Recensioni

Destiny 2 – Ombre dal profondo

di: stefano.pet

Sono passati ormai due anni dal lancio di Destiny 2, un gioco che godeva all’epoca di molto hype dopo il successo del primo capitolo. Da allora ne sono successe di cose e il titolo ha vissuto alti e bassi… più bassi, a dire il vero. Col tempo, però, il team di sviluppo ha saputo correggere i propri (e non solo) errori e siamo arrivati al lancio di questo nuovo dlc con un gioco ricchissimo di contenuti e modalità che vanno incontro ad ogni genere di gusto anche se, siamo sinceri, per chi lo ha avuto dal lancio è stata una spesa non indifferente stare dietro a tutto.

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Tante novità 

Con Activision fuori dai giochi e con le redini di nuovo completamente tra le proprie mani, Bungie sta provando a riportare giocatori su questo gioco e lo sta facendo gradualmente e con scelte mirate. Poco prima del lancio del nuovo dlc sono infatti entrate in vigore due importantissime novità: il Cross save e New Light

Con il Cross save Bungie permette a tutti i possessori del gioco di utilizzare i propri personaggi su ogni piattaforma esistente, senza dover ricominciare da capo.

New Light invece è una novità che interessa chi non ha mai giocato al titolo: il gioco diventa Free to Play e tutti possono scaricarlo gratuitamente. La versione gratuita comprende tutto il contenuto dell’anno uno, quindi tutte e tre le storylines principali (gioco base più 2 dlc), i raid, le modalità del crogiolo, assalti, esotiche ed eventi, e parte delle attività lanciate nell’anno 2, come la Forgia, il Serraglio Azzardo.

Con queste premesse Bungie ha rilasciato Ombre dal Profondo, un corposo dlc che segna l’inizio di una nuova stagione di Destiny 2, cercando di rievocare i bei ricordi del primo titolo, ma, contemporaneamente, di introdurre nuove meccaniche e modalità di gioco.

Una nuova minaccia e vecchie conoscenze

La trama di Ombre dal Profondo segue un plot molto familiare a chi conosce l’universo di Destiny: arriva una nuova minaccia per la Luce un nuovo NPC ci guida dapprima alla preparazione, poi alla risoluzione del problema (spesso tramite il Raid). Difficile spiegarla senza fare spoilers, ma vi basti sapere che sia la minaccia che la nostra guida sono vecchie conoscenze, più o meno note. La prima, infatti, è stata già intravista nel finale della trama principale di Destiny 2, subito dopo i crediti finali, mentre la seconda è l’enigmatica Eris Morn, nostra guida nell’attacco a Crota nel primo gioco. La storia, presa di per se, non è un esempio di scrittura eccelsa: si sviluppa secondo un plot abusato e non presenta punti particolarmente esaltanti, neanche nel finale, però, tramite l’accesso a zone già visitate nel primo gioco e all’incontro con vecchie conoscenze i veterani di questa ip vivranno questa trama in maniera più coinvolgente. Anche l’epicità delle missioni, con ambientazioni e suoni tetri e una quantità di nemici al di sopra della media, sopperisce alla banalità della trama. La durata della storia è nella media dei dlc dei Destiny: inferiore alla storia iniziale, ma neanche breve. Difficile da quantificare con esattezza perchè bisogna tener conto del tempo impiegato a raggiungere un livello adeguato per affrontare le missioni e della scelta di giocare da soli o con amici. Va detto, comunque, che la difficoltà media è tarata verso l’alto rispetto alle missioni della storia viste finora, con nemici più numerosi e più forti di quello a cui siamo stati abituati finora. Ovviamente la difficoltà varia a seconda del livello di luce con cui si decide di affrontarle visto che, al solito, ogni missione ha una luce consigliata che rappresenta il suo livello di difficoltà.

Una miriade di novità

Sicuramente non è sulla trama che Bungie si è concentrata per questo dlc, bensì sui contenuti. Ombre dal Profondo presenta una quantità enorme di novità che vanno a migliorare ed ampliare notevolmente l’esperienza di gioco.

Tutti i personaggi in nostro possesso partiranno da luce 750, così come tutte le armi, settando questo standard come nuovo level base. I menù sono stati leggermente ristrutturati e ora risultano più ordinati e di immediata consultazione. L’Everversum è ora raggiungibile dal menù di navigazione in qualsiasi momento. Sono state aggiunte ricompense stagionali quando si aumenta di livello e, durante il gioco, ora affianco al nome dei giocatori appare un’icona che ne indica la classe del personaggio (utile soprattutto nei Raid). Il soft cap della luce è ora settata a 900, dopodichè bisogna avanzare completando sfide, raid e trovando engrammi leggendari. Anche l’infusione delle armi è stata di nuovo modificata: se all’inizio del gioco era troppo semplice da effettuare in termini di risorse richieste, negli ultimi aggiornamenti era divenuta troppo esosa sotto questo punto di vista. Ora è stata trovata la giusta via di mezzo tra le due situazioni.

Anche il crogiolo ha subito variazioni, con la rimozione della modalità Partita veloce Competitiva, nuove impostazioni del matchmaking, l’introduzione di nuove mappe (anche provenienti dal primo gioco), la possibiltà di raccogliere munizioni pesanti per più membri della squadra (prima solo uno poteva) nella modalità 6v6 e una nuova valutazione delle sconfitte, che ora non peggiorano più la classifica gloriosa e riducono solo la serie di vittorie anzichè azzerarla. Anche le playlist delle varie modalità sono state aggiornate.

Se il Cala la Notte classico è rimasto così come era, importante introduzione è la modalità Cala la Notte Calvario: si tratta di un Cala che cambia settimanalmente, a difficoltà variabile e con il matchmaking, cosa che permette anche a chi non ha un team di svolgere questa attività. Le ricompense variano a seconda del livello di difficoltà scelto e comprendono anche la possibilità di un drop esotico.

Oltre alle missioni della storia il dlc comprende due nuovi assalti, un raid, la luna come pianeta pattugliabile, nuove esotiche e imprese per armi e armature leggendarie. Sono stati anche aggiunte due importanti novità al gameplay: il manufatto stagionale, un equipaggiabile che ha un proprio livellamento e che fornisce bonus diversi a seconda delle nostre scelte, e le mosse finali, che si possono droppare o acquistare, che ci permettono di finire i nemici con poca vita e ci forniscono un bonus diverso in cambio di una parte dell’energia della Super (variabile a seconda del bonus scelto, va da un decimo di barra fino a un terzo).

Infine sono state aggiunte due nuove modalità di gioco in pve: le cacce all’incubo, mini assalti con matchmaking a difficoltà variabile, e Offensiva Vex, una sorta di modalità orda con drop unici. Entrambe le modalità hanno taglie ad esse dedicate.

Due parole vanno spese sul nuovo “vecchio” pianeta: la Luna è un posto che i veterani di Destiny conoscono già ed alterna zone ben note opportunamente modificate e zone nuove (una già presente nel primo gioco come mappa per il Crogiolo). Sul pianeta c’è una buona quantità di segreti da scoprire, in linea con quanto già iniziato con Marte nel dlc La Mente Bellica. Essendo stato il mio pianeta preferito del primo titolo è stata una gioia poterci rimettere piede, ma, al contempo, anche i neofiti lo apprezzeranno per la sua struttura e ambientazioni.

Troppo presto per potersi esprimere sul raid, di cui ho visto solo l’ambientazione: il giudizio è rimandato al suo completamento per cui, per ragioni di organizzazione, ci vorrà del tempo per quanto mi riguarda.

Un nuovo inizio, strizzando l’occhio al passato

Questo dlc segna un nuovo inizio per Destiny 2, ma al contempo lo avvicina al primo gioco. La quantità di attività disponibile, considerando anche quelle già presenti prima, è impressionante e varia. La volontà di Bungie di riportare ai fasti questo titolo è evidente e, dal mio punto di vista, questo è il primo passo verso un nuovo Destiny.  Considerando questo dlc come punto di partenza o, meglio, di rinascita la valutazione è positiva perchè dimostra che lo sviluppatore sta venendo incontro alle richieste dei giocatori e, al contempo, presenta una considerevole quantità di novità, tra attività e modifiche. Resta, dal mio personale punto di vista, una doppia delusione: la trama poco coinvolgente e la mancanza di una vera e propria nuova specie, che ormai spero invano da vedere dal dayone di Destiny 2 (quelle introdotte finora sono variazioni delle specie già esistenti). Il dlc fa una grande quantità di riferimenti al passato, sia velati che evidenti, con incontri veri e propri: questa cosa mi ha fatto pensare che chi non conosce la lore del primo gioco farà fatica ad apprezzare gli avvenimenti di questo dlc il che, unito a una trama anonima, trasforma un pregio in un difetto a seconda di chi lo guarda.  Malgrado questo sono del parere che Bungie abbia fatto delle scelte giuste, che sicuramente porteranno nuovi e vecchi giocatori sul titolo, per quanto solo il tempo ce lo dirà.