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Recensione Digimon Survive

di: Luca Saati

Quello di Digimon Survive è uno sviluppo che possiamo definire tutt’altro che tranquillo. Annunciato nel 2018 con un’uscita per l’anno successivo, il gioco a pochi mesi dal lancio venne rinviato al 2020, ma tra la pandemia che ha rallentato i lavori e un cambio di team di sviluppo eccoci a recensirlo dopo un preoccupante lancio nel silenzio generale in questo caldo Agosto del 2022.

Nonostante uno sviluppo travagliato e il silenzio generale nei giorni che hanno accompagnato l’uscita del gioco, i fan dei Digimon hanno sempre tenuto d’occhio l’opera di Bandai Namco in quanto gli ultimi videogiochi con protagonisti i mostri digitali risalgono agli anni compresi tra il 2015 e il 2017 con i due Digimon Story: Cyber Sleuth e Digimon World: Next Order. Aspettative rispettate?

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Lo diciamo sin da subito che Digimon Survive è un titolo che spaccherà in due la community: da una parte ci saranno quelli delusi che volevano un RPG più tradizionale, dall’altra coloro che troveranno qualcosa di positivo nella volontà degli sviluppatori di offrire un qualcosa di diverso. Digimon Survive infatti non riprende le meccaniche dei già citati Digimon Story Cybersleuth o di Digimon World, ma è un prodotto a sé stante che rientra pienamente nel genere della visual novel.

Protagonista del racconto è Takuma, un ragazzo delle medie che con la sua classe parte per il campeggio finendo, insieme ai suoi compagni, teletrasportato senza rendersene conto in un mondo nuovo in cui sono presenti delle pericolose creature e altre amichevoli con cui legheranno immediatamente, tra cui il più celebre Agumon e altri meno noti per coloro che non hanno visto le ultime serie anime come Labramon. Il gruppo di ragazzi e dei loro Digimon dovranno quindi scoprire i segreti di questo mondo ‘parallelo’ che li ospita con pericoli dietro ogni angolo.

Un racconto quello di Digimon Survive piuttosto tradizionale per i canoni della serie che riesce comunque a intrattenere e a offrire spunti d’interesse come ogni visual novel che si rispetti pur non presentando particolari guizzi o sorprese. Il problema vero sta nel ritmo davvero blando e che porterà presto i giocatori alla continua pressione del tasto A (su Xbox) per far avanzare velocemente i dialoghi e iniziare a intravedere qualche Digimon. Per spiegarvi meglio ciò che stiamo dicendo, vi basti sapere che nella prima ora di gioco di mostri digitali non vi è neanche l’ombra. Capiamo l’intenzione del team di sviluppo di voler raccontare in modo efficace una storia, ma è pur sempre vero che stiamo parlando di un videogioco dei Digimon e le aspettative erano ben altre. Diciamo che passare la maggior parte del tempo a far avanzare i dialoghi piuttosto che occuparsi dei Digimon non è proprio il massimo per questo tipo di produzione.

La componente Visual Novel è dunque caratterizzata da una serie di fondali con cui interagire tramite un cursore su schermo, dialogare con i personaggi e utilizzare la fotocamera dello smartphone per scoprire alcuni segreti. Il tutto si rivela comunque abbastanza guidato risultando quindi impossibile restare impantanati in un punto. Non manca neanche un sistema di dialoghi a scelta multipla che influisce sulla morale del protagonista andando a influire non solo sul finale ma anche sull’evoluzione dei Digimon con un sistema che a dirla tutta non ci è mai parso molto chiaro.

Oltre alla componente Visual Novel abbiamo il combattimento che in fin dei conti si rivela puramente accessorio e che sembra inserito giusto per accontentare quei fan che sarebbero rimasti delusi senza. A rimarcare questa cosa ci pensano gli sviluppatori stessi che limitano a poche battaglie quelle utili per far progredire la storia. A conti fatti quindi la delusione resta palpabile e questo contentino non basta a fare la felicità di coloro che aspettavano da anni un nuovo gioco dei Digimon.

Le battaglie comunque si svolgono su un campo di gioco suddiviso come una scacchiera in cui sarà possibile muovere i Digimon. La loro posizione risulta fondamentale per avere la meglio sugli avversari con attacchi sul fianco o alle spalle dei nemici che risultano decisamente più pericolosi di quelli frontali. In battaglia è anche possibile far evolvere i Digimon con tanto di bonus alle statistiche e nuove abilità disponibili che li rendono più efficienti. Durante le battaglie libere vi è anche la possibilità di parlare con i Digimon avversari con la speranza di reclutarli a patto di aver scelto i giusti dialoghi. C’è poco altro da dire sul combat system se non che lo scarso livello di difficoltà e la scarsa profondità rischia di portare rapidamente alla noia i giocatori.

Visivamente Digimon Survive è un gioco che fa tutto tranne che gridare next-gen (abbiamo provato la versione Xbox Series X). Non che ci aspettassimo molto, ma vista la staticità degli scenari e la semplicità del comparto tecnico era lecito aspettarsi per lo meno un comparto artistico ispirato e invece anche qui la delusione la fa da sovrana. Buono il doppiaggio in inglese, presente per fortuna la traduzione dei testi in italiano seppur con qualche svarione che però non crea particolari problemi.

Delusione ci sembra la parola giusta per concludere questa recensione di Digimon Survive. Sapevamo che andavamo incontro a una Visual Novel ben prima di mettere le mani sul gioco, ma una volta messe le nostre mani sopra ci sentiamo di dire che si è trattata di una scelta discutibile se non addirittura infelice. La trama è l’unica cosa che ci sentiamo di salvare, ma non basta a salvare una produzione che rischia di far sbadigliare per la noia i giocatori dopo sole poche ore a causa di un ritmo molto blando e un gameplay poco approfondito.