Recensione Enotria: The Last Song
di: Francesco PellizzariQuante volte vi è capitato di sentire lo stereotipo “italiani, pizza, spaghetti e mandolino”? Sebbene venga usato in maniera scherzosa per rappresentare ed enfatizzare alcuni aspetti della cultura italiana, è innegabile che possa sembrare un po’ semplicistico e tenda a sminuire quello che il nostro paese ha da offrire. Sarà stato forse questo il motivo che ha spinto i ragazzi di Jyamma Games a creare Enotria: The Last Song? Difficile a dirsi, ma dato che ne stiamo parlando, è il caso di analizzare più da vicino questo Soulslike nostrano.
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C’è sempre una parte da recitare
Enotria: The Last Song racconta la storia di un mondo intrappolato in una realtà illusoria, dove ogni cosa è congelata in un’eterna rappresentazione teatrale chiamata il Canovaccio. Gli abitanti vivono come attori in ruoli predeterminati, incapaci di cambiare il loro destino. Il protagonista, noto come Senza Maschera, è l’unico individuo libero da questo incantesimo. Con la capacità di trasformare la realtà usando il potere dell’Ardore, il suo obiettivo è spezzare il Canovaccio, liberando il mondo e i suoi abitanti da questa prigione. Per farlo, deve affrontare i misteriosi Autori che hanno creato e controllano questa illusione.
Soulslike? No, SummerSouls
Nonostante si tratti di un titolo che attinge a piene mani dal genere in cui From Software la fa da padrone, Enotria: The Last Song si distingue fin da subito per la direzione artistica intrapresa dagli sviluppatori. Abbandonate le atmosfere dark, cupe e oscure che permeano giochi quali Bloodborne, Dark Souls o Elden Ring, il prodotto che hanno sfornato i nostri connazionali sfoggia un’atmosfera estiva pregna di sole, colore e architettura ispirata alla nostra cultura. Molti sono infatti i riferimenti al folklore italiano e all’arte del nostro paese, con paesaggi che ricordano da vicino Venezia, la Toscana e il meridione.
Botte estive
Pad alla mano, Enotria: The Last Song si dimostra essere un’opera quasi derivativa di tutti i Soulslike visti sinora; di fatto il combat system è basato su attacchi leggeri, pesanti, parata e schivata. Detto così potrebbe sembrare semplicistico, quasi basilare, ed in effetti non è molto distante dall’esserlo. Eseguendo parate perfette non subiremo danni dagli avversari e andremo a riempire il loro indicatore di Dissoluzione, il quale, una volta riempito, lascerà il nemico in una fase di stasi che ci permetterà di causare un danno critico. Il nostro personaggio è anche in grado di lanciare incantesimi, qui chiamati Versi, che andranno sbloccati lungo la nostra avventura. Solitamente rilasciati da boss o da mid boss, sarà possibile trovarne alcuni esplorando a fondo i livelli di gioco. Ogni verso si caricherà in base al danno che infliggeremo e avrà un tempo per essere lanciato diverso dagli altri. Potremmo equipaggiarne un massimo di quattro per build. La parte riguardante la gestione del nostro avatar è piuttosto complessa e approfondita, tant’è che nelle prime ore di gioco potrebbe risultare quasi spiazzante. Nel mondo di Enotria troveremo diverse maschere per potremmo indossare per avere dei bonus passivi. Oltre alle appena citate maschere ci saranno le sembianze da tenere in considerazione, le quali andranno a modificare in modo positivo o negativo le nostre stats. Ogni maschera ha 6 slot per abilità passive che andranno acquistate preventivamente tramite il Cammino degli Innovatori, il classico albero abilità. Potremmo creare sino a 3 build o Corredi differenti, e sarà possibile cambiarle al volo in game senza doverci recare ai nodi di risonanza che qui funzionano come checkpoint e per avanzare di livello tramite le memorie raccolte dai nostri nemici. Ogni corredo che andremo a personalizzare potrà contare inoltre su due armi e su uno slot dedicato alla pietra da parata. Non mancano gli effetti di stato ed i danni elementali, legati all’utilizzo di determinate armi o magie; alcuni saranno più forti o più deboli contro altri.
Maschere per tutti i gusti
Come avrete avuto modo di capire, Enotria offre un sistema di building personaggio piuttosto sfaccettato ed approfondito. La nota dolente è che non riusciremo quasi mai a sfruttarlo appieno, data l’aggressività dei mob e dal fatto che l’intero impianto di gioco si basa quasi esclusivamente su attacco, parata, dissoluzione e colpo finale. Come se non bastasse, sbloccando alcune abilità nel Cammino degli Innovatori è possibile creare Corredi talmente “rotti” da rendere il gioco fin troppo semplice. Per farvi un esempio, abbiamo creato un corredo con delle abilità che ci facevano guadagnare salute eseguendo parate perfette, guadagnare salute per ogni uccisione, restituivamo danno quando lo subivamo (anche in caso di parata perfetta il nemico veniva danneggiato) e un danno continuo all’avversario se colpito con attacco pesante, il tutto in combinazione con un’arma che arrecava danni da veleno e paralisi. Anche contro i boss più cazzuti è stata quasi una passeggiata.
Arlecchino, Pulcinella e chi più ne ha…
Parlando di boss, non possiamo esimerci dall’esprimere il nostro apprezzamento per aver utilizzato alcune delle maschere di Carnevale più famose per riempirci di mazzate. I vari boss sono realizzati con molta cura, con una soudtrack incalzante, composta da strumenti medioevali, barocchi e anche moderni. Il design dei nemici minori è anch’esso piuttosto variegato, in base alle zone che andremo a visitare, anche se si nota una certa ridondanza di modelli utilizzati in alcune aree di gioco. La storia inoltre ci è parsa un po’ confusa e talvolta troppo criptica. Come da tradizione, se la si vuole eviscerare a dovere, andranno lette tutte le descrizioni delle armi e i vari documenti trovati nelle aree che esploreremo. Da segnalare la presenza di un ottimo doppiaggio in lingua nostrana. Per terminare Enotria: The Last Song serviranno circa 40 ore di gioco; con tre finali a disposizione, la longevità e la rigiocabilità del titolo ne beneficiano. E’ possibile come da tradizione usufruire del New Game+ per poter mantenere statistiche ed equipaggiamenti delle run precedenti ma con avversari ancora più forti. Abbiamo provato il gioco grazie ad una key fornitaci da Jyamma Games per Xbox Series X; a parte un paio di crash che ci hanno riportati in home e qualche calo sporadico di frame rate, tutto sembra filare liscio giocando in modalità prestazioni.
Conclusioni
Va specificato che Enotria: The Last Song, resta comunque un prodotto molto godibile al netto di questi difetti che abbiamo citato poc’anzi. La nostra speranza è che il team Jyamma Games faccia tesoro di quello che c’è di buono in questo prodotto e di quanto c’è da sistemare e possa in futuro puntare ancora più in alto.