Recensione Devil May Cry 4: Special Edition
Se DMC dei Ninja Theory è riuscito a dividere in maniera netta i fan di Devil May Cry, il quarto episodio della serie non è stato molto da meno.
Il tutto per via di un nuovo personaggio chiamato Nero, nuove ambientazioni, ed uno stile per così dire rinnovato rispetto ai canoni della serie.
Nonostante ciò, Devil May Cry 4 è stato un titolo fortemente valido, con una storia ben costruita, azione frenetica, ottimi intermezzi ed un finale degno del titolo.
Abbiamo ora l’occasione di rigiocarlo in edizione rimasterizzata. Sarà il caso di ripercorrere le gesta di Nero e Dante?
di: Marco Licandro
Se DMC dei Ninja Theory è riuscito a dividere in maniera netta i fan di Devil May Cry, il quarto episodio della serie non è stato molto da meno.
Il tutto per via di un nuovo personaggio chiamato Nero, nuove ambientazioni, ed uno stile per così dire rinnovato rispetto ai canoni della serie.
Nonostante ciò, Devil May Cry 4 è stato un titolo fortemente valido, con una storia ben costruita, azione frenetica, ottimi intermezzi ed un finale degno del titolo.
Abbiamo ora l’occasione di rigiocarlo in edizione rimasterizzata. Sarà il caso di ripercorrere le gesta di Nero e Dante?
Quel nuovo che sa di vecchio
Come molti remastered, il gioco principale non è stato variato. Le differenze sostanziali sono la risoluzione Full-HD a 60fps, e ben tre nuovi personaggi da giocare, con intro differenziate.
La risoluzione è stata aumentata a 1080p, tuttavia non vi è nessuna differenza nelle texture a bassa risoluzione, né alcun lavoro vi è stato fatto sull’evidente aliasing del titolo. I continui caricamenti sembrano una dimostrazione di come non vi sia stata effettuata alcuna modifica in grado di permettere al gioco di sfruttare la potenza delle nuove console, perciò ci ritroveremo ad osservare la scritta “Now Loading” spesso e non volentieri, esattamente come facevamo nell’edizione Xbox 360/PS3.
Come se non bastasse, mentre su edizione 360 il titolo partiva senza alcuna installazione, su PS4 ci ritroveremo un’installazione per così dire “doppia”. Nel mio caso, l’edizione digitale è stata perfettamente installata sull’hard disk ma, nel momento di giocare, tutte le sezioni di gioco, tra cui la modalità con i nuovi personaggi ed ogni livello diverso dal primo, erano bloccati per via di una strana installazione secondaria. Tutto ciò che ho potuto fare è stato giocare il tutorial, e dopodiché lasciare il gioco attivo per due ore, senza tuttavia nulla di fatto. Il giorno dopo, il problema sembrava essersi risolto automaticamente, ma è comunque una particolarità che tenevo a segnalare.
Trish, Lady e Vergil
I tre nuovi personaggi sono sostanzialmente la ragione principale per la quale dovreste acquistare il titolo. Trish e Lady, presenti entrambe nella stessa modalità, si differenziano per mosse e velocità d’esecuzione. Mentre Trish è molto rapida, con azioni veloci e al contempo aggraziate, Lady sarà invece molto lenta, regalando all’avversario numerose occasioni per colpirci, ma di pro i suoi colpi saranno devastanti, avendo a disposizione anche un lanciarazzi che fa parecchio male.
Vergil è sicuramente il più interessante dei tre. Le sue mosse sono fulminee, così come i suoi movimenti. Nessuna pistola, in quanto delle spade appariranno attorno al corpo, andando a trafiggere l’avversario. Per i fan di Devil May Cry, questi tre personaggi sono una fantastica ragione per andare a giocare nuovamente il titolo, riscoprendo l’esperienza classica, profondamente rivisitata dopo l’avvento del reboot.
Tuttavia, sebbene essi presentino una intro personalizzata, non riescono invece ad integrarsi nella storia principale. Gli intermezzi spettacolari e carismatici del titolo vengono semplicemente saltati, andando a perdere un 50% del fascino del gioco, e per questo motivo sembrerà di giocare una versione “moddata” del titolo, con costumi e mosse diverse, ma senza l’integrazione con la trama. Un vero peccato.
Capcom pigra
Nonostante il fascino della serie, guardando indietro dal 2015, il gioco sembra essere invecchiato male. Poche produzioni attuali vantano uno stile prevalentemente arcade, e probabilmente su tutte potremmo citare Bayonetta 2, esclusiva Wii U. Per questo motivo, i fan della serie ed i nostalgici del genere potrebbero desiderare questa nuova Special Edition. Tuttavia di special ha ben poco. Devil May Cry 4 presentava diverse pecche all’epoca, che ha trascinato con sé in questa nuova edizione. Abbiamo già citato i caricamenti continui, la presenza dell’installazione secondaria e la mancanza degli intermezzi per i nuovi personaggi. Di nuovo aggiungeremmo i vari puzzle presenti nel gioco e la terribile sequenza finale a là gioco dell’oca. Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, la sequenza finale porrà Nero in un table game con un dado. Colpendo il dado, il numero uscito ci farà avanzare di alcune caselle che potrebbero avvantaggiarci o, spesso, rallentarci lanciandoci contro nemici. Per avanzare di tabellone dovremo andare a sconfiggere, nella stessa missione, TUTTI i boss affrontati durante il titolo. Inutile dire che è una vera sfida, al contempo anche noiosa e frustrante, che si sperava fosse stata perlomeno adattata con uno stile più moderno. Nessuno sforzo quindi, da parte di Capcom, per migliorare l’aspetto del titolo che rimane fedelissimo all’originale, aggiungendo in sostanza nuovi personaggi.
Conclusione
Devil May Cry 4: Special Edition è un’occasione sprecata di rivisitare un gioco al tempo mal giudicato, ed estremamente valido, risultando vecchio se giocato in data attuale. I fan del genere e della serie potranno ritenere opportuno spenderci su qualche risparmio per poter essenzialmente giocare nuovi personaggi in 1080p e 60fps. Il gioco, tuttavia, non è decisamente per tutti. Specialmente in un momento in cui le produzioni attuali sembrano essere fin troppo guidate, DMC4:SE per un nuovo pubblico di giocatori potrebbe dimostrarsi ostico e difficile, e soprattutto non regala obiettivi/trofei, così come non lo faceva nella edizione originale. Pazienza, concentrazione, e riflessi sono richiesti per concludere il titolo, che rimane pur sempre un gioiello valido della serie. Peccato solo perché probabilmente, per questa edizione, si poteva fare molto di più.