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Recensione FlatOut 4: Total Insanity

di: Simone Cantini

L’ignorante spensieratezza dei racing arcade è da sempre in grado di accompagnare, a patto di essere ben confezionata, i momenti di cazzeggio più spinto che amiamo ritagliarci una volta a fianco delle nostre amate console. E FlatOut 4: Total Insanity giunge sugli scaffali proprio per inserirsi, tra una sportellata ed un getto di nitro in pieno viso, in questo folle calderone di corse all’ultimo respiro, in cui fortunatamente potremo fare a meno di preoccuparci di scie, traiettorie e usura dei pneumatici. L’unico obiettivo sarà quello di divertirsi, magari in compagnia anche di qualche amico in carne ed ossa, con il semplice obiettivo di tagliare per primi il traguardo. E non solo.

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Press the pedal to the metal

Il piatto proposto dai ragazzi di Kylotonn è quanto mai ricco e succulento, seppur caratterizzato da alti e bassi decisamente evidenti. FlatOut 4: Total Insanity  si apre con una corposa modalità campagna, in cui ci troveremo al solito ad affrontare una serie di eventi, suddivisi in tre distinte categorie di veicoli. Inizieremo la nostra avventura a bordo di un rottame che, accumulando faticosamente crediti traguardo dopo traguardo, potremo andare a potenziare liberamente, oppure a sostituire con un nuovo veicolo ancora più performante (da pimpare a sua volta). L’idea, pur non essendo assolutamente originale, ha sulla carta un discreto potenziale, dato il cospicuo numero di prove che saremo chiamati ad affrontare. Peccato che la progressione sia quanto mai lenta, dato l’esiguo numero di crediti che possiamo incamerare dopo ogni corsa, a cui fa da contraltare l’esorbitante costo delle vetture accessorie. Fortunatamente, a risollevare le sorti di un pacchetto non proprio performante, ci pensa la discreta varietà di situazioni in cui è possibile imbattersi: si spazia dalle classiche corse in cui conta solo arrivare primi, passando per manche a tempo e giungendo fino alle gare ad eliminazione. Il tutto ambientato all’interno di un buon manipolo di circuiti, ognuno dotato dei suoi bravi bivi e di tutta una serie di elementi distruttibili, il cui abbattimento sarà necessario per riempire la fondamentale barra del turbo. Tutto scorre all’insegna della più becera spensieratezza e dell’arcade più sfrenato e, nonostante un sistema di guida capace di trasformare in testacoda o cappottamenti anche il contatto più flebile, l’esperienza riesce a strappare più di un sorriso, anche se non gode certo di un appeal a lunghissimo termine. Ben più strutturata ed originale, invece, la modalità Flatout, all’interno della quale il team transalpino sembra aver riversato tutta la propria follia. Si tratta di un elenco di prove tra il corsistico e l’acrobatico, in cui lo scopo principale sarà quello di accumulare il maggior numero di punti, i quali torneranno utili per scalare le classifiche online, ma anche per accedere a tutte le 42 differenti situazioni del pacchetto. La varietà, in questo caso specifico, non manca: alle corse contro il tempo per evitare che la bomba che abbiamo a bordo esploda, oltre che ad arene in pieno stile Destruction Derby, si affiancano sfide in cui dovremo proiettare il nostro pilota contro strutture da demolire, oppure potremo utilizzarlo come palla da bowling o disco da curling. Queste varianti ricopriranno un ruolo fondamentale nel multiplayer locale, capace di ospitare fino ad 8 differenti giocatori ed in grado di tramutare FlatOut 4: Total Insanity in un vero e proprio party game a turni. Manca, ahinoi, lo split screen, pertanto l’unico modo per correre in diretta contro altri avversari umani sarà quello di ricorrere alle funzionalità online. Peccato che, in assenza di tutti e 12 i partecipanti permessi dal gioco, non sia possibile rimpiazzarli con i bot necessari.

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Bring up the noise

Esaminando nel dettaglio l’aspetto tecnico di FlatOut 4: Total Insanity appare subito evidente come PS4 e Xbox One non siano state spremute a dovere dai ragazzi di Kylotonn: basta confrontare il titolo in questione con DriveClub e Forza Horizon 3 per rendersene ampiamente conto. Pur al netto di particolari virtuosismi grafici, l’impatto scenico della produzione francese gode comunque di una sua gradevolezza, capace di non far rimpiangere poi troppo il denaro investito. A lasciare talvolta perplessi è la leggibilità delle piste, che non lesinano momenti in cui risulta ostico capire bene cosa ci riserva il tracciato, situazioni che possono di conseguenza trasformarsi in fastidiose perdite di preziosi secondi. L’intelligenza artificiale degli avversari è risultata invece ben dosata, caratterizzata da picchi di aggressività ben evidenti e capace, quindi, di rappresentare una sfida tutto sommato appagante. In linea con le atmosfere tamarre l’accompagnamento sonoro, forte di un campionario di brani punk ed hard rock che ben si amalgamano con il gameplay immediato e ruvido.

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FlatOut 4: Total Insanity segna il ritorno (ma sarebbe meglio dire rinascita) di un brand da sempre votato al cazzeggio più estremo. Divertirsi senza pensare troppo alla perfezione della guida sembra essere il motto della produzione Kylotonn e, pur al netto di alcune sbavature  riscontrate nel modello di guida e nella leggibilità della scena, non si può certo dire che l’obiettivo di fondo non sia stato raggiunto.