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Recensione El Shaddai: Ascension of the Metatron HD Remaster

di: Marco Licandro

Un altro giorno, un altro remastered, e questa volta torna su console odierne un titolo particolarmente apprezzato dai giocatori al tempo: parliamo di El Shaddai: Ascension of the Metatron, che giunge oggi su Nintendo Switch sotto il nome di El Shaddai: Ascension of the Metatron HD Remaster. Riuscirà un titolo rilasciato su PS3 e XBOX 360 nel 2011 a catturare l’attenzione degli avidi giocatori del 2024? Vediamo le nostre impressioni.

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Religione e fine del mondo

La trama, benché importante, è sicuramente la parte più controversa e confusa di tutto il gioco, e spiegarla non è facile in quanto io stesso ho fatto fatica a coglierne i dettagli. Da giocatori, prenderemo i panni di Enoch, originariamente scribano del paradiso, ed inviato sulla terra da Dio per evitare una catastrofe che spazzerebbe via la razza umana. Durante la vicenda scopriamo come i sette angeli, Azazel, Ezekiel, Armaros, Sariel, Arakiel, Baraquel, e Semyaza, si allontanarono da Dio e si affiancarono agli umani, fornendogli aiuto e sostegno. 

Questi ultimi, ammaliati dal fascino degli angeli, non vedono i loro difetti, né la rovina che essi portano all’umanità, e continuano a venerarli, e così facendo le loro preghiere non arrivano più a Dio ma solo ad essi. Quandi gli angeli tentano di accelerare l’evoluzione umana creando degli ibridi tra umano ed angelo, chiamato Nephilim, questi ultimi sembrano minare all’umanità, e per risposta gli angeli pianificheranno una alluvione che spazzerà via la vita sulla terra. Sarà nostro compito far sì che questo non accada.

Onirico è dire poco

El Shaddai è un action, con fasi platformers, dove è importante il tempismo degli attacchi e delle parate, ma anche calcolare bene movimenti e salti per evitare cadute e perdere vita in maniera sciocca (cosa che capiterà spesso). Il tutto si svolge prevalentemente nei pressi di una torre, dove gli angeli giocheranno con noi, non vedendoci come una minaccia, inviandoci contro dei nemici da far fuori, ognuno di questi con caratteristiche diverse di attacco nonché armi.

I paesaggi ed il level design sono quelli che più lasciano il segno, nonostante una struttura a corridoi particolarmente restrittiva e antiquata anche per il tempo, ma che compensano da uno stile variegato, astratto, a tratti onirico; a volte paradisiaco, con valli desaturate tendente al bianco, con zone d’acqua, a tratti zone oscure e spigolose che sembrano uscite da Thumper (per capirci).

Non è un segreto che gran parte dell’impronta del titolo si debba alla scelta stilistica, ma credo sia anche importante la parte action, che alterna combattimenti in arene tridimensionali a fasi platformer in 2D con stili completamente diversi, aggiungendo grande varietà ad ogni livello.

Picchia, ma anche ruba

Enoch avrà a disposizione diversi tipi di attacco: tra combo, attacchi caricati, e attacchi in aria, ognuno adatto alla situazione e al nemico, ricordandoci ovviamente di parare, visto che non sono presenti le schivate, ma solo abilità specifiche dell’arma. Particolarità di questo titolo è il fatto che potremo rubare le armi ai nemici atterrati, ed essendo queste diverse come potenza, tipologia di attacco, ed essendo anche più forti o deboli rispetto alle altre, questa interessante tecnica genera la possibilità di attaccare strategicamente scegliendo su quale nemico concentrarsi per poi rubarvi l’arma e continuare gli attacchi sugli altri. 

Le fasi di combattimento sono sicuramente interessanti, ma nel 2024 tutto, del titolo, sembra essere invecchiato un po’ male. La ripetitività dei combattimenti è sicuramente smorzata dalla varietà di nemici e dalle fasi platform, ma si tratta pur sempre di un gioco sviluppato a stretti corridoi, dove dovremo farci avanti a forza per raggiungere la meta, offrendo ben poco a parte questo.

Tecnicamente… eh.

I dubbi di questo remastered sorgono nel momento in cui il marketing lo vende come un HD remaster con 60 fps, e non potrebbe essere più sbagliato di così.

Gamepad in mano, notiamo subito come non basti la parte estetica a giustificare il titolo, presentando anch’essa in realtà dei difetti. Visivamente, infatti, è rimasta notevolmente indietro, presentando un antialiasing così marcato da lampeggiare a schermo, provocando un disturbo vivivo non indifferente, specialmente considerando che la camera di gioco è fissa e non direzionabile dal giocatore.

Tecnicamente bisogna assolutamente menzionare che giocando vi è una montagna russa di cali di frame, a volte rallentando a tutti gli effetti l’azione, come se i secondi durassero leggermente di più. Parliamo di un gioco che vanta 60 fps, a volte effettivi nelle zone con quasi nulla a schermo, per poi bruscamente scendere nel momento in cui la visuale cambia e mostra zone più estese di mappa o i nemici entreranno in gioco, e da li in poi è tutto un calo. 

Infierisco ancora facendo notare che HD è un termine utilizzato dall’avvento dell’alta definizione, che arrivò a noi proprio, guarda caso, su Playstation 3 e Xbox 360, console sulle quali El Shaddai uscì. Che tipo di HD remastered è stato fatto quindi, su un gioco già in alta definizione, considerando il fortissimo aliasing e textures rimaste invariate dall’originale, per essere portato su Nintendo Switch? Forse il verbo che ho appena utilizzato è quello corretto, vista la difficoltà generale di codice, quanto fatto non è che un porting, dove a volte si raggiungono i 60 fps, ma a questo punto direi alla compagnia di riguardare il marketing perché questo è abbastanza scorretto per il giocatore, che magari già possiede il gioco su 360 e potrebbe benissimo rigiocarselo su Series X/S con una semplice patch (al momento assente) per la retrocompatibilità.

In conclusione

El Shaddai: Ascension of the Metatron HD Remaster è un gioco del passato che è sicuramente stato apprezzato dai giocatori per la sua impronta stilistica, nonché grazie ad un gameplay vagamente originale, ma non può e non deve essere giudicato come remastered, bensí come un porting per Switch.

Tecnicamente mediocre, con un cambio di FPS notevole anche in modalità docked, Nintendo Switch non sembra essere la console migliore per giocarlo, ma permette sicuramente ai fan di riviverlo, nonché ai nuovi giocatori di poter provare il titolo per la prima volta ed in portabilità. Consigliato quindi ai nostalgici degli action platformers di due generazioni fa, e a nessun altro in particolare, poiché ahimé il titolo non è invecchiato poi così bene.