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Recensione Fate/Samurai Remnant

di: Simone Cantini

Addentrarsi all’interno della saga di Fate, considerando l’ingente quantitativo di produzioni che la caratterizzano, non è impresa poi così semplice, soprattutto se come il sottoscritto si è completamente digiuni di quella che era iniziata come una visual novel. Tra titoli principali, spin-off e serie animate, la creatura firmata Type-Moon può vantare un universo complesso e sfaccettato, tenuto assieme da alcuni elementi comuni che, fortunatamente, ritornano anche Fate/Samurai Remnant, ideale porta d’ingresso per i neofiti del brand, di cui non posso fare altro che ringraziare Tecmo Koei ed Omega Force. La produzione in questione, difatti, spariglia in parte le carte in tavola, presentando un gameplay rinnovato (e fedele in parte alla tradizione del team di sviluppo) e gettando le basi per una storia nuova di zecca che, pur presentando i canonici elementi cardine, non necessita di apprendere tutto il pregresso per potersi gustare il tutto. Un’operazione che, non posso che confessarlo, a livello puramente personale ho trovato davvero centrata. Ed ora vi spiegherò perché.

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7 Servant per 7 Master

A dispetto delle sue decine e decine di declinazioni, la saga di Fate ha da sempre ruotato attorno al medesimo canovaccio, forgiato attorno alla ricerca del Sacro Graal da parte di 7 Servant, spiriti legati ad alcuni grandi guerrieri defunti e caratterizzati da una specifica classe (Spadaccino, Arciere, Berserker, Cavaliere, Lanciere, Stregone e Assassino), che vengono evocati da altrettanti Master, individui in carne ed ossa che si daranno battaglia per conquistare il leggendario calice, per poter così esaudire un qualunque desiderio. E anche la storia narrata in Fate/Samurai Remnant, pur spostando tutto nel periodo Edo e resettando (quasi) completamente il cast, verterà attorno ad un simile concetto, incarnato dal Waxing Moon Ritual. Al comando dello spadaccino Iori Miyamoto, figlio adottivo del leggendario Musashi Miyamoto (guerriero realmente esistito), uniremo le forze con il misterioso spirito Saber, assieme alla quale dovremo dare battaglia alle altre coppie di Servant/Master, nel tentativo di essere gli unici superstiti di questa letale lotta. Un racconto interessante e sfaccettato, caratterizzato da una narrativa sicuramente piacevole ed intrigante, oltre che impreziosito da una compagnia di personaggi ben caratterizzati, con cui sarà semplicissimo entrare rapidamente in sintonia. Il tutto, pur con i suoi bravi distinguo di gameplay, mi ha ricordato molto l’impostazione degli Yakuza, sia per quanto riguarda la struttura del mondo di gioco che la regia generale, grazie anche alla presenza di un corposo numero di elementi puramente narrativi, tanto per non rinnegare le origini di visual novel dell’intero progetto. Data la natura estremamente verbosa del tutto, resa ancora più marcata dall’assenza della localizzazione italiana, preparatevi a trascorre molto tempo a leggere ingenti quantitativi di testo. Si tratta, comunque, di un elemento indispensabile, stante la natura di punto di ingresso alla serie, visto che così facendo si riesce ad introdurre a dovere anche le nuove leve alle caratteristiche del brand. Nel corso delle circa 40 ore necessarie a giungere ai titoli di coda, senza contare il New Game+ foriero di ulteriori divagazioni ludico/narrative, ci sarà anche tempo per menare abbondantemente le mani, grazie ad un gameplay action che strizza in parte l’occhio al mondo dei musou, ma che non si è risparmiato una serie di interessantissimi e divertenti stravolgimenti.

Non chiamatelo musou

Dici Omega Force e subito pensi a Dynasty Warriors e simili, con il suo trittico storicamente formato da attacco normale, pesante e speciale. Elementi che ritroviamo anche in Fate/Samurai Remnant, dato che gli scontri si baseranno sulla pressione dei tre tasti dedicati, tramite i quali sarà possibile dare vita ad un corposo numero di combo. L’influenza di Koei Tecmo, ed in particolare di Nioh, è presente tramite l’inserimento di alcune stance, che sarà possibile variare in tempo reale e che ci permetteranno di mutare la tipologia di approccio e la varietà degli assalti. A completare il quadro delle abilità belliche di Iori troviamo la possibilità di schivare e contrattaccare, oltre alla presenza di incantesimi, legati all’utilizzo di alcune sfere che potremo ottenere durante gli scontri. Data la presenza di Saber, però, non saremo mai soli sul campo di battaglia, visto che la nostra mistica compagna fornirà costantemente un supporto attivo, oltre a garantirci un ulteriore set di abilità, che potremo scatenare dopo aver riempito un apposito indicatore. Aumentando il nostro tasso di sintonia con la ragazza, per mezzo delle varie attività collaterali, sbloccheremo anche la possibilità di generare devastanti attacchi combinati. Potremo anche prendere direttamente il controllo di Saber per un periodo limitato, anche in questo caso in seguito al riempimento del meter dedicato. Considerando anche l’inserimento di un corposo skill tree per ciascuno dei due protagonisti, che ci permetterà di sbloccare perk passivi e nuove skill attive, quello che ne emerge è un quadro ben più complesso e sfaccettato di quello a cui Omega Force ci ha abituato, pur presentando quasi sempre scontri con un nutrito numero di avversari, intervallati dalla presenza di boss e miniboss. Pad alla mano tutto funziona alla perfezione, oltre ad essere estremamente puntuale e reattivo, oltre che dannatamente divertente, nonostante il tutto finisca dopo un po’ per risultare a tratti ripetitivo, complice anche la durata non certo trascurabile dell’esperienza.

Kamuro-cho prima di Kamuro-cho

Non di soli combattimenti puri e semplici vive Fate/Samurai Remnant, e proprio in questa sua volontà di variare lo schema ludico si ritrovano le lievi analogie con la saga di Yakuza. Al di là della modalità di esplorazione dei quartieri che compongono Edo, che saranno caratterizzati da un buonissimo numero di obiettivi opzionali, troveremo ad accoglierci anche particolari digressioni accessorie, ovvero momenti disponibili per un tempo limitato e che ci permetteranno di approfondire la personalità dei vari personaggi. Interessante anche la presenza di una modalità simile ad un board game, che trasformerà la mappa generale in una sorta di reticolo suddiviso in nodi, in cui l’obiettivo sarà eliminare le forze nemiche, attaccandole direttamente, oppure chiudendogli la strada che le conduce alla base. Una meccanica che in parte si lega allo sviluppo del nostro quartier generale, che sarà possibile migliorare investendo il denaro guadagnato e le risorse recuperate, così da accedere a nuove abilità e potenziamenti. Interessante anche il modo in cui è gestito l’equipaggiamento di Iori, che sarà legato alla personalizzazione della sua coppia di spade, grazie alla presenza di amuleti, rivestimenti, else e foderi, ognuno dei quali andrà a fornire bonus e miglioramenti vari. Insomma, gli elementi messi sul piatto sono davvero molti e riescono a fornire un quadro assai sfaccettato e variegato, capace di mantenere sempre desta l’attenzione del giocatore, evitando così di farlo cadere vittima di un loop ossessivo che potrebbe portare a stancarsi rapidamente della produzione.

Chi non scatta niente scatti

Qualche ombra si registra, invece, all’interno del comparto tecnico di Fate/Samurai Remnant, che si è dimostrato a tratti incapace di supportare a dovere la PS5 su cui ho effettuato prova. Al di là di una direzione artistica sicuramente pregevole, forte di un character design azzeccatissimo (che in alcuni elementi mi ha ricordato la serie di Persona) e di uno stile assai accattivante, a far inarcare il sopracciglio ci ha pensato un frame rate non sempre solidissimo, soprattutto quando ci troviamo a gironzolare in notturna per le strade di Edo. La stessa modellazione poligonale non fa certo gridare al miracolo, pur in presenza di una pulizia soddisfacente, ma sicuramente il tutto è da imputare alla natura crossgenerazionale del titolo Omega Force, anche se bisogna riconoscere come il team non ci abbia mai abituato a espressioni grafiche mirabolanti. Ottimo, invece, il fronte sonoro, caratterizzato dal consueto ed eccellente voice over in giapponese, oltre che da alcune musiche sicuramente ispirate e calzanti. Peccato, come già detto, per l’assenza di una qualsiasi localizzazione nella nostra lingua.

Siete sempre stati incuriositi dalla saga di Fate, ma non avete mai osato avvicinarci a questo complesso universo? Bene, allora Fate/Samurai Remnant è il titolo fatto apposta per voi, grazie al fatto di essere idealmente una divertentissima porta d’ingresso al mondo creato da Type-Moon. Pur presentando una storia nuova di zecca e scollegata agli eventi canonici del brand, il titolo realizzato da Omega Force ne presenta tutti gli elementi narrativi di base, che vengono calati all’interno di un contesto nuovo di zecca, impreziosito da un gameplay tanto immediato, quanto profondo e stratificato. Unite il tutto ad una narrazione intrigante e da un corposo numero di attività da svolgere, ed avrete a disposizione un gioco in grado di mandare alle ortiche qualsiasi timore reverenziale nei confronti di Fate. A patto che non vi spaventi il dover passare un bel po’ di tempo a domare la natura in parte visual novel della produzione, che purtroppo ci viene proposta unicamente in inglese.