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Recensione Hidden Agenda

di: Simone Cantini

A dispetto dei problemi produttivi che ne hanno caratterizzato lo sviluppo, Until Dawn è riuscito a mettere ugualmente in luce il talento dei ragazzi di Supermassive Games, restituendoci un’esperienza narrativa interattiva dalle interessanti peculiarità. Il team ha dimostrato di saper gestire a dovere gli snodi narrativi di una trama fondamentalmente già scritta, proprio per questo non stupisce la volontà di riproporre una simile realtà videoludica anche in Hidden Agenda, la più intrigante ed originale proposta delle tre che si sono proprio in questi giorni aggiunte al programma PlayLink.

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Caccia al killer

Abbandonati i temi horror e slasher della loro produzione di punta, in Hidden Agenda i ragazzi del team britannico hanno scelto di dirottare la narrazione all’interno dei confini del poliziesco. Nel titolo, difatti, ci ritroveremo alle prese con una caccia ad un serial killer, conosciuto come Manipolatore, che in maniera simile a quanto visto in Seven o nella serie Saw si diverte ad escogitare particolari modi per porre fine all’esistenza delle proprie vittime. Andremo, dunque, a vestire i duplici panni di Becky Marney  e Felicity Graves, rispettivamente poliziotta responsabile dell’apparente cattura del killer e procuratore distrettuale incaricata di riesaminare a dovere il caso. Per riuscire a risolvere l’ingarbugliata matassa ordita da Larry Fessenden e Graham Reznick, già responsabili dello script di Until Dawn, potremo al solito contare (visto che parliamo di un titolo PlayLink) sui nostri smartphone e tablet, che dovremo utilizzare per compiere di volta in volta le decisioni che il titolo ci proporrà ad intervalli regolari. Queste possono essere sinteticamente descritte come semplici bivi decisionali, che andranno a modificare in maniera sensibile l’andamento delle vicende e che, sfruttando il noto effetto farfalla, potranno anche non avere ripercussioni nell’immediato. Trattandosi comunque di un titolo in grado di dare il meglio in multiplayer (è comunque possibile giocare in solitaria), sarà la maggioranza dei partecipanti a determinare la valenza delle varie scelte, anche se simili situazioni potranno essere sovvertite utilizzando delle particolari carte in grado di forzare la mano, e renderci temporaneamente i padroni del destino. Il numero di tali assi nella manica potrà essere incrementato durante i vari quick time eventi di cui Hidden Agenda è costellato, oppure in occasione della ricerca delle prove sulle scene del crimine. Ci saranno poi momenti in cui il gruppo sarà chiamato a decidere chi degli amici giocanti possieda alcune precise caratteristiche, con il prescelto che dovrà poi intervenire in prima persona in determinate occasioni. Qualunque sia la situazione, comunque, il tutto sarà gestito tramite una sorta di puntatore, che dovremo di volta in volta posizionare sugli spot che compariranno a schermo. Si tratta di una soluzione decisamente intuitiva, in grado di adattarsi in maniera efficace a qualsiasi tipologia di player, sia esso veterano od occasionale. Il device portatile in nostro possesso, inoltre, fungerà anche da vera a propria agenda, sulla quale saranno riportate in tempo reale tutte le informazioni relative a personaggi, prove e situazioni che contribuiremo a materializzare con il nostro operato.

Una vita non basta

Trattandosi di una produzione che basa tutto sulla narrativa, appare evidente come il punto di forza di Hidden Agenda debba essere ritrovato nella sua sceneggiatura che, seppur non certo priva di alcuni cliché tipici del setting scelto, si è rivelata estremamente accattivante e ben scritta, oltre che caratterizzata dagli immancabili colpi di scena, in grado di depistare in più di un’occasione le intuizioni dei giocatori. E nonostante le nostre scelte non possano in alcun modo modificare il ruolo degli attori che si avvicenderanno sullo schermo, è impossibile non sottolineare come data la sua natura Hidden Agenda sia un titolo altamente rigiocabile: il ventaglio di scelte a nostra disposizione, difatti, è sufficientemente ampio e variegato da garantire una molteplicità di esiti consistente, rendendo anche necessario ripercorrere più volte i tre atti in cui il titolo è diviso per riuscire a sbrogliare la totalità della matassa. Da questo punto di vista posso solo dirvi che il mio primo playthrough non ha sortito un esito positivo per la nostra coppia di protagoniste. Se riuscirete, pertanto, a lasciarvi catturare dalle sue cupe atmosfere, Hidden Agenda saprà regalarvi ben più delle circa 3 ore necessarie ad arrivare ai titoli di coda per la prima volta. Ad aumentare ulteriormente la varietà e la longevità del lavoro di Supermassive ci pensano anche i tre distinti modi in cui è possibile dare la caccia al Manipolatore: ho già citato la possibilità di giocare in singolo, così come quella di affrontare le vicende in modo cooperativo (basando il tutto sulla maggioranza ed il gioco di squadra), ma c’è anche una terza via, quella della competizione. Scegliendo questa ultima opzione a ciascuno dei player sarà proposto ad intervalli regolari un obiettivo da raggiungere, che potrà essere quello di far compiere determinate scelte oppure far prendere alla narrazione una particolare direzione, di modo da poter accrescere il nostro punteggio. Consiglio comunque di affrontare questa modalità solo dopo una prima sessione cooperativa, dato che giocando in questo modo si tende giocoforza a tralasciare l’aspetto narrativo della produzione. Chiudo l’analisi soffermandomi sul comparo tecnico di Hidden Agenda, che riesce a beneficiare in maniera marcata e tangibile della propria natura narrativa: dato che tutte le scene di gioco non sono altro che filmati prerenderizzati privi di reale interazione, l’impatto estetico è notevole, grazie anche ad un motion capture facciale di assoluta qualità, sebbene permangano alcune situazioni in cui le espressioni dei personaggi risultano un po’ fuori contesto. Si tratta comunque di episodi marginali, non certo in grado di minare in maniera consistente il coinvolgimento, già ampiamente garantito da un ottimo doppiaggio in lingua italiana.

Hidden Agenda rappresenta, ad oggi, il progetto più originale ed interessante della proposta targata PlayLink. La produzione Supermassive, difatti, riesce a sdoganare in maniera convincente il genere delle avventure interattive, grazie ad un gameplay semplice e ben calibrato sulla tipologia di giocatori a cui il neonato settore videoludico Sony vuole rivolgersi. Forte di una trama interessante e decisamente rigiocabile, Hidden Agenda può essere indubbiamente catalogato come una scommessa pienamente riuscita. In attesa di vedere come il team di Guildford si ripresenterà in ambito virtuale con The Inpatient e Bravo Team.