Recensioni

Desperados III

di: Luca Saati

Acquisire vecchie IP e ridargli nuova linfa vitale: THQ Nordic lo stai facendo bene. Sembrava ieri quando parlavamo dell’allora Nordic Games acquistare una IP dietro l’altra e far risorgere il nome di THQ dalle sue ceneri. Fu così che nacque THQ Nordic e da quel momento abbiamo assistito a un po’ di tutto: nuove IP, remaster e ritorno di serie storiche che quasi sicuramente senza questo publisher non avremmo mai visto. Desperados III fa parte proprio di quest’ultimo caso visto che stiamo parlando di una serie storica nata nel 2001 con Atari e seguita da due titoli usciti rispettivamente nel 2006 e 2007. Dopo 13 anni i fan di questo strategico in tempo reale possono finalmente tornare nel selvaggio west e THQ Nordic non poteva scegliere un team di sviluppo migliore per affidare questa serie: stiamo parlando di Mimimi Games salito alla ribalta grazie allo splendido Shadow Tactics: Blades of Shogun. Visto il curriculum di tutto rispetto di questa software house tedesca ci siamo approcciati a Desperados III con tanta fiducia e curiosità.

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Wild wild west

Nonostante il numero 3 presente nel titolo, Desperados III è un titolo perfetto sia per i vecchi fan che per chi si approccia per la prima volta a questa serie. Il gioco è infatti un prequel dell’originale Desperados: Wanted Dead or Alive permettendo così ai nuovi fan di non avere nessun problema con la storia e ai fan di lunga data di scoprire le origini q dei loro personaggi preferiti.

Desperados III vede quindi il ritorno di un giovane John Cooper nel 1870 che deve affrontare i demoni del suo passato in una missione alla ricerca di vendetta che lo porta ad esplorare le montagne del Colorado per poi passare nel cuore della Lousiana fino ad arrivare in New Mexico. Ben presto Cooper farà la conoscenza dei suoi compagni di viaggio: Arthur ‘Doc’ McCoy, Hector Mendoza, Kate O’Hara e Isabelle Moreau. Quello di Desperados III è il classico racconto di vendetta che non stupisce con particolari colpi di scena, ma tiene il giocatore impegnato il giusto e lo accompagna nelle varie missioni per non meno di 25 ore. Ci troviamo quindi dinanzi a una longevità di tutto rispetto che può aumentare ulteriormente se si cerca di completare i compiti secondari presenti nei vari livelli, alcuni dei quali richiedono di affrontare la missione sfruttando un altro approccio. Com’è facile intuire, quindi, Desperados III può contare su un fattore rigiocabilità notevole che sprona i maniaci del perfezionismo a rigiocare almeno un paio di volte le missioni per sfruttare metodi alternativi grazie alle varie possibilità offerte dal gameplay.

C’erano un pistolero, un dottore, un gigante, la sposa in fuga e la sciamana

Chi ha giocato Shadow Tactics: Blades of Shogun si sentirà subito a proprio agio, visto che i due giochi condividono l’interfaccia e il sistema di controllo. La visuale a volo d’uccello si controlla con la levetta analogica destra che in combinazione con il grilletto destro permette di roteare e zoomare la telecamera, il personaggio si può muovere con la levetta sinistra, il dorsale destro permette di cambiare personaggio, il dorsale sinistro di cambiare abilità, il grilletto sinistro consente di mirare per utilizzare le abilità e infine le frecce direzionali e i tasti frontali permettono di effettuare varie azioni suggerite su schermo. Durante il nostro playthrough dobbiamo ammettere che non abbiamo mai sentito la mancanza della combo mouse e tastiera, Desperados III con il pad su console funziona benissimo grazie a un sistema di controllo ben pensato e un’interfaccia sempre molto chiara e pulita. L’unico difetto lo abbiamo riscontrato nella telecamera, che avremmo preferito fosse sempre centrata in automatico sul personaggio controllato, ma bastano poche ore per abituarsi alla cosa.

I cinque personaggi possono vantare caratteristiche e abilità uniche che vanno sfruttate a dovere per avere la meglio sui nemici: John Cooper è il classico pistolero in grado di eliminare due nemici contemporaneamente con le sue pistole, di lanciare il coltello dalla distanza per un approccio più silenzioso e di utilizzare una moneta per distrarre gli avversari; Arthur ‘Doc’ McCoy è il cecchino del gruppo, capace di eliminare da lunghe distanze i nemici con il suo fucile di precisione silenziato, la sua valigetta si rivela un’utile trappola capace di accecare i nemici e le sue pozioni sono in grado di stordirli; Hector Mendoza è armato di un fucile a pompa che può colpire più avversari contemporaneamente, può piazzare Bianca, una letale trappola per orsi, e attirare l’attenzione con un fischio; Kate O’Hara è il personaggio meno letale del gruppo nonostante la sua piccola pistola, ma può usare un travestimento per infiltrarsi ovunque, per flirtare con i nemici così da distrarli e farsi inseguire da loro; infine Isabelle Moreau è la parte mistica del gruppo capace di distrarre i nemici con il suo gatto, controllare i nemici con le sue bamboline voodoo e di connetterli. Per spiegare meglio quest’ultima funzione possiamo dire che ciò che succede a un avversario succede anche a quello a lui collegato: ecco quindi che se uno viene accecato dalla valigetta di Doc anche l’altro subisce la stessa sorte, se uno viene ucciso dal pugnale di Cooper lo stesso avviene al compare. Sfruttare e unire le abilità di questi cinque personaggi apre un mare di possibilità e ben presto ci si rende conto dei numerosi modi per superare una missione.

A tratti sembra di trovarsi dinanzi a un Hitman in formato strategico in tempo reale: ecco dunque che per eliminare un nemico facciamo sembrare tutto un incidente facendogli cadere un masso sulla testa, ci impossessiamo di alcune informazioni senza uccidere l’uomo che le possiede, oppure facciamo una strage o ancora optiamo per un approccio discreto con meno vittime possibile. A prescindere dal nostro stile di gioco, la componente fondamentale di Desperados III è sempre la furtività. La pianificazione e la strategia vengono esaltate ulteriormente dalla Showdown Mode. Premendo la freccia in su del d-pad il mondo va in freeze permettendoci di pianificare le mosse di ogni singolo personaggio e di eseguirle nello stesso momento: mettiamo caso di avere 4 nemici uno vicino all’altro pronti a dare l’allarme non appena un loro compagno viene messo KO, attiviamo la modalità Showdown per dare a ogni personaggio un obiettivo e con la pressione di un solo tasto ecco che i personaggi uccidono contemporaneamente i nemici designati un attimo prima. Sfruttare la Showdown Mode al meglio risulta fondamentale nelle fasi più avanzate, visto che l’intelligenza artificiale è sempre molto ligia al dovere già al livello normale, con i nemici che vanno persino alla ricerca del loro compagno se questo è ‘misteriosamente’ scomparso.

Ad aiutarci troviamo un level design studiato divinamente, che si evolve nel tempo ed è in grado di offrire al momento giusto qualche variazione sul tema. Ecco quindi che si passa da una missione in notturna in cui sfruttare il favore delle tenebre, a un’altra dove la fitta pioggia rende il terreno fangoso e al nostro passaggio lasciamo delle impronte che attirano le attenzioni dei nemici, o ancora zone abitate dai cittadini. A tal proposito segnaliamo in Desperados III una novità rappresentata proprio dalle aree popolate dai civili, dove i nostri personaggi possono andare in giro ed esplorare l’ambiente senza problemi. In questi momenti il gioco a tratti si trasforma in un sandbox in cui origliare le conversazioni degli NPC che possono dare un suggerimento su come svolgere in modo alternativo un preciso compito.

Quello della produzione Mimimi Games è un gameplay estremamente profondo capace di dare molta soddisfazione. Giocatori occasionali siete avvertiti: Desperados III è un titolo che richiede uno studio dello scenario e dei nemici, pianificazione, e molta pazienza. Avanzare ad armi spianate non è mai la tattica giusta, ciò che viene premiato è l’azione furtiva. Talvolta il gioco rischia di cadere nel trial and error, ma è una caratteristica intrinseca del genere di appartenenza. E a proposito il nostro consiglio è di salvare spesso, visto che ci vuole un attimo ad un piano ben riuscito di saltare per la più piccola distrazione.

Piccola nota finale sul comparto tecnico: Desperados III utilizza Unity. Il motore si comporta piuttosto bene e porta a casa il suo risultato senza picchi né verso l’alto e né verso il basso. Abbiamo riscontrato durante la nostra lunga sessione un paio di bug, ma niente così grave da inficiare la nostra esperienza di gioco, è bastato ricaricare il salvataggio fatto un attimo prima per far tornare tutto alla normalità. Buono il doppiaggio in inglese, presente la traduzione dei testi in italiano.

Commento finale

La serie Desperados è tornata nel modo migliore possibile. Dopo l’ottimo Shadow Tactics: Blades of the Shogun, i ragazzi di Mimimi Games confermano la loro passione per il genere degli strategici in tempo reale e lo fanno con il ritorno di una saga storica. Desperados III è il titolo che i vecchi fan desideravano e che non possono farsi assolutamente scappare e rappresenta un’ottima occasione per i nuovi fan di fare la conoscenza con un brand storico. Il merito è tutto del gameplay in grado di regalare un senso di appagamento e di soddisfazione che pochi altri sanno fare.