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Recensione Ghostrunner 2

di: Luca Saati

Il primo Ghostrunner è stato sicuramente una delle grandi sorprese del 2020 in termini commerciali con 2,5 milioni di copie vendute raggiunte di recente, e gli sviluppatori One More Level e l’editore 505 Games  non potevano di certo lasciarsi scappare questo treno in corsa. Ghostrunner 2 è quindi arrivato con lo stesso adrenalinico gameplay del suo predecessore con l’obiettivo di replicare lo stesso successo.

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Ninja Cyberpunk

Ghostrunner 2 è ambientato un anno dopo gli eventi dell’originale. Il protagonista, Jack, dopo aver distrutto la Custode delle Chiavi dall’altro della sua Dharma Tower, deve affrontare un violento culto nato al di fuori della torre con l’obiettivo di riportare ordine in questo futuro distopico cyberpunk.

Senza entrare troppo nei dettagli per evitare spoiler, è subito chiaro che la parte narrativa non è il punto forte della produzione di One More Level e, anzi, le parti di trama risultano più un fastidio da sopportare tra un livello e l’altro piuttosto che un vero valore aggiunto. La trama di Ghostrunner 2 ci porta comunque ad esplorare una buona varietà di luoghi permettendoci di uscire per la prima volta fuori dalla torre del primo capitolo.

Ghostrunner 2 è molto simile al suo predecessore in termini di gameplay, se quindi non vi è piaciuto il primo capitolo sono sicuro che non cambierete idea. La formula è sempre quella con missioni che mescolano fasi platform/parkour con il protagonista in grado di correre sui muri, usare un rampino e mettere in mostra tutta la sua agilità come solo il migliore dei ninja del futuro può fare. Il combattimento richiede una dose estrema di precisione e riflessi dato che basta un solo colpo per morire. A tratti sembra che Ghostunner 2, come il suo predecessore, nasconda più una natura da puzzle game in cui pianificare attentamente le varie mosse per non essere colpiti piuttosto che un action in prima persona riducendo di conseguenza il tutto al classico trial and error che non riesco mai ad apprezzare in produzioni di questo tipo nonostante un caricamento praticamente istantaneo tra una morte e l’altra e checkpoint non troppo distanti l’uno dall’altro. La cosa migliore sarebbe lasciarsi trasportare dall’azione con la musica elettronica a tutto volume nelle cuffie, ma il continuo trial and error non fa altro che spezzare quel ritmo e quella frenesia dell’azione che la serie di One More Level vorrebbe restituire senza però riuscirci.

Tra i cambiamenti apportati al gameplay troviamo lo shuriken che adesso è un’abilità che si ricarica in breve tempo adatta per gli attacchi a distanza. Una modifica all’apparenza piccola, ma che offre maggiori approcci al combattimento. Ci sono anche nuove abilità Ultimate che, nonostante tempi di ricarica molto più lunghi, demoliscono ogni nemico nelle vicinanze.

Ma le due novità di rilievo arrivano solo in una fase molto avanzata: la moto e poi la tuta alare. La motocicletta inizia bene con un livello pieno di ostacoli e caratterizzato da un’azione adrenalinica, ma invece di proseguire su questa strada gli sviluppatori sembrano dimenticarsi del suo potenziale. Discorso non troppo diverso per la tuta alare che, complice forse il suo arrivo troppo tardi, viene sfruttata davvero poco senza riuscire a spiegare le ali come meriterebbe. Insomma invece di espandere le nuove aggiunte, One More Level le ha messe in un angolino quasi come se non dovessero rubare la scena all’azione tipica della serie.

La longevità dipenderà molto dalla propria abilità pad alla mano. Un primo playthrough richiede una decina di ore, anche se un completista potrebbe impiegarcene almeno una quindicina. Oltre all’avventura principale c’è anche la modalità Roguerunner.exe che, come il nome suggerisce, propone una variante in salsa roguelite in cui si affrontano una serie di livelli generati proceduralmente di difficoltà variabile che se completati permettono di sbloccare nuovi potenziamenti utili per la scalata. Niente di rivoluzionario, ma una gradevole aggiunta per i fan del gioco.

Graficamente Ghostunner 2 è un bel vedere, complice l’ambientazione post-apocalittica cyberpunk  caratterizzata da luci al neon sgargianti in netto contrasto con il tono dark che si respira. Artisticamente non si può dire che Ghostrunner 2 non sia ispirato, tutt’altro. L’Unreal Engine 4 è stato tirato a lucido per l’occasione con modelli poligonali, texture e ambientazioni che, insieme al già citato comparto artistico, regala una grafica decisamente di ottimo livello. Il tutto senza cali di framerate, sempre granitici. A tal proposito su console ci sono tre modalità grafiche: Qualità con risoluzione 4K dinamica e 30 fps come target; Prestazioni che invece punta ai 60 fps mantenendo sempre una risoluzione 4K dinamica; infine c’è l’ultima modalità che arriva fino a 120 fps con 1080p. Eccellente il sonoro con musiche elettroniche adatte con l’ambientazione e un buon doppiaggio in inglese.

Commento finale

Ghostrunner 2 non ci prova nemmeno a conquistare coloro che non hanno apprezzato il primo capitolo, ma punta tutto su quello zoccolo duro di fan che voglio farsi trasportare dall’azione frenetica a ritmo di musica synthwave in un contesto cyberpunk in cui regna la dicotomia dark e luci al neon. E poi inspiegabilmente le novità introdotte dai ragazzi di One More Level arrivano così tardi da non riuscire a lasciare il segno dando più la sensazione di trovarsi dinanzi a un capitolo 1.5 piuttosto che un vero e proprio sequel.