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Recensione Donkey Kong Country – Tropical Freeze

Durante il famoso Nintendo Direct preparato per l’E3 2013 la reazione del pubblico alla vista del primo video di Donkey Kong Country – Tropical Freeze si divise in modo abbastanza netto: da una parte si avvertì la cocente delusione per un gioco che sapeva di già visto e invece presentato come gran sorpresa da parte del talentuoso team dei Retro Studios, dall’altra si diffuse la felicità di vedere realizzato il seguito di uno dei migliori platform 2D della scorsa generazione con una grafica in HD.
Adesso vi spieghiamo come le due cose possano tranquillamente coesistere.

di: Andrea "Macchiaiolo" Barbara

Durante il famoso Nintendo Direct preparato per l’E3 2013 la reazione del pubblico alla vista del primo video di Donkey Kong Country – Tropical Freeze si divise in modo abbastanza netto: da una parte si avvertì la cocente delusione per un gioco che sapeva di già visto e invece presentato come gran sorpresa da parte del talentuoso team dei Retro Studios, dall’altra si diffuse la felicità di vedere realizzato il seguito di uno dei migliori platform 2D della scorsa generazione con una grafica in HD.
Adesso vi spieghiamo come le due cose possano tranquillamente coesistere.

Banane ghiacciate e pinguini vichinghi

Nel bel mezzo di una festa a casa Kong, l’isola del nostro eroe viene invasa da una flotta guidata dai Nevichinghi (Snowmads nella versione originale), minacciosi animali provenienti da terre gelate, che magicamente la congelano e lanciano i nostri amici pelosi in una terra a centinaia di leghe di distanza. Inizia così l’avventura del nostro eroe scimmiesco, che livello dopo livello deve sconfiggere i vari avversari e viaggiare di isola in isola fino a ritornare a casa.
I mondi di gioco spaziano dalle isole tropicali a immensi mari, passando per isole vulcaniche fino a fabbriche abbandonate. Gli scenari che fanno da sfondo alle nostre scorribande si fanno più vivi e splendidamente animati, complice la grafica in alta definizione e i modelli molto più complessi del precedente titolo. I livelli si rivelano leggermente più lunghi del precedente capitolo, purtroppo però scendono di numero.

In 3 si è in compagnia

Il protagonista principale della nostra avventura rimane l’inossidabile Donkey Kong, con il suo carattere irascibile e la sua immancabile cravatta rossa, accompagnato dall’immancabile Diddy Kong e da due new entry: un piacevole ritorno, la piccola Dixie Kong e una novità assoluta per la serie, il nonno Cranky Kong.
Ogni personaggio comprimario possiede un’abilità speciale che permette al nostro eroe di raggiungere posti altrimenti fuori portata: Diddy equipaggiato di jetpack gli permette di allungare i salti, Dixie facendo ruotare la coda di cavallo dona una sorta di doppio salto aumentando così l’elevazione, mentre il nonno permette di sfruttare il suo bastone da passeggio come pogo per passare incolumi su percorsi spinosi (come già visto fare da Paperon De Paperoni nel famosissimo Ducktales di Capcom del 1989, ritornato sulla scena con un remake del 2013).
La scelta del personaggio secondario diventa quindi molto importante per poter scovare i numerosi segreti che ogni livello nasconde in modo piuttosto subdolo. I barili che racchiudono i nostri eroi infatti ora ruotano mostrando il nome del personaggio ottenibile in quel preciso momento. Sta al giocatore raccogliere il barile con il nome desiderato.
Oltre agli invasori, i nemici che popolano i vivaci livelli di gioco sono, come nel capitolo precedente, animali del posto resi schiavi. Il giocatore può abbatterli saltandogli in testa, ma non sempre questo è possibile, infatti quando indossano elmi con spuntoni dovremo optare per la classica capriola per sconfiggerli. Altre volte non sarà possibile nemmeno questa mossa perché i nostri avversari saranno armati anche di lance: l’unico modo per sbarazzarci di loro sarà stordirli picchiando le nostre grandi mani per terra per poi spazzarli via con la capriola. Come vediamo dovremo destreggiarci in varie tipologie di attacco, il più delle volte in modo molto veloce, inseguiti da lame rotanti o correndo su passaggi che crollano sotto i nostri pesanti passi. La difficoltà di questo capitolo si rivela medio-alta come nel precedente, forse possiamo dire che siamo leggermente sotto il livello di cattiveria di Donkey Kong Country Returns, ma vi assicuriamo che se volete superare il 100 come percentuale di completamento (sì anche in questo capitolo sorpassiamo di gran lunga il 100%) dovrete sudare e parecchio.
Un’aggiunta che semplifica notevolmente la situazione è il potere speciale che è possibile scatenare riempiendo la barra che compare accanto all’indicatore della salute, raccogliendo le banane. Una volta completa premendo il pulsante opportuno a seconda del compagno i nemici si tramuteranno in vite, monete o banane. Ovviamente il nostro consiglio è di far finta che questo potere non esista per assaporare maggiormente il grado di sfida offerto dal fantastico level design.

Il gameplay di Donkey Kong Country – Tropical Freeze, come da tradizione, richiede salti precisi al millimetro, un tempismo da maniaci per passare tra spine o nemici volanti, un occhio attento a cosa sopraggiunge velocemente verso il nostro eroe e memoria per poter superare incolumi lunghi scorci al cardiopalma, ma soprattutto pazienza, tanta pazienza, perché morirete e lo fare tante volte, fidatevi. Fortunatamente lungo la mappa troverete il tamarrissimo Funky Kong, altro gradito ritorno, con un suo negozio in cui potrete spendere le numerosissime monete raccolte durante il gioco per acquistare vite aggiuntive, scudi per aumentare il numero di cuori, un palloncino per sopravvivere ad una caduta o uno dei tre compagni di avventura disponibili. Nel negozio di Funky Kong potrete anche comprare dei pupazzetti in 3D dei nemici, a patto di averli prima sbloccati terminando i livelli in cui compaiono, da una macchina Gashapon. Ovviamente il risultato è casuale, quindi per terminare le collezioni dovrete investire diverse monete.
Ritornano le sessioni a cavallo di un razzo, questa volta dotato di due cuori, che purtroppo (o per fortuna a seconda del grado di sfida cercato) fa calare vertiginosamente la difficoltà di questi livelli. Un altro gradito ritorno è il rinoceronte Rambi, già visto nel capitolo precedente. Ad essere sinceri avremmo preferito più livelli dedicati a questo simpatico personaggio e meno alla vera novità di questo titolo, ossia i livelli subacquei.
Se non siete amanti dei livelli marini nei platform, quelli presenti in questo titolo li odierete. In senso buono, ovviamente. I Retro Studios si sono sbizzarriti in questi scenari creando ogni tipo di avversità: correnti che trascinano il nostro eroe verso morte certa, spine galleggianti, pesci poco amichevoli, percorsi dove la precisione è l’unico modo per sopravvivere e l’impellente bisogno di ossigeno. Mentre il nostro eroe nuota sfidando la morte dovrà infatti recuperare aria nei polmoni o tornando in superficie o sfruttando le bolle che troveremo lungo il percorso, pena l’annegamento e la conseguente perdita della vita. Spesso la necessità di ossigeno rappresenta una vera e propria sfida più delle macchine mortali che troverete lungo il percorso. Cercate sempre le bolle, siete avvertiti..

Stai a guardare il pelo…

Donkey Kong Country – Tropical Freeze è il primo titolo della serie che si presenta in una sfavillante alta definizione. Possiamo dire tranquillamente che gli dona. Il gioco viaggia a 60 frame per secondo senza batter mai ciglio e i modelli dei personaggi sono molto curati.
Iwata presentando il gioco scherzò dicendo che in questo capitolo avremmo potuto vedere i peli dei nostri eroi muoversi veramente. Non scherzava affatto. Il pelo dei nostri eroi si muove veramente, certo lo possiamo notare solamente quando la telecamera si avvicina, ma lo fa veramente.
I giochi di inquadratura sono un’altra piacevole introduzione di questo capitolo, niente di fantascientifico, ma è sorprendente vedere che il paesaggio è realmente in tre dimensioni. Spesso durante questo cambio di inquadratura dovremo rivedere le nostre misure, perché risulterà più difficoltoso capire al volo la posizione dei nemici o degli ostacoli rispetto al nostro eroe con una visuale quasi dietro le spalle: se la prima volta se ne può rimanere affascinati e piacevolmente sorpresi, alla terza morte per calcolo di posizione errato ne sarete solo infastiditi.
A musicare le peripezie del nostro eroe troverete (sarebbe più giusto dire ritroverete) il talentuosissimo David Wise, il compositore che curò le colonne sonore dei passati Donkey Kong Country per Super Nintendo. La sua mano si avverte fin dalle prime battute e si nota sensibilmente il salto di qualità rispetto al precedente capitolo, inoltre tra le varie musiche di accompagnamento, si noteranno immediatamente riarrangiamenti di pezzi storici della serie. L’effetto nostalgia è assicurato.

Il sistema di controllo prevede l’uso del gamepad Wii U, oppure del Wii Mote da solo tenuto in orizzontale o associato al Nunchuck. Diventa evidente che non è stato previsto nessun tipo di utilizzo del touchscreen del gamepad Wii U, a rimarcare questo, lo schermo si spegnerà una volta avviata la partita per salvaguardare la batteria fin troppo poco longeva del pad. Ovviamente è possibile sfruttare il pad Wii U come schermo grazie l’off-tv, spostando l’azione sul touchscreen come già visto in altre produzioni per la console Nintendo.
E’ possibile anche affrontare la partita in coppia, in cui un giocatore guida Donkey Kong e l’altro uno dei tre comprimari. In questi casi la curva della difficoltà sale verticalmente per la richiesta di una forse eccessiva coordinazione tra i giocatori.
Una simpatica aggiunta è rappresentata dall’integrazione con il Miiverse, il social network made in Nintendo. Terminando un livello è possibile postare i propri risultati.

A parte piccoli screzi siamo di fronte ad un quadro complessivamente ottimo.
Tornando al nostro cappello, Donkey Kong Country – Tropical Freeze non introduce niente di sconvolgente nella serie ma si limita a proporre nuovi mondi e nuovi avversari, impreziosendoli con una grafica bellissima da vedere e ottenendo così uno dei migliori platform 2D attualmente disponibili sul mercato. Scusate se è poco.