Recensione Dirt Rally 2.0
di: Simone CantiniPur non essendo un appassionato della disciplina, nel corso degli anni è stato davvero impossibile per il sottoscritto non incrociare almeno una volta il pad con Colin McRae Rally, complici amici che in più di un’occasione erano soliti elogiare una delle vette corsistica made in Codemasters. Ed il team inglese, da sempre legato al mondo dei motori, negli anni ha tentato più e più volte di tornare ai fasti di quell’eccellente titolo, e pur non in possesso della licenza ufficiale WRC, ha saputo tirare fuori dal cilindro una vera e propria sorpresa, che con Dirt Rally 2.0 si è dimostrata ancora una volta in forma smagliante.
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Another one bites the dust
Dirt Rally 2.0 si incunea con prepotenza nel solco tracciato dal suo predecessore, non disdegnando comunque di abbracciare una fetta ancora più corposa di fan, fossero anche semplici curiosi dell’ultima ora. Questa volontà di essere in parte più mainstream, non nell’accezione più negativa del termine, è evidente dal rinnovato parco opzioni presente nell’ultima fatica del team inglese, vista la mole massiccia di meccaniche sulle quali è possibile intervenire, così da rendere l’esperienza più o meno simulativa. Il sistema di aiuti modificabili, difatti, permette un bilanciamento del gameplay tale da rendere l’approccio al gioco più o meno morbido, limando parte dell’esperienza simulativa senza però sfociare mai nel mero e becero arcade. Ottimo punto di partenza per i neofiti può essere, quindi, la modalità carriera, che ci calerà nei panni di un pilota novellino che, partendo da vetture non certo devastanti, dovrà farsi letteralmente strada competizione dopo competizione, così da poter migliorare sia le proprie abilità, quanto il proprio parco auto. Nonostante la progressione leggermente più morbida che in passato, grazie anche all’impiego di una IA in grado di allinearsi alle nostre prestazioni, Dirt Rally 2.0 non si è certo rammollito in questi ultimi anni, presentando sempre una sfida degna di questo nome, che dovremo sempre cercare di non sottovalutare. Il gioco è rimasto, pur al netto degli aiuto utilizzabili, davvero impegnativo, complice la rinnovata fisica che gestisce l’aderenza e la trazione, al punto che basterà sempre anche la più piccola delle incertezze per mandare virtualmente in fumo la nostra migliore prestazione. Un importante ruolo nell’economia delle gare sarà ricoperto anche dal meteo dinamico che, per quanto non visivamente impressionante come quello ammirato in DriveClub (si tratta comunque di titoli dalle ambizioni molto differenti), riveste un ruolo quanto mai attivo nel condizionamento del terreno di gara, modificandone in modo sensibile e marcato aderenza e prestazioni. Il fondo stradale, inoltre, sarà influenzato anche dalla percorrenza degli altri avversari, così da rendere importante anche la posizione di partenza durante la tappa: è ovvio come arrivando dopo una serie di corridori, troveremo un tracciato già ammorbidito e meno scivoloso di quello che ci aspetterebbe partendo per primi. Una novità interessante è rappresentata, inoltre, dalla possibilità di scegliere la mescola degli pneumatici (tra tre diverse tipologie), che si va ad affiancare alla consueta gestione dei danni meccanici.
Asfalto scivoloso
L’assenza della licenza ufficiale WRC, da anni in mano ai ragazzi di Kylotonn, è stata abilmente aggirata da Dirt Rally 2.0 grazie all’introduzione di una serie di competizioni storiche, suddivise per periodi e vetture, a cui si accompagna l’acquisizione della licenza del campionato di rallycross. Quest’ultimo sposterà la competizione solitaria contro il tempo all’interno di circuiti veri e propri, nei quali gareggeremo assieme ad altri 4 avversari per tentare di ottenere il miglior tempo di qualifica. Le gare si suddividono in batterie eliminatorie, per poi passare alle semifinali e alla finale, in veloci competizioni che alterneranno porzioni asfaltate a brevi derive vagamente off road. Si tratta di un qualcosa di atipico che, soprattutto nell’organizzazione dei match multiplayer online, riesce a dare il meglio, andando di fatto a mancare la competizione asincrona. Quest’ultima è comunque presente in maniera classica, grazie anche agli eventi online che di settimana in settimana andranno a rimpolpare il set di sfide che Dirt Rally 2.0 deciderà di darci in pasto, così da ampliare la già corposa longevità generale del titolo che, in virtù degli 8 circuiti rallycross ufficiali e alle 6 location tradizionali (suddivise in 72 differenti tappe), saprà intrattenere a dovere i patiti delle carrozzerie ammaccate ed infangate. Parlando invece di colpo d’occhio, la produzione Codemasters si allinea a quanto già ampiamente dimostrato in passato, grazie ad una scena curata e rifinita, pur in assenza di guizzi degni di nota, anche se il tutto è compensato da una fluidità ottima. Ovviamente, come ogni racing dall’anima simulativa che si rispetti, è inevitabile che il meglio venga espresso se fruito per mezzo di un volante degno di tale nome (mia mancanza, ahimè), ma devo dire che il feedback di guida provato anche con un banale pad è risultato decisamente soddisfacente e credibile: uno sforzo non da poco.
Dirt Rally 2.0 continua con successo la sua corsa iniziata quasi quattro anni fa, riportando in auge un gameplay stratificato ma in grado di adattarsi, grazie ad un corposo set di opzioni, a ciascun tipo di pilota. Ferma restando la propria anima simulativa, il titolo Codemasters presenta una struttura in grado di introdurre anche i neofiti all’interno del polveroso mondo del rally, grazie ad un gameplay adattivo degno di nota. L’offerta complessiva, pur in assenza della licenza ufficiale WRC, è ampia e soddisfacente e si fa apprezzare anche per la rinnovata gestione della fisica e per l’introduzione del campionato rallycross. Insomma, se amate sgommare e schizzare tra fango e ghiaia, Dirt Rally 2.0 non dovrebbe assolutamente mancare nella vostra ludoteca.