Recensione In the jungle, the Tokyo Jungle, the lion sleeps tonight!!!
Molti di voi li conosceranno solo di nome, altri li avranno recentemente apprezzati per lo spettacolare Gravity Rush. Di chi parliamo? Ma di Japan Studio ovviamente, team di sviluppo interno di Sony dietro cui si nascondono tante piccole perle, ma anche alcuni discreti fallimenti. Poliedrico e innovativo, questi sviluppatori giapponesi hanno da sempre chiaro il loro obiettivo: sbalordire.
di: REdeiDESIDERIMolti di voi li conosceranno solo di nome, altri li avranno recentemente apprezzati per lo spettacolare Gravity Rush. Di chi parliamo? Ma di Japan Studio ovviamente, team di sviluppo interno di Sony dietro cui si nascondono tante piccole perle, ma anche alcuni discreti fallimenti. Poliedrico e innovativo, questi sviluppatori giapponesi hanno da sempre chiaro il loro obiettivo: sbalordire. Talvolta con tiri decisamente azzeccati, altre volte con prodotti non propriamente vincenti. Tokyo Jungle è l’ultima stravagante idea partorita da questo eclettico studio, la domanda adesso è: saprà l’ultima fatica Japan sfoderare gli artigli? O resterà vittima della dura legge della giungla?
Il Re del quartiere
Che non è il titolo di un improbabile film sulla malavita di città ma piuttosto la premessa che c’è alla base del concept di gioco: l’umanità è sparita dopo una non meglio specificata apocalisse. L’uomo si è estinto e tutto ciò che resta nella città sono gli animali, tanto quelli domestici quanto quelli dello zoo, lasciati allo stato brado. Nei panni di un animale a caso (tranne l’ornitorinco… perché ai giapponesi ci sta sulle palle l’ornitorinco N.d.R.) avremmo il compito di conquistare le zone della città per dare un futuro alla nostra razza! Tale premessa, tanto semplice quanto interessante, è sostanzialmente lo sfondo a tutte le vicende di gioco che ci vedranno prendere, partendo da un (apparentemente) innocuo volpino, il controllo degli animali più disparati come gatti, gazzelle, maiali, iene, leoni, orsi e così via con il compito di conquistare le zone della città per accoppiarci con le femmine giuste e, sostanzialmente, far sopravvivere la nostra progenie nel corso degli anni. La prima carta vincente di Tokyo Jungle è probabilmente proprio l’ottima varietà di animali presenti, ognuno con una definita serie di parametri e caratteristiche utili alla sopravvivenza come attacco, difesa, stamina, bisogno di cibo e così via. Sbloccare gli animali, avventurarsi per la città dapprima con una schiappa e poi con una vera e propria fiera sarà un’esperienza inaspettatamente appagante e coinvolgente. Il gioco, poi, ci porrà di volta in volta dinanzi ad un buon numero di sfide da portare a termine in cui, complice il susseguirsi continuo degli “anni” (leggasi, tempo di gioco), saremmo di volta in volta portati a dimenarci tra combattimenti, accoppiamenti, caccia e ricerca di territori ottimali per la nostra vita. Gli anni passeranno inesorabili, il nostro animale invecchierà e quelli che erano compiti all’ordine del giorno (come la caccia) cominceranno a pesarci sempre di più fino alla morte biologica.
Harajuku dog
Due soltanto sono le modalità di gioco, la Storia e la Sopravvivenza. La prima non sarà altro che una vera e propria romanza delle avventure di vari animali a cui farà da premessa un tutorial interattivo molto semplice ed esplicativo. I capitoli della storia, tuttavia, non verranno sbloccati in automatico, ma necessiteranno la continua messa alla prova delle nostre abilità nella più appagante Modalità Sopravvivenza. Qui sceglierete un animale e verrete calato in un contesto di continua minaccia in cui varranno tutte le regole descritte poco più sopra (lo hai letto il paragrafo di sopra no?!). Potremmo dunque girare liberamente per Tokyo, divisa per l’occasione in ben nove aree comprendenti Shibuya e parte del quartiere Harajuku. Divertente e capace di offrire un tasso di sfida crescente, la modalità Sopravvivenza è il vero cuore di Tokyo Jungle e ci permetterà non solo di darci da fare per ore ed ore, ma anche di raccogliere una valanga di oggetti utili tanto a sbloccare i capitoli della storia, tanto a “vestire” i nostri animali con un equipaggiamento di supporto utile ad aumentare i nostri parametri, così da ricalcare in pieno i pessimi gusti stilistici delle gal di Harajuku. Del resto chi non ha mai desiderato essere un leone con una bella cuffia da doccia?!
“Cane di pecora”
Come detto, la scelta dell’animale da utilizzare non sarà solo una mera pretesa estetica, ma una componente fondamentale del gameplay. Il roster di creature è in tal senso ricchissimo e sarà in grado di garantire una longevità ed una ri-giocabilità notevoli, complice lo sblocco progressivo delle creature previo un certo pagamento di punti accumulabili durante la modalità sopravvivenza, nonché il compimento di determinate missioni. Le categorie di animali, comunque, si distingueranno sostanzialmente in due tipologie: erbivori e carnivori. I primi sono agili, deboli, poco combattivi e più propensi alla fuga ed al nascondersi, i secondi invece aggressivi, spavaldi e molto resistenti. Tutti potranno comunque attaccare e procacciarsi cibo, e ciò grazie ad un sistema di combattimento molto semplice ma efficace che affida ai tasti frontali l’attacco, il salto, ed i morsi (ma solo per mangiare) ed ai grilletti la modalità di “basso profilo” per nascondersi, e l’attacco in scatto, con cui uccidere sul colpo il nemico (premesso che sia alla nostra portata). Agli stick va invece il compito di farci muovere e di farci schivare, nonché la possibilità di emettere il verso tipico del nostro animale (R3) per intimidire gli avversari e farli desistere (non ci provate con il volpino, che nessuno vi prenderà sul serio…). Tecnicamente parlando il titolo si appresta, purtroppo, ad un livello decisamente basso. Il team avrà forse speso tutti i suoi soldi per supportare Green Peace, fatto sta che il livello tecnico raggiunto dalla produzione è di poco superiore alla media Playstation 2, e questo vale per qualsiasi punto di vista lo si consideri: sia esso la mera conta poligonale, la texturizzazione o anche solo gli effetti atmosferici e di ombre. Il gioco, poi, è praticamente privo di una vera e propria colonna sonora (tranne una musica di sottofondo che andrà avanti per ore, ed ore, ed ore!) ed anche i versi degli animali, a dirla tutta, lasciano a volte un po’ perplessi.
Vita da cani
Dare un giudizio su Tokyo Jungle è difficile, e lo è per il semplice motive che le premesse per un titolo del cacchio ci sono tutte. La visione di un trailer, la lettura di una recensione o anche solo sentirne parlare lascerà il più di voi con una faccetta a metà tra il “WTF?!” e il “ma chi se ne frega”. Eppure il titolo è un esperimento interessante, molto lontano da qualsiasi canone convenzionale ed in grado – si, lo so, è incredibile – di divertire ed avvincere per diverse ore. Partire con un volpino e scalare la catena alimentare sino a girare con una pantera o un leone, rilascia endorfine, nonché un ancestrale senso di soddisfazione. Ci sentiamo di premiare e lodare la creatività di Japan Studio e vi invitiamo, pertanto, a provare questo stravagante titolo, da ora vincitore del Tribe Award di “gioco più strano dell’anno”.