
Recensione Empyreal
di: Simone CantiniQuanti action abbiamo visto e giocato nel corso delle nostre carriere videoludiche? Dubito che li possiate contare sulle dita di una mano monca, pertanto può essere lecito chiedersi cosa possa spingere a debuttare con un genere così abusato. Eppure, Empyreal pare sbattersene allegramente di tutto ciò, e giunge sul mercato portandosi dietro un bagaglio di esperienze pregresse non certo trascurabile, non disdegnando però di condire il tutto con idee sicuramente personali ed originali. A questo punto, la domanda nasce spontanea (come diceva un noto giornalista qualche decennio fa): sarà tutto oro quello che luccica?

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Incipit fumoso
Lo confesso, della narrativa di Empyreal ho capito davvero poco, vista l’introduzione a base di immagini statiche che introduce un setting alquanto vago, e che non trova il giusto proseguo una volta che si inizia realmente a giocare. Quello che si riesce ad intuire, è che una spedizione scientifica ha finito per far perdere le proprie tracce durante l’esplorazione dello Ziggurat, un gigantesco monolite di natura aliena che troneggia sul pianeta in cui ci troveremo a muoverci. Noi impersoneremo un mercenario, incaricato da una compagnia semplicemente buttata in pasto al player senza troppe spiegazioni, che avrà proprio il compito di fare luce sull’accaduto.

Il tutto mentre ci troveremo ad interagire con una manciata di NPC stanziati presso il campo base che fungerà da HUB tra una sortita e l’altra, anche loro alquanto sibillini in fatto di caratterizzazione, dato che parleranno di eventi di cui non sapremo nulla, e che riusciremo a delineare leggermente solo portando a termine le loro quest dedicate. È evidente, quindi, come Empyreal non svetti assolutamente per quanto concerne il comparto narrativo, che rimane sempre sottotraccia, senza mai riuscire ad emergere nella sua completezza. Il che è comunque un peccato, visto che pur non sprizzando originalità da tutti i porti, il setting ha comunque un suo fascino, con il suo essere in bilico tra la sci-fi di Destiny e i loop mortali di Returnal. Vabbè, poco male, visto che tanto quello che conta è il gameplay, giusto?

Non abbiamo già giocato prima?
Ecco, anche qua c’è da tirare le orecchie a ragazzi di Silent Games che, pur non confezionando il più originale dei debutti, sono stati in grado di imbastire un set di meccaniche sicuramente interessanti. Peccato che siano fiaccate da scelte di design a tratti incomprensibili ed assolutamente non player friendly. Ci troviamo, in definitiva, al cospetto di un action RPG interamente basato sul loot, che ibrida un sistema di crescita del personaggio che strizza l’occhio al citato titolo Bungie, a meccaniche di lotta simil souls, seppur molto più leggere e permissive. Si partirà scegliendo la classe del nostro eroe (che potremo personalizzare tramite un discreto editor), che andrà ad influire prevalentemente sul setup bellico di partenza. Il novero di armi presenti in Empyreal è suddiviso in tre distinte classi, ognuna dotata dei propri meccanismi di approccio: spada e scudo sarà un binomio basato fortemente sul sistema di parate e risposte, il gladio punterà su schivate e attacchi serrati, mentre il cannone trasformerà il tutto in una sorta di TPS.

Confesso di essermi trovato particolarmente a mio agio con la seconda tipologia, mentre ho trovato davvero inconcludente l’uso delle bocche da fuoco, complice una marcata pesantezza e macchinosità di utilizzo, che mal si sposa con la frenesia degli scontri, soprattutto quando saremo circondati da un gran numero di nemici (e sarà praticamente la norma). Per quanto concerne il combattimento, questo sarà di stampo action puro, senza gestione della stamina, e a fendenti, parate, schivate e proiettili si accompagneranno dei set di consumabili, assegnati alle quattro direzioni del d-pad, oltre a tre skill soggette a cooldown (da sbloccare progressivamente giocando e legate alle armi in nostro possesso) e ad una mossa speciale da utilizzare una volta caricato l’indicatore. Nulla di nuovo sotto il sole, quindi, ma proprio per questo molto funzionale e ben strutturato: gli scontri sono sempre divertenti e frenetici e richiedono una buona dose di abilità per essere superati. A complicare le cose, però, ci pensano alcune scelte di design davvero discutibili, che si accompagnano ad una gestione della telecamera non sempre puntuale e all’assenza di un sistema di lock on.

Fendenti al vento
Empyreal è un gioco impegnativo, e non c’è niente di male in una simile scelta, il problema è quando la difficoltà risulta essere tale per fattori decisamente artefatti. I motivi sono da ritrovare in una gestione dei nemici assolutamente rivedibile, dato che questi tenderanno a curarsi continuamente, oltre a spammare ad libitum alterazioni di stato in grado di eliminarci in un lampo, a prescindere dal nostro livello di potenza del personaggio (determinato dai drop ottenuto dopo ogni sortita). Considerando che simili comportamenti li avranno anche i boss, tutti dotati di molteplici barre di resistenza, quello che emerge è un quadro inutilmente frustrante, che porterà a sonore sconfitte per motivi imponderabili: ho perso il conto dei boss di fine livello che, dopo essere stati portati ad un passo dalla sconfitta, hanno magicamente recuperato tutta l’energia perduta senza che fosse possibile fare alcunché. E se considerate che può accadere più volte nel corso di uno scontro…

Il titolo Silent Games, però, ha anche delle discrete frecce al suo arco, che rendono ancora più fastidiose le pecche sopra elencate. La sua progressione non lineare è legata all’intuizione dei cartogrammi, oggetti che andranno a caratterizzare in maniera unica i vari livelli di gioco, di cui determineranno loot, nemici e posizione di spawn all’interno delle mappe (tutte realizzate a mano e non in maniera procedurale come potrebbe sembrare). Questo rende ogni missione sempre differente e stimolante, anche in ottica di pura condivisione. Empyreal, difatti, presenta un meccanismo multigiocatore asincrono: di tanto in tanto sarà possibile imbattersi in giocatori sconfitti, che potremo aiutare donando loro cariche di vita supplementari, oppure equipaggiamenti (il sistema varrà anche per noi, ovviamente). Sarà inoltre possibile vendere ed acquistare i cartogrammi che riterremo più interessanti, scambiandoli direttamente con gli altri player, tramite una funzione di shop interna al gioco.

Si tratta di un’idea davvero interessante e gradevole, ma che lascia anche in bocca il sentore di ciò che Empyreal avrebbe potuto essere se avesse incorporato una funzionalità cooperativa tradizionale. La struttura di gioco e le missioni, difatti, sembrano quasi realizzate con in mente simili meccaniche, al punto che viene lecito chiedersi se tale feature sia stata tagliata in corso d’opera. Non è da escludere, dato che parliamo di un team composto da meno di una decina di persone, ma tale dimensione non viene assolutamente tradita da un comparto tecnico sottotono, anzi. Pur al netto di qualche sporadico e tutt’altro che fastidioso rallentamento, il colpo d’occhio offerto da Empyreal è assolutamente convincente, con una realizzazione generale decisamente sopra la media per simili produzioni. Gli ambienti sono sempre interessanti ed ispirati, con una menzione d’onore per il mondo sabbioso, che vanta una profondità visiva alquanto davvero invidiabile.

Empyreal è un debutto dal fascino indubbio, ma che paga pegno per alcune scelte ludiche davvero incomprensibili, che finiscono per rendere l’esperienza inutilmente frustrante. Se si può passare sopra l’assenza di un tutorial esaustivo e ad una narrativa caotica al punto giusto, viene assai più ostico assecondare una struttura degli scontri sin troppo punitiva e sbilanciata, che ci porterà a sbattere contro avversari in grado di annullare in un lampo ogni nostro sforzo. Il che è un peccato, dato che il combat system funziona e diverte pur nel suo essere assai derivativo, e le meccaniche dei cartogrammi e del multiplayer asincrono sono risultate intuizioni alquanto felici ed azzeccate. Un titolo sicuramente intrigante, ma che avrebbe potuto ambire a risultati più lusinghieri se fosse stato oggetto di un lavoro di bilanciamento più accurato. Per come giunge sul mercato, Empyreal può essere consigliato solo a chi è dotato di tanta, tantissima pazienza.