
Recensione Deliver At All Costs
di: Luca SaatiChe mondo sarebbe oggi senza corrieri? Veri e propri paladini dei tempi moderni, pronti a tutto – o quasi – pur di recapitare il nostro tanto atteso pacco. Deliver At All Costs, opera prima del team svedese Far Out Games, ci mette proprio nei panni di uno di questi eroi, estremizzando il concetto di “a ogni costo” con un risultato che definire eccentrico sarebbe quasi un eufemismo.

accettare i cookie con finalità di marketing.
“We Deliver is hiring.”
Winston Green è un ragazzo come tanti: senza lavoro, con difficoltà ad arrivare a fine mese tra l’affitto e le solite spese quotidiane. Tutto cambia quando, un giorno, sente alla radio un annuncio di lavoro per la posizione di corriere presso We Deliver. Winston si adatta perfettamente al nuovo impiego, ma ben presto il suo passato torna a farsi vivo. La figura del giovane squattrinato si rivela infatti solo una facciata: dietro si nascondono segreti inimmaginabili.
Non mi dilungo oltre per evitare spoiler, ma la trama di Deliver At All Costs è senza dubbio una delle componenti meglio riuscite della produzione. Nei tre atti che la compongono c’è un po’ di tutto: personaggi ben caratterizzati, misteri, intrighi e una buona dose di umorismo, alimentata dall’assurdità delle consegne. Il tutto è immerso in un’atmosfera anni ’50, evidente in ogni dettaglio: ambientazioni, personaggi, vestiti a pois, colonna sonora rock ‘n’ roll, annunci radiofonici e persino l’interfaccia. Ogni elemento estetico e musicale richiama con coerenza quell’epoca.
We Deliver…
Dopo un breve incipit, è finalmente il momento di prendere il controllo del buon Winston e raggiungere la sede di We Deliver. Salta subito all’occhio la visuale isometrica, con la possibilità di ruotare la telecamera solo in due direzioni e non a 360°, mentre i controlli risultano classici e immediati. Una volta saliti a bordo del veicolo, basta una semplice retromarcia per finire contro un edificio e vederlo crollare a pezzi: è subito chiaro quale spirito permei la produzione di Far Out Games.
E le cose, col progredire dell’avventura, diventano sempre più assurde. Una volta assunto da We Deliver, le missioni sfiorano l’incredibile: consegne di fuochi d’artificio mentre esplodono all’impazzata, angurie marce da trasportare senza perderle, un enorme pesce spada in bilico sul cassone, ordigni militari top secret che attirano missili dell’esercito, e persino una caccia agli alieni. In Deliver At All Costs c’è davvero di tutto, e non nego che la curiosità di proseguire sia spinta più dal desiderio di scoprire fin dove si siano spinti gli sviluppatori con la loro fantasia che dal bisogno di sciogliere i nodi della trama.
Proseguendo nell’avventura, è possibile sbloccare nuove parti per il pick-up da montare nell’officina. Alcuni potenziamenti si ottengono avanzando nella storia, altri invece acquistando progetti e componenti per costruirli. Purtroppo, questi power-up non rappresentano un vero valore aggiunto all’esperienza: le missioni raramente richiedono di sfruttarli al massimo. Alcune incarichi specifici necessitano di determinati upgrade – motivo per cui vengono sbloccati in momenti chiave della trama – ma manca quel guizzo capace di rendere le missioni davvero uniche anche sul piano del gameplay.
Il problema più evidente di Deliver At All Costs è però nella sua struttura ludica, ripetitiva fino allo sfinimento. Il gioco è suddiviso in giornate: all’inizio di ogni giorno Winston si sveglia, raggiunge We Deliver in auto, cutscene che fa avanzare la trama, svolge una missione, torna alla base, affronta un’altra consegna e infine rientra a casa per chiudere la giornata. All’inizio questo loop non pesa troppo, grazie all’effetto novità e al breve tragitto casa-lavoro, ma dal secondo atto in poi la progressione inizia ad appesantirsi sensibilmente. Neppure l’assurdità delle consegne riesce più a risollevare il ritmo, facendo perdere quel senso di divertimento che caratterizzava i primi momenti.
L’open world, inoltre, risulta piuttosto fine a sé stesso. Ci sono una manciata di missioni secondarie e qualche extra sparso per la mappa, ma non mi sono mai sentito realmente incentivato a esplorare. Nemmeno lo sblocco di nuove zone a ogni atto riesce a stimolare la curiosità, sebbene sia apprezzabile il tentativo degli sviluppatori di variare l’ambientazione in base alle esigenze narrative.
… At All Costs!
Deliver At All Costs è un esperimento bizzarro, fuori dagli schemi, che riesce a colpire per stile e originalità, soprattutto nella sua messa in scena anni ’50 e nella scrittura dei suoi momenti più assurdi. L’idea di rendere il mestiere del corriere un’avventura surreale funziona, almeno inizialmente, grazie a un tono ironico e a situazioni sempre sopra le righe. Tuttavia, la struttura di gioco finisce ben presto per mostrarsi troppo ripetitiva e l’open world non offre abbastanza stimoli per mantenere alta l’attenzione. Peccato, perché con un pizzico di varietà in più, il titolo di Far Out Games avrebbe potuto essere una perla del panorama indie.