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Recensione I Puffi – Missione Vilfoglia

di: Simone Cantini

Può sembrare strano, almeno per i più giovani, oramai abituati a canali tematici e riproduzioni on demand, ma c’è stato un periodo in cui i cartoni in TV erano merce assai rara, relegati a precisi e stringati orari della giornata. E prima ancora di Bim Bum Bam e degli altri contenitori pomeridiani, ricordo con affetto l’appuntamento serale, fissato alle 20 spaccate, in cui il me bambino si piazzava felice davanti allo schermo, per assistere alle innocenti avventure di quei buffi omini blu creati dal fumettista belga Peyo. Di acqua sotto i ponti, ahimè, ne è passata tanta da quell’appuntamento, e le creaturine ne hanno fatta di strada, qualunque sia il media preso in considerazione, ma il loro appeal è sempre molto forte, grande o piccolo che sia il loro pubblico. E che di storie ne abbiano ancora da raccontare, ce lo dimostra il riuscito I Puffi – Missione Vilfoglia, che a dispetto del suo essere un titolo su licenza, si è rivelato molto più intrigante di quanto si possa superficialmente pensare.

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C’è da puffare una pianta

Non c’è fungo (in questo fiabesco immaginario) senza Puffo, e non c’è Puffo senza Gargamella, il perfido mago che ha come unico obiettivo la cattura degli esserini blu. E che ancora una volta ha escogitato un diabolico piano per riuscire nell’impresa: stavolta si è affidato ad un antico incantesimo, tramite il quale ha causato la perniciosa infestazione della pianta chiamata Vilfoglia, che in pochissimo tempo ha finito per invadere il villaggio dei nostri eroi e tutte le zone circostanti. Tra l’altro imprigionando all’interno dei suoi viticci, anche un buon numero degli esserini alti due mele o poco più (come ci ricorda sempre la Cristina nazionale). L’unica speranza che i nostri hanno per debellare la Vilfioglia risiede nell’ennesima invenzione di Inventore, ovvero il Puffizzatore, una sorta di spruzzatore con annesso diserbante, in grado di bonificare in un battibaleno le zone contaminate. E spetterà proprio a noi, ne panni di Forzuto, Quattrocchi, Cuoco e Puffetta, imbracciare il dispositivo e lanciarci in questa titanica impresa, nel tentativo di riportare ordine nella foresta, salvare i nostri compagni rapiti e mettere ancora una volta nel sacco Gargamella e Birba. Sicuramente più adatto ad un pubblico giovane, ma in grado di rappresentare un rilassante passatempo anche per i giocatori più smaliziati, I Puffi – Missione Vilfoglia ci propone un’onesta struttura platform 3D, sufficientemente longeva e ricca di collezionabili da scovare, come nella più felice delle tradizioni dell’era a 128 bit. Un titolo tutto sommato semplice nelle premesse e nella struttura, ma che ha proprio in questa sua essenzialità il maggiore punto di forza, oltre ovviamente ai personaggi resi indimenticabili dalla matita di Peyo.

4 personaggi in cerca di caratterizzazione

Come detto poco sopra, il gameplay de I Puffi – Missione Vilfoglia è quello reso celebre dai più classici platform 3D: di volta in volta, a seconda dell’ambientazione che ci troveremo a visitare, controlleremo uno dei 4 Puffi giocabili, che purtroppo differiranno tra loro unicamente per estetica, proponendo tutti il medesimo set di comandi ed abilità. Il nostro scopo sarà quello di sfruttare il Puffizzatore per purificare dalle erbacce gli stage, utilizzando lo strumento anche per avere la meglio sui vari nemici che incontreremo. Non mancheranno, ovviamente, sezioni platform più o meno difficili, oltre a piccoli enigmi che ci richiederanno di sfruttare le nostre capacità per rinvenire alcuni collezionabili, indispensabili per potenziare la nostra invenzione. Già, perché oltre al poter saltare in allegria e spuzzare l’antidoto, giunti ad un certo punto dell’avventura saremo in grado di upgradare il nostro Puffizzatore, così da poter planare più a lungo, aumentare la durata dello scatto, oppure incrementare la riserva vitale dei nostri eroi. Niente di trascendentale o particolarmente complesso, sia chiaro, dato che il gioco è terminabile tranquillamente anche senza ricorrere a simili opzioni, ma ovviamente se si è intenzionati a completare il tutto al 100% (e recuperare ogni segreto) è ovvio che l’aiuto di Inventore assumerà ben altro spessore. Trattandosi, come detto, di un titolo indirizzato prevalentemente ad un pubblico giovane, è innegabile come la struttura generale sia comunque molto semplice da leggere e metabolizzare, pur non rinunciando a proporre un set di livelli ben costruiti e mai eccessivamente banali, a cui si accompagna il villaggio dei Puffi, una sorta di hub anche esso ricco di segreti da scoprire. A colpire nel segno, pertanto, è questa immediatezza spiccata, elemento che rende estremamente godibile e divertente il tutto, pur in assenza di marcati picchi creativi.

Moderna eredità

Vista la licenza a cui si appoggia, era lecito supporre che I Puffi – Missione Vilfoglia avrebbe proposto un comparto grafico estremamente cartoonesco e colorato, ed in effetti questo è ciò che ci troviamo davanti non appena avviamo il tutto: l’estetica, pur non mettendo in mostra chissà quale guizzo tecnico, è estremamente accattivante ed in linea con lo stile dell’opera originale. I vari livelli, non tradiscono geometrie tutto sommato elementari, ma sono comunque ben dettagliati e caratterizzati, e chiunque sia cresciuto con la serie televisiva di Hanna e Barbera, non potrà che constatare una certa coerenza in fatto di caratterizzazione. Solide anche le prestazioni, con il gioco testato su PS5 in retrocompatibilità (la versione current gen arriverà a breve) che non ha prestato il fianco a particolari critiche, ad eccezione di qualche sporadico tentennamento della camera. Buono anche il comparto sonoro, con musiche azzeccate ed un convincente doppiaggio in inglese (tutto è sottotitolato in italiano), ma data la mole di lingue supportate, spiace constatare l’assenza della nostra. Soprattutto se pensiamo al target principale della produzione. Simpatica, sebbene non trascendentale, la possibilità di giocare in cooperativa locale in qualunque momento, con il secondo player che andrà a controllare un piccolo robot, in grado di dare un mano nei combattimenti, oltre a semplificare la raccolta dei vari segreti: peccato, però, che non sfruttando lo schermo condiviso, il tutto sia un po’ ostico da gestire, dato che il controllo della camera sarà sempre demandato al giocatore principale.

Sorretto da una storia semplice ma calzante, oltre che da una struttura ludica immediata e divertente, I Puffi – Missione Vilfoglia rappresenta un buon ritorno sulla scena dei personaggi creati da Peyo. Seppur non trascendentale e sorretto da chissà quale intuizione creativa, la produzione sviluppata da Osome riesce a divertire senza pensieri, pur non rappresentando un ostacolo così ostico da superare. Forte di una licenza sempre intrigante, il titolo pecca unicamente in fatto di personalità, dato che le varie situazioni che ci troveremo ad affrontare mancano di quel guizzo in grado di rendere il tutto indimenticabile, Peccato anche per la mancata caratterizzazione ludica dei differenti personaggi controllabili, che finisce per appiattire un po’ i vari snodi ludici, ma pur al netto di questo ci troviamo comunque a parlare di un platform 3D solido ed onesto, che per quanto non lesini affatto una buona dose di elementi già visti e giocati, riesce nell’arduo compito di intrattenere divertendo.