodotto del genere, dato che saranno occorrenti circa una ventina scarsa di ore per giungere ai titoli di coda. Fortunatamente, per gli amanti del pokemonesco slogan “gotta catch’em all“, Inazuma Eleven 2 presenta un numero impressionante (1500!) di giocatori reclutabili, i quali dovranno essere scovati e battuti lungo tutto l’arcipelago: in questo caso è superfluo sottolineare come il contatore delle ore di gioco sia destinato ad impennarsi notevolmente. Marginale aggiunta la presenza del multiplayer wireless, purtroppo solo in locale, utile anche a scambiare con altri amici i personaggi sbloccati oltre che per imbastire vere e proprie sfide 11 contro 11.
Il peso dell’attesa
3 anni, tanti separano l’uscita europea di Inazuma Eleven 2 da quella nipponica, un ritardo che si ripercuote sulle performance estetiche del titolo Level-5, che di certo non sarà ricordato per aver spremuto al massimo il nostro amato DS. La modellazione tridimensionale dei vari personaggi e delle aree, difatti, è costellata da alti e bassi: se è vero che i primi si difendono spesso discretamente, lo stesso non si può dire delle seconde, le quali risultano talvolta abbastanza grezze e poco strutturate. Sicuramente più riuscito il lavoro bidimensionale, forte di un character design molto ispirato e di sprite ben definiti, ma soprattutto di una serie di intermezzi in pieno stile anime di pregevolissima fattura. Di ottimo livello il comparto sonoro, il quale può vantare un azzeccatissimo doppiaggio in lingua italiana.
Disponibile in 2 versioni (Tempesta di Fuoco e Bufera di Neve), differenti tra loro esclusivamente per alcuni personaggi sbloccabili, Inazuma Eleven prosegue senza stravolgere quanto di buono aveva fatto il suo predecessore, proponendo un jrpg atipico ma non per questo poco divertente. Di certo non un titolo per i puristi del genere e per tutti coloro che sono alla ricerca di un plot avvincente e longevo, ma se amate il calcio, collezionare figurine (per quanto interattive) e siete in cerca di gioco di ruolo fuori dagli schemi, fareste bene ad indossare anche voi la maglia della Raimon JR High School.