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Recensione Hidden Through Time 2: Myths & Magic

di: Simone Cantini

Dove è Wally? Una domanda che gli amanti della caccia agli oggetti (e personaggi) nascosti conosceranno di sicuro molto bene, data l’estrema popolarità dei libri illustrati che hanno per protagonista lo sfuggente ragazzo. Un passatempo, questo, che ho sempre apprezza molto, sin da quando ero bambino e mi divertivo a scovare gli elementi più bizzarri che erano abilmente nascosti all’interno delle varie riviste di enigmistica. Un mood che calza alla perfezione lo spassoso e rilassante Hidden Through Time 2: Myths & Magic, che promette di trasportare in salsa videoludica questo semplice, ma mai scontato, passatempo che affonda le proprie origini nella notte dei tempi. Enigmisticamente parlando, sia chiaro.

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Gotta find ’em all!

No, non ci sono storie complesse e racconti arzigogolati dietro a Hidden Through Time 2: Myths & Magic, visto che sarebbe una assurda forzatura, tanto quanto pensare di trovare un appassionato di granite ad uno dei due poli terrestri. In fondo, come vuole la tradizione dell’enigmistica, quello che conta è solo lo sforzo ludico/cerebrale, il cavallo di troia capace di rendere appassionante anche il più semplice ed innocuo degli enigmi. Pertanto, Hidden Through Time 2: Myths & Magic non ha l’ambizione di raccontare alcunchè, ma semplicemente il desiderio di proporre una manciata di quadri interattivi, suddivisi in 4 distinte ambientazioni, all’interno dei quali dovremo scovare di volta in volta vari oggetti e personaggi. Un compito più semplice a dirsi che a farsi, dato che i ragazzi di Rogueside sono animati da un’indole alquanto bastarda, dato il modo spesso subdolo con cui hanno celato gli obiettivi della nostra spasmodica caccia al pixel corretto.

Fortunatamente, visto che proprio infami non sono, i membri del team belga dietro questa spassosa produzione hanno pensato bene di tenderci una provvidenziale mano, in forma di piccoli aiuti testuali presenti sopra ciascun elemento da scovare, che potranno fornite una sommaria indicazione in merito alla porzione di immagine su cui sarà bene concentrare i nostri sforzi investigativi. Oltre a simili elementi, inoltre, ciascuno stage presenterà un oggetto bonus da scovare e, qualora riuscissimo a recuperare tutti quelli presenti nel filotto di livelli che caratterizzano ciascun bioma di gioco, ecco che avremo accesso ad uno schema segreto, come premio per i nostri sforzi. Nulla di più c’è da dire in merito alle meccaniche di Hidden Through Time 2: Myths & Magic, estremamente semplici ed immediate, al punto da rendere davvero superfluo l’esile tutorial che, tempo una manciata di secondi, ci accompagnerà al menu principale.

Piccoli mondi

Punto di forza di Hidden Through Time 2: Myths & Magic, oltre al suo gameplay tanto semplice quanto accattivante, è senza dubbio il peculiare ed azzeccato stile grafico adottato, coloratissimo ed efficace in ogni suo aspetto. La grafica cartoonesca che tratteggia il tutto, e che mi ha ricordato in più di una occasione la serie di Scribblenauts, ha il pregio di dare vita a mondi estremamente ben caratterizzati, in cui ogni più piccolo particolare sembra non essere messo a caso. A rendere ancora più vibrante e convincente il tutto ci pensa la volontà animare il tutto, così da dare vita a vere e proprie scene in movimento che, se da una parte riescono a rendere più ostica la ricerca dei vari elementi, hanno anche il pregio di restituire una presentazione decisamente più appagante. Interessante, inoltre, la natura multilayer di ciascuno stage, che offrirà nelle abitazioni ed in alcuni elementi minori come i cestini per l’immondizia, la possibilità di aprire letteralmente simili geometrie, così da permettere di sbirciare anche all’interno ed ampliare in maniera massiccia il range delle nostre investigazioni.

A colpire nel segno, oltre che a consentire alla longevità di dilatarsi, è anche l’interessante introduzione di un editor di livelli che, oltre a permetterci di realizzare i nostri personalissimi puzzle, ci garantirà l’accesso alle creazioni altrui, per mezzo di un semplice strumento di condivisione/ricerca degli stage. A dispetto della semplicità di fondo della produzione, sarà necessario un pizzico di pratica in più prima di riuscire a domare a dovere il potenziale di una simile feature, ma confesso che anche in modalità puramente passiva, la possibilità di giocare con l’estro degli altri player vale l’esiguo prezzo del biglietto (suvvia, parliamo di poco più di 12 Euro, che saranno mai?). Tutto rose e fiori, dunque? Beh, diciamo che la colonna sonora (4 tracce, una per ciascun mondo) tende a ripetersi in maniera sin troppo ossessiva e snervante. Su console, inoltre, si avverte l’assenza del mouse che, soprattutto in occasione degli elementi da scovare più piccoli, può rendere un pizzico più difficoltoso la selezione del pixel giusto.

Sì, Hidden Through Time 2: Myths & Magic mi è davvero piaciuto, pur non presentandosi sulle scene forte di un gameplay assurdamente complesso e stratificato. Vero è, come ci insegnano i saggi, che talvolta less is more e che la semplicità di fondo è sufficiente per dare vita ad un’esperienza spensierata e divertente. La produzione Rogueside, difatti, si è rivelata essere un convincente passatempo, il compagno di giochi perfetto per quando si è in cerca di un titolo in grado di rilassare senza troppe pretese, il tutto in cambio di un esborso davvero contenuto. E poi, qualora foste dei veri occhi di lince, in grado di portare a termine i 4 mondi in un battito di ciglia, c’è sempre l’editor di livelli, capace da solo di garantire tantissime ore in più di divertimento.