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Recensione Heretic + Hexen

di: Simone Cantini

Confessatelo che non se lo aspettava nessuno, visto anche il recentissimo rilascio del remaster di System Shock 2. Eppure, i ragazzi di Nightdive Studios, in barba ad ogni più nefasta previsione, hanno dimostrato di essere un team davvero prolifico, oltre che in grado di sorprendere i fan delle riproposizioni di vecchie glorie. Difficile, difatti, ipotizzare quello shadowdrop che ha portato nuovamente alla ribalta due dei FPS più iconici della metà degli anni ’90, capaci di attuare una rivoluzione del genere tutt’altro che trascurabile. Pertanto, se siete amanti delle esperienze puramente old school e non disdegnate incrociare il pad con alcuni capisaldi in grado di sparigliare con successo le carte, non vedo perché dovreste tenervi alla larga da Heretic + Hexen.

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Rivoluzione fantastica

Di come Doom abbia cambiato per sempre il mondo dei videogiochi credo di averne parlato abbastanza, per quanto non abbia assolutamente la pretesa di ritenermi il solo ad averlo fatto. A confermare questo assunto inconfutabile ci ha pensato in primis la stessa storia del gaming che, nel corso di 3 decenni, ha dimostrato di avere accolto a braccia aperte l’eredità tramandataci dell’immortale titolo firmato id Software. Chi c’era in quegli anni, come il sottoscritto (purtroppo), si ricorda però di un’altra validissima coppia di FPS che, proprio sul codice sapientemente scritto da quel mattacchione di John Carmack, seppero riscrivere in parte un concept che pareva destinato a rimanere immutabile.

Sino all’avvento di Heretic nel 1994, il fantasy nei videogiochi era quasi sempre stato relegato alle esperienze puramente ruolistiche, e già questo potrebbe dare un’idea sufficiente di ciò che il lavoro firmato Raven Software ha significato per il panorama dei first person shooter. Eppure, le modifiche apportate da quella che potremmo superficialmente definire una semplice mod, furono in grado di andare oltre, introducendo per la prima volta il concetto di inventario e la possibilità di alzare ed abbassare lo sguardo (Duke Nukem 3D e Quake ci arrivarono solo nel 1996). Cambiamenti che oggi potrebbero fare sorridere, ma che ai tempi rappresentavano una vera e propria piccola rivoluzione di un neonato sottogenere, capace di dare nuova linfa al classico susseguirsi di scontri con le creature più assurde e letali.

Forti di un simile successo, i ragazzi di Raven decisero di alzare sostanzialmente l’asticella, appena un anno più tardi, con  Hexen, che non solo andava ad impreziosire l’impatto grafico grazie ad una nuova effettistica ed elementi fino ad allora mai gestiti dal motore id Software: questo nuovo capitolo ha il pregio di aver ampliato non poco le fondamenta ludiche ritenute inossidabili del genere, andando ad introdurre una decisa spinta ruolistica, grazie alla presenza di tre differenti personaggi giocabili. Il guerriero, il chierico ed il mago, oltre ad avere statistiche ed armi differenziate, permettevano di garantire ciascuno un approccio ludico unico. Il più impattante degli stravolgimenti, però, video protagonista la mappa di gioco, non più strutturata lungo livelli one shot, ma in grado di presentare un approccio open map, per mezzo di varie location collegate tra loro per mezzo di alcuni hub.

Inutile dire come la necessità di muoversi avanti ed indietro attraverso gli ambienti, unita alla presenza di svariati puzzle in grado di rendere più ostica la sopravvivenza dei nostri eroi, fu una vera e propria boccata di aria fresca. Forse non tutto era calibrato alla perfezione, a causa di una struttura sicuramente più dispersiva e a tratti poco leggibile, ma il guanto di sfida ad un certo immobilismo del mondo FPS era stato felicemente lanciato.

Come nuovo, anche di più

E questo logorroico pippone non fa altro che evidenziare ciò che ci troveremo davanti una volta avviato Heretic + Hexen, che in un solo pacchetto racchiude, oltre alle due esperienze originali ed al DLC rilasciato per il secondo titolo (Deathkings of the Dark Citadel), anche una coppia di avventure nuove di zecca, realizzare appositamente per l’occasione, ovvero Faith Renewed e Vestiges of Grandeur. Ovviamente, dato che parliamo del nuovo lavoro tirato a lucido dai ragazzi di Nightdive, le sorprese non finiscono certo qua…

Il pacchetto offerto da Heretic + Hexen ricalca in toto quanto già felicemente visto in occasione del lancio di Doom + Doom II circa un anno fa: i giochi vengono presentati tutti nella loro forma originale, con un semplice upscale grafico che non va minimamente a modificare l’impatto estetico ammirato 30 anni fa, corroborando il tutto con una fluidità ovviamente eccellente. Alquanto interessante è l’attenzione che è stata rivolta all’aspetto sonoro delle produzioni oggetto della raccolta che, in aggiunta all’accompagnamento originale va ad affiancare una versione completamente riarrangiata da Andrew Hulshult, assolutamente fedele nelle partiture ma dotata di una qualità generale in linea con gli standard attuali. 

Faranno la felicità dei gamer più giovincelli anche tutte le opzioni di accessibilità ed in ottica quality of life che sono state introdotte dal team, che spaziano da un font in alta risoluzione e ad elevato contrasto, passando per tutta una serie di settaggi lato controlli (presente anche la possibilità di sfruttare gli eventuali giroscopi per gestire la mira), in grado di rendere l’esperienza adatta a tutti i polpastrelli. Davvero benvenuta è stata anche la possibilità di beneficiare del tracciamento degli obiettivi tramite l’automap che, soprattutto nel caso di Hexen (per i motivi evidenziati sopra) non può che rendere più snella ed agevole la progressione.

Non finiscono mai…

Forti vibes da PC vengono inoltre corroborate dalla possibilità di abilitare i celeberrimi cheat code dei tempi che furono, in aggiunta alla possibilità di accedere al catalogo di mod realizzate dalla community, il cui numero sta rapidamente aumentando giorno dopo giorno. Questo moto corale è alimentato anche dalla presenza di un comparto multiplayer che abbraccia il crossplay e che, per quanto assai essenziale se confrontato con gli standard moderni, mantiene intatto tutto quel suo fascino suadentemente retrò.

Ovviamente tutto va anche ad abbracciare le due nuove espansioni introdotte per l’occasione, che come nel caso delle avventure inedite viste in Doom + Doom II si attestano su livelli creativi davvero alti, oltre che in grado di offrire un tasso di sfida davvero oltre la media, anche a livello di difficoltà standard. Longevi ed appassionanti, questi due add-on sapranno fare davvero la felicità di chi conosce a menadito le avventure originali, ed è in cerca di nuove emozioni in grado di far riaffiorare con efficacia ricordi che credevamo sopiti tra le pieghe del tempo.

Per chi ama il retrogaming in forma moderna, il nome di Nightdive Studios è oramai sinonimo di qualità, ed il recentissimo rilascio di Heretic + Hexen non ha fatto altro che confermare il talento indiscusso che il team ha nel riportare a nuova vita capolavori del passato. Il pacchetto proposto, difatti, ha l’indubbio pregio di far (ri)scoprire nella loro versione ottimale due indiscussi capolavori delle origini dei FPS, resi ancora più fruibili da una serie di migliorie utili a svecchiare alcune loro fisiologiche asperità. A prescindere dal loro valore storico, la coppia di lavori sviluppati in origina da Raven Software sanno divertire ancora oggi, in virtù di un concept ludico solido ed attuale, come dimostrano anche le due fiammanti new entry realizzate per l’occasione. Visto anche il prezzo contenuto in relazione all’offerta, ci sono davvero pochi motivi per rimanere lontani da Heretic + Hexen. Ovvio, se poi non vi piacciono a prescindere il problema siete voi, non l’operazione in quanto tale…