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Recensione Five Nights at Freddy’s VR: Help Wanted

di: Simone Cantini

Ne avevo sempre sentito parlare, ma non essendo un giocatore PC, oltre che refrattario alle trasmissioni dei vari youtuber, non avevo mai giocato ai vari Five Nights at Freddy’s. Certo, sono un fan delle produzioni horror, ma il mio cuore pende più verso il classicismo, poco importa se sia l’Alone in the Dark di casa Infogrames (sì, ai tempi videogiocavo su computer, lo ammetto), oppure uno dei miei mai dimenticati Silent Hill. È però innegabile come il PSVR sia in grado di far vivere la paura sotto una prospettiva nuova, capace di far apprezzare esperienze non sempre in linea con i miei standard, come nel caso di Five Nights at Freddy’s VR: Help Wanted.

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Il lavoro uccide

Se, come il sottoscritto, siete a digiuno della saga ideata da Scott Cawthon, Five Nights at Freddy’s VR: Help Wanted potrebbe essere l’occasione giusta per rimediare a questa lacuna. Il titolo, difatti, ripropone l’esperienza dei primi tre capitoli della serie, aggiungendo ad essi un’altra manciata di minigiochi, capaci di catapultarci con veemenza all’interno delle sinistre mura del Freddy Fazbear’s Pizza. La prima porzione del gioco ci vedrà impegnati a trascorre incolumi, nei panni di un guardiano notturno, le cinque notti che sono all’origine del titolo: rinchiusi in una piccola stanza, con solo il pannello di controllo delle telecamere del locale, due interruttori per la luce e due porte blindate a scomparsa come unici alleati, dovremo monitorare le mosse degli animatronics che popolano il locale che, una volta giunta la notte, dismettono i loro amichevoli costumi per trasformarsi in gigantesche macchine assassine. L’unico modo per arrivare alle 6 del mattino, orario in cui finiremo il turno di lavoro, consisterà nel chiudere al momento giusto i due ingressi che conducono al nostro improvvisato rifugio, sfruttando le videocamere e la luce per capire quale sia il momento giusto per farlo. Il tempismo sarà difatti fondamentale, dato che le varie apparecchiature consumeranno ad ogni utilizzo parte dell’energia elettrica a nostra disposizione, che dovrà quindi essere sapientemente centellinata per evitare di incappare in una prematura dipartita, il tutto riprendendo sotto una ben più angosciante prospettiva il gameplay originale. Oltre a ciò, come detto poco sopra, Five Nights at Freddy’s VR: Help Wanted ci omaggia di alcune esperienze originali, anche se di qualità invero altalenante: in una saremo chiamati a riparare i vari pupazzi, in una sorta di macabra versione del celebre Allegro Chirurgo; in un’altra dovremo riparare dei condotti di ventilazione, il tutto mentre una letale minaccia si aggirerà al loro interno (ciao Alien!); avremo poi una sorta di un, due, tre stella, in cui con una torcia dovremo illuminare al momento giusto il pupazzo di turno; a chiudere il pacchetto ci pensa un gioco che ci vedrà intenti a chiudere delle porte per evitare di essere sopraffatti da uno degli animatronics. Le ultime due proposte non sono certo entusiasmanti, ma la prima accoppiata rappresenta una declinazione molto efficace del mood che si respira nell’opera. Ovviamente ciascuna sezione sarà dotata di vari stage, oltre che di un livello di difficoltà superiore, a cui andrà ad accompagnarsi un corposo set di collezionabili, utili anche per approfondire la lore della serie. Insomma, pur con alti e bassi, a livello meramente contenutistico non ci si può certo lamentare.

Ho detto buh!

La parte più in ombra di Five Nights at Freddy’s VR: Help Wanted, dunque, appare essere quella del puro gameplay che, se analizzato brutalmente, risulta alquanto essenziale qualunque sia l’esperienza che sceglieremo di intraprendere. E allora cosa ha impedito al titolo Steel Wool Games di scivolare nel limbo della mediocrità? Mai come in questo caso, a fare la differenza è senza dubbio l’atmosfera perfetta che avvolge il tutto che, complice una gestione dell’audio ambientale pazzesca, un’effettistica di eccellente fattura ed un sadico impiego dell’illuminazione, riesce a rendere quasi palpabile la tensione che impregna ogni singolo istante di gioco, il cui culmine è rappresentato dagli inevitabili jumpscare. Io stesso, inoltre, ero scettico su come dei semplici pupazzi potessero essere visti come mortali minacce, ma sono bastate solo pochissime partite per farmi ricredere su tutta la linea: Freddy, Chica, Bonnie e Roxy meritano di entrare di diritto all’interno del pantheon di creature più terrificanti dei videogiochi, il cui sguardo spento sono sicuro finirà per tormentarvi anche a visore scollegato. Ovviamente, come tutte le produzioni caratterizzate da un gameplay quanto mai circolare, l’efficacia del terrore inizia a scemare dopo un po’ di tempo, non appena inizieremo a comprendere le meccaniche in grado di portare al game over, ma ciò nonostante rimarrà sempre una benvenuta spruzzata di inquietudine ad animare le varie partite. Peccato solo per l’assenza di una qualsiasi forma di localizzazione in italiano che, senza dubbio, avrebbe permesso una maggiore immedesimazione, così come stona il sin troppo scarno e sintetico set di istruzioni che accompagna ciascun minigioco. Presente, invece, la doppia compatibilità DualShock/Move, anche se essendo un gioco statico, in cui l’unico modo di interagire sarà per mezzo di due braccia virtuali, è innegabile come il luminoso gelato made in Sony rappresenti la scelta migliore, pur con alcuni lievi e sporadici difetti di tracciatura.

Five Nights at Freddy’s VR: Help Wanted mantiene ed amplifica tutte le sue carte migliori, che escono rivitalizzate in modo prepotente dall’incontro con la realtà virtuale. Il vivere fisicamente la tensione della sciagurata guardia notturna, difatti, corrobora efficacemente l’orrore e la tensione che sin dagli esordi la serie è riuscita a veicolare. Il tutto è inoltre calato all’interno di un contesto contenutisticamente ben assortito, pur con gli inevitabili alti e bassi, oltre che caratterizzato da uno stile azzeccato, a cui si accompagna una gestione dell’audio e della luce veramente fenomenale. Benvenuti al Freddy Fazbear’s Pizza, un luogo magico dove il divertimento e l’immaginazione prendono vita. Fazbear Entertaiment non é responsabile per danni a cose o persone. Ecco, per lo meno io vi ho avvertito.