Recensione Donkey Kong Country Returns 3D
Correva l’anno 1994 quando i talentuosi ragazzi di Rare confezionarono il primo platform per Super Nintendo dedicato al famoso gorilla di casa, per la prima volta né prodotto né diretto da Myamoto, il suo creatore. Il successo che ne scaturì è storia e insieme ai suoi due seguiti, questo piccolo, grande capolavoro si inserì di forza nell’olimpo dei videogiochi. Di acqua sotto i ponti ne è passata veramente tanta da allora: la Rare finì sotto l’ala "protettrice" di Microsoft e molti dei suoi talenti passarono ad altre software house. Sono occorsi 14 anni prima di vedere un seguito di quei storici platform. Nel 2010 infatti Retro Studios, first party di Nintendo che aveva accolto alcuni degli sviluppatori Rare, rilascia Donkey Kong Country Returns per Wii. E’ subito amore. Il nuovo platform riesce a riproporre tutto quello che aveva reso grandi i precedenti 3 capitoli, con una veste grafica attuale e un appeal rimasto intatto nonostante i tanti anni passati. Inutile dire che il titolo si rivela uno dei migliori platform della generazione. A distanza di 3 anni i ragazzi di Monster Games, già visti all’opera su Pilotwings Resort, portano il gioco su 3DS.
di: Andrea "Macchiaiolo" BarbaraCorreva l’anno 1994 quando i talentuosi ragazzi di Rare confezionarono il primo platform per Super Nintendo dedicato al famoso gorilla di casa, per la prima volta né prodotto né diretto da Myamoto, il suo creatore. Il successo che ne scaturì è storia e insieme ai suoi due seguiti, questo piccolo, grande capolavoro si inserì di forza nell’olimpo dei videogiochi. Di acqua sotto i ponti ne è passata veramente tanta da allora: la Rare finì sotto l’ala “protettrice” di Microsoft e molti dei suoi talenti passarono ad altre software house. Sono occorsi 14 anni prima di vedere un seguito di quei storici platform. Nel 2010 infatti Retro Studios, first party di Nintendo che aveva accolto alcuni degli sviluppatori Rare, rilascia Donkey Kong Country Returns per Wii. E’ subito amore. Il nuovo platform riesce a riproporre tutto quello che aveva reso grandi i precedenti 3 capitoli, con una veste grafica attuale e un appeal rimasto intatto nonostante i tanti anni passati. Inutile dire che il titolo si rivela uno dei migliori platform della generazione. A distanza di 3 anni i ragazzi di Monster Games, già visti all’opera su Pilotwings Resort, portano il gioco su 3DS.
Qui dentro è una giungla
Come da tradizione dei platform, la trama si rivela più un pretesto per scorrazzare di livello in livello cercando di raggiungere il cattivo di turno fino a raggiungere il boss finale che una storia concepita con veri e propri intenti narrativi. In questo caso un’esplosione vulcanica libera la tribù dei Tikis, strane creature musicali che prendono il posto degli storici avversari della serie, i Kremlings. I Tikis, grazie al loro potere ipnotico riescono a convincere gli animali dell’isola a raccogliere tutte le banane. Donkey Kong, che risulta essere immune a questo potere, parte allora alla caccia dei vari leader della tribù per eliminare questa ennesima minaccia alla sua tranquilla vita, accompagnato dall’amico Diddy Kong. Cranky Kong, il famoso nonno della serie, è l’unico altro componente della famiglia presente nel gioco e la sua funzione si rivela essere quella di uno shop dove acquistare con le monete raccolte lungo i livelli, eventuali vite aggiuntive, bonus o accessori per facilitare un po’ la difficile vita nella giungla.
Come ti inscatolo un gorilla
Avviando il gioco, è evidente il grande impegno profuso dai ragazzi di Monster Games per mantenere inalterato il feeling del gioco anche su portatile. Qualche piccola defezione è ovvio aspettarsela, ma nel complesso possiamo dire con tutta tranquillità che il lavoro fatto è ottimo.
Il processo di porting verso una portatile, quindi dotata di un piccolo schermo, di un titolo per console home che fa del gioco di zoom a diverse profondità la sua forza non è certo un compito facile.
E questa sua natura tradisce il fatto di non essere un gioco nato e cresciuto su handheld. Per esempio questo difetto è evidente quando l’azione si sposta sullo sfondo, la bassa risoluzione del 3DS fa perdere di definizione il protagonista e i suoi avversari rendendo un po’ confusionaria e caotica l’azione. Ovviamente è un peccato veniale, in quanto stiamo parlando sempre di un comparto grafico di altissimo livello. Probabilmente uno spostamento dell’inquadratura verso lo sfondo, mantenendo inalterata la distanza di visualizzazione avrebbe avuto una resa decisamente migliore, anche se avrebbe richiesto una mole di lavoro di tutt’altra caratura. L’introduzione della visuale stereoscopica dona all’intera produzione una sensazione di profondità notevole e molto convincente, ma quando l’azione passa dal primo piano allo sfondo o viceversa, ossia nei momenti in cui dovrebbe dare il meglio di sé, risulta purtroppo meno incisiva, inoltre, essendo il gioco molto frenetico ci ritroveremo a premere compulsivamente i pulsanti, muovendo così la console, azione che rende molto difficoltoso mantenere la visualizzazione tridimensionale.
Una defezione invece inspiegabile è la scomparsa delle animazioni di attesa dei protagonisti. Nella versione originale per Wii, i personaggi, trascorso un po’ di tempo senza controllo, si esibivano in piccole animazioni piuttosto caratteristiche: Donkey Kong si sedeva ed iniziava a giocare con un DS, Diddy Kong sbadigliava vistosamente, mentre in coppia Donkey si sedeva per giocare e Diddy sbirciava da una parte all’altra per vedere la partita dell’amico, e così via. Nella versione 3DS queste animazioni sono scomparse. Sinceramente seppur non sia una mancanza in termini di gameplay, queste piccole perle sono colpi di classe che fanno piacere e fanno trasparire la cura e la passione degli sviluppatori.
Anche il sistema di controllo ha dovuto subire degli adattamenti, visto che la versione originale prevedeva l’uso di sensori di movimento. Dobbiamo ammettere che premere un pulsante invece di scuotere il telecomando non intacca minimamente il gioco, anzi forse rende il tutto più fruibile e meno stancante, anche se l’agitare il telecomando Wii fungeva soprattutto da anti-stress nei momenti più frustranti.
Un altro ridimensionamento è stato fatto in termini di framerate, il quale passa dai 60fps della versione Wii ai 30fps granitici della versione 3DS. Probabilmente mantenere i 60fps avrebbe richiesto un’ottimizzazione aggiuntiva che per un semplice porting non era prevista. Non possiamo dire ovviamente che il cambio non si noti, ma la soddisfazione complessiva rimane comunque molto alta.
Hai una scimmia in tasca o sei contento di vedermi?
I platform per loro natura si sposano perfettamente con il concetto di portabilità, non avendo storie da seguire, o animazioni infinite da subire né dialoghi da portare avanti, ma essendo strutturati a livelli singoli di breve durata. In questo caso ovviamente non possiamo non osservare che in realtà portare a termine uno stage avanzato di Donkey Kong Country Returns potrebbe richiedere anche più di un’ora data l’alta difficoltà che da sempre contraddistingue la serie.
I Monster Games hanno pensato allora di inserire una nuova modalità che aggiunge un cuore alla vita del nostro eroe, portandoli ad un totale di 3, un palloncino consumabile di colore verde che recupera il malcapitato qualora dovesse precipitare da qualche dirupo e aumentato a 2 il numero di urti necessari a far esplodere i carrelli o i razzi cavalcati. Già l’aggiunta del cuore abbassa drasticamente la difficoltà globale, ma non possiamo negare che in ottica di portabilità è ben congeniato rendendo più accessibili i livelli e abbassando il tempo necessario a finirli. Un’altra piacevole aggiunta è un intero mondo con il suo set di livelli, sbloccabile terminando il gioco. Questi ultimi si rivelano decisamente intriganti e un’ottima aggiunta che potrà essere apprezzata da chi ha sviscerato la precedente versione.
E’ difficile giudicare un porting, soprattutto se mantiene inalterato il feeling della versione madre, comunque quello che ci sentiamo di dire è che Donkey Kong Country Returns 3D è un gioco assolutamente da avere sia per chi non ha giocato l’originale, sia per chi l’ha già gustato e ogni tanto vuole rigiocarlo, magari in mobilità.
Un level design così sopraffino e una difficoltà ben calcolata per essere apprezzata sia dagli appassionati che dai neofiti, grazie alla nuova modalità, sono elementi che non si trovano con facilità. Ovviamente la speranza che questo capitolo faccia solo da apripista ad un titolo dedicato alla portatile Nintendo rimane comunque alta, soprattutto dopo aver visto di cosa è capace.