Recensione DIG VR
di: Luca SaatiUn genio del marketing ci ha accompagnato nei mesi intercorsi tra l’annuncio di DIG VR e la sua uscita di pochi giorni fa. Un campagna promozionale che tra una costosissima collector’s da mezzo milione di sterline, il lancio di una stazione radio degna di GTA, e una storia strappalacrime sulle origini italiane del progetto mi ha intrattenuto per diversi mesi facendomi incuriosire su di un videogioco di cui altrimenti me ne sarebbe fregato meno di 0. Una curiosità che mi ha spinto a indossare il mio visore per la realtà virtuale e vivere il sogno di manovrare una scavatrice.
- In attesa dell’uscita di Dig VR, godetevi la colonna sonora sulla stazione radio Dig FM
- DIG VR avrà una Collector’s Edition da 500 mila sterline che includerà due escavatori reali
- DIG VR, un video dietro le quinte racconta le origini del progetto nato in Italia
accettare i cookie con finalità di marketing.
Living the Diglington dream
Parlare di storia in DIG VR mi sembra un eufemismo, benché il gioco ci provi un minimo a creare un contesto e spiegare perché il protagonista si è dato alla nobile arte dello scavo. Si rivela tutto un pretesto per situazioni sopra le righe con gli sviluppatori di Just Add Water che hanno infarcito il gioco di battute e citazioni, dal tipico british humor. Dal nome della città Diglinton, alla tenuta di un sir. di nome Harold Diggersly, o un festival Grasp ‘N’ Bury. Le stesse missioni partono con situazioni abbastanza comuni, per poi finire con il la distruzione di una meteora o lo scavo delle ossa di un dinosauro. Insomma nelle quasi trenta missioni in grado di intrattenere per 8 o 9 ore c’è sempre un momento capace di strappare un sorriso il gioco che non si prende mai sul serio in modo non troppo dissimile da Powerwash Simulator, altro simulatore che fa delle sue situazioni surreali il suo punto di forza.
Per quanto sopra le righe possa essere il tono del gioco, il gameplay di DIG VR si rivela autentico avvalendosi dei controller di movimento per ogni aspetto che riguarda la scavatrice. Per l’accensione bisogna abbassare un’apposita leva e premere un pulsante, per il movimento ci sono due leve poste frontalmente, per il braccio due stick che regolano la rotazione, l’altezza e così via. Il sistema nel suo insieme funziona e una volta fatta l’abitudine regala anche un senso di gratificazione e soddisfazione. Volendo comunque c’è anche un sistema di controllo alternativo che fa un uso maggiore degli stick analogici dei due controller di movimento, ma ovviamente si perde quella sensazione di immersione data dalla VR.
La campagna rappresenta senza ombra di dubbio il cuore del gioco con compiti che si fanno via via sempre più complessi. Si inizia con un mini-escavatore, fino a sbloccare strumenti più complessi e persino accessori nuovi per il braccio. In DIG VR non si scava solamente, ma si tagliano alberi con una sega circolare, distruggono pietre con una trivella, afferrano oggetti con una pinza, si assesta il terreno con un compattatore e così via. Quello che viene messo a disposizione è insomma un escavatore multifunzionale che riesce a svolgere diversi tipi di lavori semplicemente equipaggiando il giusto accessorio al momento giusto.
Multitool
DIG VR è un’esperienza lenta che richiede una buona dose di pazienza per ottenere il punteggio massimo in ogni missione. Bastano pochi errori per abbassare la valutazione e mancare il voto S che garantisce lo sblocco di nuovi elementi cosmetici per il proprio mezzo. Proprio questa sua natura rappresenta sia un punto di forza che di debolezza del gioco: da una parte c’è quel senso di gratificazione dato dall’aver svolgo egregiamente il proprio lavoro; dall’altra l’eccessiva lentezza, coadiuvata da dei controlli non sempre precisi, rischiano di generare situazioni frustranti.
I controlli di movimento rendono difficile mirare con precisione e completare alcune attività, come lo scavo della terra. È fastidioso dover scavare ripetutamente per avvicinarsi solo dell’1-2% al completamento e dover svuotare il secchio ogni volta. Una missione richiede di compattare la terra attorno a un pilastro di sostegno, ma una leggera collisione può portare a una penalità. Un altro livello richiede di demolire un muro di mattoni con un trapano e raccogliere i detriti per costruire una recinzione, ma raccogliere numerosi pezzi diversi diventa presto noioso dato che si può afferrarne solo uno o due alla volta, in base alla posizione dei pezzi rotti. Un sistema di chekpoint interno in ogni missione avrebbe aiutato in tal senso, e invece manca completamente costringendo i perfezionisti a dover riavviare una missione in caso di errori che compromettono la valutazione. Il livello di difficoltà Zen mitiga parzialmente questi problemi, il problema è che non rilascia il grado di valutazione impedendo lo sblocco degli elementi cosmetici.
Andando oltre la carriera, DIG VR offre anche qualche modalità extra come Sandbox che offre un parco giochi che permette di testare i vari scavatori e gadget senza limiti portando distruzione o restaurando l’ordine naturale delle cose. C’è anche una caccia al tesoro in cui utilizzare la propria scavatrice come se fosse un metal detector e scavare nel punto giusto per trovare il forziere. A tratti assurdi sono invece i tre minigiochi come il bowling e la raccolta delle paperelle che però esauriscono in fretta la loro verve, ma in multiplayer possono essere un diversivo divertente. Il tutto è comunque accessibile da un magazzino che fa da hub in cui è presente una mappa con i compiti della campagna da svolgere, le modalità secondarie e i mezzi sbloccati che sono tutti personalizzabili.
Graficamente su Meta Quest 3 il gioco di Just Add Water fa il suo con prestazioni ottime e una grafica pulita. Non ci sono chissà quali guizzi artistici, ma il tutto risulta comunque gradevole a sufficienza con piccole chicche capaci di strappare più di un sorriso. L’audio è uno dei punti forti del gioco con un diverse stazioni radio disponibili, ognuna con le proprie peculiarità e selezioni di brani. Tra tutte è DIG FM a rubare la scena. La localizzazione in italiano per i soli testi è presente.
Sul fronte accessibilità ci sono tre opzioni preimpostate e successivamente è possibile personalizzare ogni aspetto individualmente. Come detto qualche riga più sopra, è possibile controllare una scavatrice utilizzando una locomozione fluida o utilizzare una locomozione artificiale basata su stick. Anche la camminata nel magazzino tra una missione e l’altra supporta la locomozione artificiale e il teletrasporto. Sono disponibili vignette di movimento e rotazione con forza regolabile, e anche le impostazioni della telecamera possono essere personalizzate. È possibile ripristinare la posizione della scavatrice dal menu di pausa se si rimane bloccati. Il gioco supporta anche la sedia ROTO VR Explorer che non ho potuto provare di persona. È inoltre possibile scegliere diversi modelli di joystick per la scavatrice.
DIG Life
C’è un momento in DIG VR in cui il gioco si lascia andare alla seguente riflessione: “Molti pensano che sia da folli usare un escavatore per ripulire tutta questa spazzatura, ma cosa dovremmo usare? Le mani?! Per quanto mi riguarda, dovremmo risolvere ogni problema della vita con gli escavatori“. L’essenza di DIG VR sta tutta qui. Con le sue situazioni ai limiti dell’assurdo permeate da quell’umorismo che permettono al gioco di non prendersi troppo sul serio, DIG VR è un simulatore divertente che può regalare qualche ora di svago spensierato se affrontato con il giusto piglio.