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Recensione Electronic Super Joy

di: Federico Lelli

Prendete Super Mario, fatto? Spruzzategli sopra una bella dose di Super Meaty Boy? Fatto? Adesso aggiungete musica truzza quanto basta, luci colorate al neon, humor blasfemo e datelo in mano a Two and Thirty Software, fatto? Se avete seguito la preparazione adesso avrete in mano Electronic Super Joy.

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Saltare nel nuovo millennio

Il genere platform nel mondo dello sviluppo indie ha fondamentalmente due sfumature: c’è chi lo usa in funzione della sua semplicità, considerando che chiunque messo davanti ad un piano orizzontale con un avatar sa che andando verso destra prima o poi raggiungerà il suo obiettivo, e lo utilizza magari per raccontare una storia; c’è chi, come in questo caso, lo usa come se fosse una disciplina sportiva e, aggiungendo alcune nuove regole, rende il modello di controllo stesso una sfida da padroneggiare.

Inutile dire che con Electronic Super Joy ci troviamo ad affrontare il secondo caso: i controlli, ridotti al minimo, ci servono praticamente solo per le direzioni e saltare mentre un bottone sarà dedicato allo smash che è l’unica mossa di attacco e ci permette anche di scendere più velocemente da un salto, andando avanti nei brevi livelli ritroveremo anche tutta una serie di elementi tipici del platform da “competizione” come i muri dove è possibile appiccicarsi e sbloccheremo nuovi poteri come il doppio salto, ma ci saranno anche nuovi ostacoli e nemici, come i missili a ricerca. Il feeling, pad alla mano, è comunque sempre di massimo controllo: i salti hanno un loro timing preciso e anche il posizionamento del nostro anonimo protagonista è perfetto fino al singolo pixel, stessa cosa possiamo dire per nemici e piattaforme, rendendo il titolo, almeno dal punto di vista del gameplay, solido e appagante.

Altro tratto distintivo è il tappeto sonoro: le basi elettroniche, anche se non sono la passione di chi vi scrive, sono estremamente curate e variano da un livello all’altro; gli effetti sonori cercano inoltre di aggiungersi alle basi in maniera interattiva durante il gioco, con le bandierine dei checkpoint che esclamano con gemiti di felicità e il tasto smash che suona come un clap. Il risultato è degno della migliore (o peggiore) discoteca.

Il design semplice, fatto da una base in bianco e nero e da uno sfondo multicolore che cambia ad ogni livello, dà al gioco un carattere molto distintivo dove percorsi e nemici sono sempre, tranne quando non sono volutamente offuscati da effetti di luce e ombra, chiaramente rappresentati. Lo stile a 8 bit è sicuramente un chiaro richiamo all’era d’oro dei giochi platform ma allo stesso tempo un ottimo compromesso per permettere agli sviluppatori di concentrarsi sulla ciccia del gioco, che sta sicuramente nei pregi elencati prima.

Electronic Super Joy vi saprà dare il massimo se vorrete approcciarlo in maniera molto old school: abituatevi quindi a morire un sacco di volte e a cercare di finire i livelli nel minor tempo possibile. Se cercate un po’ di sfida, la musica decisamente tamarra non vi spaventa e la grafica minimale non è un problema è un gioco che vi potrà dare più di una soddisfazione.