Recensione Illusion: a Tale of the Mind
di: Federico LelliFrima Studio viene dal Canada e ci porta nel visionario mondo di Illusion: a Tale of the Mind.
accettare i cookie con finalità di marketing.
Inception
Emma è in catene nel buio più profondo, sola e terrorizzata, quando il suo coniglietto di peluche Topsy la esorta a muoversi per liberarsi. Qui inizia il viaggio della smemorata protagonista che, visione dopo visione, puzzle dopo puzzle, percorre i meandri di una mente contorta per ricostruire una storia che sembra riguardarla e tutte le implicazioni della sua condizione attuale.
Illusion: a Tale of the Mind ha una forte componente narrativa che, seppur semplice e abbastanza prevedibile, preferiamo non rovinarvi quindi passiamo subito al gameplay che mischia un movimento simil platform 3D con enigmi che ci sbarrano la strada e diversi collezionabili a prendere per sbloccare nuovi passaggi. Anche se alcuni puzzle all’inizio sono interessanti, in particolare quelli dove bisogna ruotare la telecamera per vedere particolari oggetti usando la parallasse, ci rattrista dirvi che purtroppo il titolo non fa nessuna delle tre cose in maniera interessante e anzi, in certi casi, è a malapena sufficiente: alla lunga i puzzle sono blandi e ripetitivi, i movimenti lenti e impacciati, i collectibles senza indicazioni sparsi in un level design caotico che ci costringeranno a girare a vuoto.
Il lavoro di Frima Studio invece si può elogiare nel reparto artistico che mostra sempre scorci interessanti e che crea un mondo d’illusione sempre pieno di visioni e suggestioni interessanti, almeno per i primi due dei tre capitoli, anche al netto di un motore grafico che non mostra esattamente i muscoli.
Tagliamo corto, come la durata del gioco che si attesta sulle 4/5 ore, Illusion: a Tale of the Mind è un indie che non ce la sentiamo di bollare in maniera totalmente negativa ma che non fa niente per convincerci del contrario risultando molto ispirato solo in quella che è la parte artistica. Tutto quello che riguarda il gameplay risulta quasi nostalgico per quanto sa di vecchio e poco originale, quindi se volete passare una serata con una storia non particolarmente emozionante ambientata nella Francia degli anni ’20 a risolvere puzzle neanche troppo impegnativi a raccogliere pezzi di oggetti per proseguire fa sicuramente per voi, altrimenti potete anche passare oltre o, vista la poca interazione prevista dagli sviluppatori, guardarvelo su youtube.