Recensioni

Dragon Ball Z: Kakaroth

di: Gianmarco Forcella

Dopo tanta attesa, è finalmente approdato in commercio Dragon Ball Z: Kakarot!, l’ultimo di tanti titoli dedicati alla famosa saga di Akira Toriyama. Scopriamo insieme al nostro Gianmarco “St Jimmy” Forcella questo gioco!

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Riparte la ricerca delle sette sfere

A dispetto di quanto si possa immaginare dal titolo, Dragon Ball Z: Kakarot racconta la storia dell’intero arco narrativo di Dragon Ball Z, senza lasciare fuori dal focus niente. Come ben si può immaginare, quindi, dopo aver fatto un cappello introduttivo sulla storia del mondo fantastico che ha fatto appassionare più di tre generazioni, il giocatore viene catapultato dritto nella foresta della casa nelle montagne di Son Gohan, ovvero il nonno adottivo di Son Goku. È in questo contesto che viene affrontato un piccolo tutorial introduttivo al mondo dell’ultima fatica di Cyberconnect2, mostrando appunto il sistema di combattimento e come poter interagire con il mondo. Subito dopo, si va immediatamente all’interno dell’arco narrativo della Saga dei SaiyanLa domanda però che molti si sono fatti, nel corso di questi anni, è sicuramente cosa potesse offrire di diverso Kakarot rispetto ad altri giochi a tema Dragon Ball. La fatica di Bandai Namco ha due principali punti di forza: la componente a Gioco di Ruolo e l’incredibile fedeltà narrativa derivante da un aver seguito alla perfezione l’opera originaria di Toriyama, e non l’adattamento anime.

Esplorando la Terra di Dragon Ball

La storia di Dragon Ball è sicuramente nota alla maggior parte dei nostri lettori, motivo per il quale non ci dilungheremo molto sulla trama del gioco dì per sé (anche per evitare possibili spoiler a tutti coloro che, nel corso di questi 30 anni, non abbiano mai approfondito il fenomeno globale di Toriyama), quanto invece ci concentreremo subito nel descrivere quello che è il sistema di gioco. E partiamo dal descrivere il processo di evoluzione e grinding dei personaggi. Essendo un GdR, ogni combattimento permette di ottenere dei punti di esperienza… e tre possibili tipologie di sfere. Questi oggetti servono per accedere alla griglia di apprendimento dei personaggi che si sbloccano nel corso dell’avventura, per permettere a quest’ultimi di acquisire nuove abilità o di ottenerne di passive che potenziano in maniera permanente le statistiche del singolo. Un altro modo di poter sbloccare abilità è quella di sostenere degli allenamenti, attraverso delle specifiche piazzole blu che si trovano in giro per il mondo, che permettono di ottenere mosse più potenti a patto di spendere delle Medaglie D, altro oggetto che viene usato come pegno per lo scopo. Questo non è, però, l’unico modo per poter potenziare in maniera passiva i personaggi: Dragon Ball Z: Kakarot introduce infatti il concetto delle “Comunità”, che permettono di creare legami di amicizia tra i vari personaggi in modo da guadagnare bonus specifici. Venendo invece al mondo di gioco, per la prima volta in un titolo dedicato a Dragon Ball è stato modellato un ambiente perfettamente esplorabile ed interagibile in ogni suo minimo angolo. Grazie all’abilità del volo, sarà possibile navigare per la mappa (divisa in macro aree, come quella del Santuario di Dio) ed esplorare ogni dettaglio e raccogliere possibili sfere per potenziare il personaggio. Lungo il tragitto, con una frequenza abbastanza elevata, si incontreranno dei nemici che cercheranno di bloccarvi nell’esplorazione. Per evitarli, il giocatore può usare la “Percezione dell’aura” che, colorando di diversi colori qualunque cosa emetta un minimo di energia (nemici, animali, etc), indica la presenza di nemici meno o più potenti nelle immediate vicinanze. Naturalmente, non mancano le Sfere del Drago nel gioco. A partire dalla Saga di Cell, infatti, al giocatore verrà segnalato sulla mappa l’eventuale presenza di una sfera che possono essere raccolte per poter esprimere un desiderio, tra cui chiedere più Zeni o rilevare particolare dettagli sulla mappa. Oltre alla presenza di subquest, disseminate in ogni angolo del mondo di gioco, la mappa è anche disseminata di luoghi “rievocativi” della storia di Dragon Ball, che il giocatore può rivivere.

Appari, Shenron!

Graficamente parlando, Dragon Ball Z: Kakarot è forse il miglior titolo dei Cyberconnect2 in termini di resa grafica ed audio. La cura maniacale riservata ai modelli poligonali del mondo circostante, e dei personaggi, è a dir poco superlativo. Ed ascoltare la storica colonna sonora dell’anime è un piacere per le orecchie. Naturalmente, il titolo non è esente da problematiche. Anzitutto, è necessario sottolineare come la componente di free roaming sia pesantemente penalizzata da un’apparizione anche fin troppo frequente di nemici casuali. Il problema non si ferma però qui: è infatti impossibile divincolarsi da queste battaglie. Una volta ingaggiate, o si perde (e si ricarica la partita) o si vince. I comandi di gioco invece, sia di combattimento che di roaming, sono invece poco intuitivi, causando non pochi problemi all’utente di orientamento che potrebbe tardare ad arrivare e compromettere nel breve-medio termine l’esperienza di gioco.

In conclusione, allo stato delle cose Kakarot è forse la miglior opera videoludica di Dragon Ball proposta nel corso degli anni che rispecchia con assoluta fedeltà la storia originale e che ogni persona che abbia un minimo di conoscenza della serie possa sicuramente apprezzare.