Recensione GRID Legends
di: Luca SaatiQuando Electronic Arts ha acquisito Codemasters lo ha fatto con il chiaro intento di diventare la casa dello sport a tutto tondo abbracciando l’esperienza in ambito racing dell’azienda britannica. EA non solo si è assicurata una serie annuale su licenza come quella di Formula 1 e, prossimamente, WRC, ma anche quelle IP che negli ultimi anni hanno fatto la fortuna di Codemasters come DiRT e GRID. Quest’ultima è tornata dopo un reboot uscito a fine 2019 e questa volta abbraccia completamente la sua natura arcade: con GRID Legends.
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GRID: Drive to Survive
La vera e propria novità di GRID Legends è rappresentata dalla modalità storia chiamata Drive to Glory. Si tratta del secondo tentativo da parte di Codemasters, dopo Breakpoint di F1 2021, di proporre una narrazione in un suo videogioco seguendo le fortune della serie NBA 2K e della trilogia The Journey di FIFA. Il racconto inizia in medias res con una gara che potrebbe cambiare le sorti della stagione della scuderia Seneca Racing per poi fare un salto indietro e vivere i momenti che hanno portato a questo fondamentale punto di svolta del campionato del mondo di GRID. Seneca Racing è un team che non sta passando un bel momento e non riesce a trovare un degno compagno di squadra per la campionessa Yume Tanaka fin quando non giunge voce al caposquadra di un talentuoso pilota che potrebbe fare al caso suo. Questo fantomatico pilota è ovviamente colui che viene controllato dal giocatore, meglio noto come Pilota 22 (si, non stiamo scherzando, lo chiamano davvero così nel gioco). Inizia così la sua carriera che coincide con la risalita di Seneca Racing.
Quella di Drive to Glory è una storia raccontata attraverso 35 eventi in cui gareggiare e conseguire l’obiettivo minimo per poter avanzare di scenario in scenario tenendo impegnati per un totale di 5 o 6 ore. L’obiettivo minimo non è mai impossibile da raggiungere spaziando tra il piazzamento nella Top 8, sul podio o il semplice completare una gara. Apprezzabile il taglio documentaristico con cui vengono raccontati gli eventi riprendendo uno stile già visto in produzioni ben più altisonanti come il celebre F1: Drive to Survive di Netflix. In Drive to Glory c’è un po’ di tutto: dalla cenerentola della situazione rappresentata per l’appunto da Seneca Racing, agli indiscussi dominatori (e cattivoni di turno) della Ravenwest della famiglia McKane, c’è il mentore Tanaka e così via. Ad essere particolarmente riuscita è la fusione di scene live action con attori in carne e ossa, tra cui l’Eric Effiong nella serie televisiva di Netflix Sex Education, e scene create con il motore di gioco. Se da una parte il taglio documentaristico e la regia regalano buone sensazioni, è però tutto il resto che lascia davvero a desiderare a partire da una storia che non riesce mai e poi mai a regalare quelle emozioni tipiche dei grandi film di sport. Il cast dei comprimari è praticamente anonimo, mentre il protagonista non è pervenuto e sentirlo chiamato Pilota 22 dagli altri personaggi ci è sembrato semplicemente imbarazzante per una produzione che almeno sulla carta aspirava a ben altri traguardi. Alla fine quindi Drive to Glory si limita a svolgere il ruolo di un semplice entré di benvenuto per farci scoprire tutto ciò che GRID Legends ha da offrire una volta arrivati ai titoli di coda della modalità narrativa.
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La vera carriera
Drive to Glory è quindi un assaggio di quello che ci aspetta nella modalità Carriera. Messi da parte elementi estetici come il logo della scuderia, nella Carriera si intravedono alcuni elementi gestionali in cui investire i crediti ottenuti a suon di vittorie per potenziare la scuderia e il co-pilota. Ma prima di approfondire questi aspetti è bene tenere sempre presente che per sbloccare gli appositi potenziamenti (suddivisi in tre livelli) bisogna raggiungere un determinato Livello Pilota. Già solo completando i 35 eventi della modalità Storia ne avrete a sufficienza per sbloccare il Livello 2 di potenziamenti della scuderia e del co-pilota. Fatto questo non dovete far altro che acquistare i vari perk che nel caso della scuderia permettono ad esempio di ottenere sconti al concessionario, la possibilità di sbloccare nuovi sponsor e non solo. Per il co-pilota invece c’è la possibilità di migliorare la sua abilità in pista e di sbloccare ordini per fargli tentare il sorpasso, difendere la posizione o mettere i bastoni tra le ruote al proprio rivale. Il miglioramento dei veicoli segue lo stesso concetto, con l’unica differenza che per sbloccare i tre livelli di potenziamento bisogna semplicemente utilizzare quel veicolo che desideriamo potenziare. Come avrete intuito quindi il miglioramento delle prestazioni dei veicoli segue la scia arcade dell’intera produzione e non è quindi legata a una gestione più tecnica delle componenti come lo possiamo trovare in un Gran Turismo, Forza o Need for Speed in cui modificare il motore e altri pezzi. Il problema di tutti questi elementi gestionali è che alla fine dei conti risultano appena abbozzati senza la minima profondità finendo ben presto col passare in secondo piano.
Il cuore pulsante dell’esperienza di GRID Legends sono insomma le gare su pista e in questo caso l’opera di Codemasters non delude affatto. Ci sono oltre 120 automobili suddivisi in 9 categorie che vanno dalle più classiche Tuning e GT, ai camion per poi passare ai veicoli elettrici, drift e così via. Più di un centinaio di tracciati sparsi in 22 location per il mondo tra circuiti cittadini, di montagna e le più tradizionali piste in cui affrontare gare classiche e varianti come l’Eliminazione e giro su pista. Tutti questi contenuti vanno a comporre una modalità carriera che tra un evento e l’altro riesce a intrattenere per svariate ore di gioco fino ad arrivare al The Gauntlet (evento già visto in Drive to Glory) che rappresenta il gran finale.
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In pista
Snocciolati tutti i menù di gioco, è arrivato il momento di scendere in pista. GRID Legends sposta l’asticella simcade tipica della serie a favore di un’esperienza di gioco arcade pur senza mai raggiungere quegli estremismi di un Onrush, tanto per citare un gioco della stessa Codemasters. GRID Legends quindi si focalizza più sulla spettacolarizzazione del motorsport regalando sin dalla prima curva un’esperienza di gioco tanto accessibile quanto divertente. Le nove categorie di veicoli sono comunque ben caratterizzate e riescono a trasmettere differenti sensazioni di guida.
Un grande punto di forza di questo GRID Legends è sicuramente l’intelligenza artificiale che caratterizza ogni gara con sorpassi al limite, sportellate, incidenti e altri fattori che riescono sempre a dare quel giusto senso di imprevidibilità. Il nostro comportamento in pista determina anche l’atteggiamento degli avversari nei nostri confronti. Uno stile aggressivo, prendere a sportellate gli avversari porterà alla creazione di rivalità con le nemesi che quindi si comporteranno di conseguenza nei nostri confronti difendendo con più convinzione la posizione o attaccandoci con più cattiveria per tentare il sorpasso. L’unico problema dell’IA è nella difficoltà del gioco tarata verso il basso che non risulta quindi in grado di offrire un’esperienza davvero impegnativa.
C’è poi il multiplayer che ruota attorno al concetto di hop-in. Qualsiasi gara può essere giocata online con amici e utenti da tutto il mondo che possono unirsi in corsa in qualsiasi momento, anche a gara in corso. In quest’ultimo caso un giocatore prende il posto di un veicolo controllato fino a un momento prima dall’intelligenza artificiale. Il multiplayer supporta un massimo di 22 giocatori e le funzionalità cross-play permettendo così agli utenti Playstation, Xbox e PC di giocare insieme. Un matchmaking veloce e una buona stabilità dei server rendono il multiplayer davvero piacevole e aiutano a tenere il gioco installato sulla console per ulteriori ore soprattutto considerando che tutto il sistema contribuisce alla progressione nella carriera.
EGO
L’EGO Engine di Codemasters si conferma anche in questa occasione una garanzia. Pur non raggiungendo vette di eccellenza, GRID Legends si è rivelato un’esperienza solida e visivamente davvero piacevole. I modelli poligonali dei veicoli sono realizzati con grande cura negli esterni e un po’ meno negli interni. Le location sono ben fattee rese ancora più spettacolari dai fuochi d’artificio, effetti particellari vari e da un sistema d’illuminazione che le rende davvero accattivanti. 22 auto su pista, effetti particellari, incidenti e tanti altri elementi su schermo che non vanno ad inficiare nella fluidità del gioco sempre ancorata sui 60 fps nella versione Xbox Series X da noi provata. Di ottimo livello anche il comparto sonoro che rende l’esperienza di gioco ancora più coinvolgente e un doppiaggio in italiano per la modalità storia che fa onestamente il suo lavoro.
Commento finale
GRID Legends è un racing game dalla doppia faccia. La modalità Storia si rivela essere poco accattivante e una sorta di esteso tutorial in vista della più riuscita Carriera. Eppure anche quest’ultima sembra procedere un po’ con il freno a mano tirato per via di elementi gestionali appena abbozzati. Superate queste criticità ci si ritrova comunque dinanzi a un racing arcade davvero intenso, divertente, ricco di contenuti e soprattutto variegato. Resta comunque l’amaro in bocca per quello che poteva essere questa produzione Codemasters con qualche piccolo sforzo in più.