Recensione Elex
di: Simone CantiniIl pianeta Magalan era un globo florido e ricco di vita, una sorta di alter ego fittizio della nostra amata Terra. Pur al netto dei prevedibili e fisiologici contrasti social, nulla sembrava poter turbare gli equilibri di questo mondo distante, fino a quando non successe la catastrofe: un’enorme meteorite finì per schiantarsi sulla sua superficie, causando la distruzione dell’ordine costituito e mutando in maniera quasi irreparabile l’ecosistema del pianeta. Il corpo celeste, però, non fu soltanto foriero di morte, ma anche di un prezioso e sconosciuto elemento, l’Elex che da il titolo alla produzione Piranha Bytes, una oscura fonte di energia che sarebbe ben presto diventata il nuovo pomo della discordia per tutti gli abitanti di Magalan.
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Il peso delle scelte
Ci vollero, difatti, molte centinaia di anni prima che gli esseri umani riuscissero a rialzare la testa e riprendere parzialmente possesso di quello che, un tempo, era stato il loro mondo, adesso sconvolto da orribili mutazioni e da una natura oramai contaminata dall’Elex. I sopravvissuti al cataclisma avevano finito per suddividersi in quattro distinte fazioni, ognuna mossa dai propri particolari ideali e più che mai determinata a prendere il controllo di Magalan: i Berserker, guerrieri che rifuggono in maniera veemente ogni forma di tecnologia, sono dei selvaggi maghi guerrieri, legati fortemente alla natura e mossi dal desiderio di riportare gli equilibri naturali al loro antico splendore; le zone desertiche di Magalan, invece, sono la patria dei Fuorilegge, tossici sbandati che vedono nell’esaltazione del proprio ego la loro unica ragione di vivere; legati a doppio filo al progresso tecnologico sono invece i Chierici, intransigenti contro tutti coloro che non seguono i loro dettami e pronti a reprimere ogni forma di resistenza tramite il lavaggio del cervello; chiude il cerchio la fazione delle Albe, individui privati di volontà ed emozioni in seguito all’assunzione in dosi massicce di Elex. Noi impersoneremo uno di questi guerrieri implacabili, il comandante Jax, che in seguito ad un’imboscata finirà per liberarsi dei propri vincoli mentali. Scampato alla morte e privo di ogni condizionamento, Jax si aprirà per la prima volta al mondo, divenendo l’elemento in grado di condizionare tramite le proprie azioni la sorte di Magalan. Sì, perché uno dei punti di forza di Elex consiste proprio nell’impatto che ogni nostra azione o decisione avrà nell’infrastruttura del mondo di gioco: scegliere la fazione da spalleggiare (con conseguente accesso alle abilità relative), uccidere o meno un personaggio, rubare oppure modificare in corso gli esiti di una missione, sono tutte azioni che avranno un impatto tangibile sugli equilibri di Magalan, precludendoci l’accesso a determinati archi narrativi oppure sbloccandone di nuovi. Il mondo appare quanto mai vivo e credibile, con personaggi che si ricordano le nostre azioni e le nostre parole, il tutto declinato secondo un sistema di allineamento del personaggio che, a seconda del nostro modus operandi, ci porterà ad essere più o meno benvoluti da ciascuna fazione. Sotto questo aspetto Elex vanta una cura realizzativa davvero encomiabile, grazie ad un corposo albero relazionale avvertibile sin dai primi istanti di gioco. Ad amplificare l’immersività generale ci pensa anche un setting decisamente ispirato, seppur frutto di un collage di elementi che non possono non richiamare alla mente produzioni passate: Magalan sembra il figlio nato da una notte di passione tra The Witcher 3, Horizon, Mad Max, The Last of Us ed un qualsiasi Fallout e, sebbene questo calderone potrebbe lasciare inizialmente basiti, il modo in cui Piranha Bytes è riuscita ad assemblare il tutto denota una coerenza invidiabile. Strutturalmente Elex rende giustizia al curriculum del team teutonico, presentandoci un universo stratificato ed avvincente, caratterizzato in maniera credibile e sorretto da una trama solida ed intrigante al punto giusto. Allora come è possibile che non abbia portato a casa una sontuosa promozione?
Per andare dove devo andare, dove devo andare?
Il mondo di Elex è estremamente vasto, caratterizzato da una mappa di gioco di dimensioni importanti e ricca di attività da svolgere. Peccato che il modo in cui tutta questa abbondanza viene presentata al giocatore è quanto mai sbilanciato ed approssimativo, situazione che potrebbe finire con lo scoraggiare i giocatori meno pazienti. Bastano difatti pochissimi minuti di gioco per essere letteralmente sommersi da moltissime missioni da affrontare, sia principali che secondarie, il tutto senza però avere alcuna indicazione su quelle che maggiormente si addicono al livello del nostro personaggio. Si finisce per procedere, dunque, per tentativi, ma considerando l’elevatissima difficoltà di gran parte dei nemici, il game over diverrà ben presto una triste consuetudine qualora non si imbroccasse al primo colpo la quest giusta. Ho perso il conto delle volte che ho lasciato a combattere uno degli immortali compagni che è possibile reclutare, oppure che ho spinto le creature ostili in direzioni degli avamposti per farle trucidare dagli NPC, per non parlare di quanto ho utilizzato il jetpack di Jax per svolazzare rapidamente fuori dalla zona di pericolo. Tutte scelte non proprio divertenti. Come se non bastasse il grinding del nostro personaggio è alquanto lento e macchinoso, situazione che va ad impattare pesantemente sul suo sistema di crescita e personalizzazione, già di per sé alquanto rigido. Per sbloccare le abilità secondarie, difatti, dovremo prima trovare il personaggio adatto (ogni ramo ha il proprio) e, come se non bastasse, possedere statistiche e denaro a sufficienza. Si tratta di richieste spesso alquanto esose, pertanto passeranno diverse ore prima che possiate mettere le vostre mani sui primi perk accessori. Peccato, però, che già nelle primissime fasi di gioco ci vengano proposte opzioni di dialogo non ripetibili e che richiedono il possesso di requisiti di livello altissimo. Si tratta di un’incongruenza non da poco, che finisce per rendere frustrante e legata fortemente al trial and error una manciata di ore sin troppo corposa. La progressione è lenta e macchinosa e di certo non aiutata da un combat system alquanto deficitario, in cui animazioni legnose ed una precisione non certo impeccabile delle hit box fanno sembrare il buon Geralt un agile ballerino. Il corpo a corpo, regolato da una gestione dell’energia simile a quella dei Souls, vanta due tipologie di attacco, normale e pesante, che è possibile concatenare per dare vita a delle elementari combo. Fortunatamente la varietà di armi (sia a corto che lungo raggio) è discreta, e considerando che è possibile potenziarle (a patto di avere l’abilità ed i materiali necessari) avremo di che divertirci.
What a wonderful world
A risollevare le sorti di Elex ci pensa, seppur in parte, il comparto tecnico generale, che ha nella realizzazione del citato mondo di gioco la sua migliore espressione. Il colpo d’occhio è quanto mai piacevole ed ognuna delle varie zone della mappa gode di una cura realizzativa da non sottovalutare, oltre a poter vantare scorci panoramici davvero suggestivi. Fa storcere invece un po’ il naso la realizzazione dei volti dei vari personaggi, talvolta davvero raffazzonata e che finisce con lo stridere se paragonata alla modellazione e la decorazione dei corpi, su cui svettano armature decisamente ben caratterizzate. Il frame rate non è risultato sempre impeccabile, e sono talvolta evidenti alcuni marcati rallentamenti, ma in linea di massima la fluidità complessiva non è mai stata compromessa in maniera inaccettabile. Buono il sonoro ed il doppiaggio in lingua inglese, fortunatamente sottotitolato in italiano, ma tramite un font un po’ troppo piccolo che tende ad essere poco leggibile su sfondi eccessivamente chiari.
Ricco come il più luculliano dei pasti, ma servito con ritmi ed organizzazione da scalcinata sagra paesana, Elex è un prodotto dalle due facce in cui i lati negativi finiscono per affossare in maniera decisa tutte le buone premesse. L’universo di gioco è accattivante e vitale, così come sono poggiati su solide basi gli elementi ruolistici. Il problema principale è da ritrovare tutto nel modo caotico con cui gli aspetti giocosi sono stati collegati tra loro, situazione che porta la produzione Piranha Bytes a costringere il giocatore a procedere per tentativi, causando picchi di frustrazione talvolta elevati. Prendere confidenza con Jax ed il suo mondo richiede una pazienza che, forse, non tutti potrebbero avere e finisce con il rendere Elex, in virtù dei suoi indubbi punti di forza, una gigantesca occasione sprecata.