Recensione Dead Rising Deluxe Remaster
di: Luca SaatiSe ripenso a quello che è stato Dead Rising negli anni mi viene in mente solo il suo enorme spreco di potenziale. Una saga partita bene con il primo capitolo (diventato quasi un cult) ma che poi a furia di correre dietro le sue esagerazioni ha sicuramente perso la via con una serie di sequel non particolarmente brillanti. Per certi versi mi ricorda il tracollo di Saints Row, una serie partita quasi come un concorrente (meno serio) di GTA e poi finita nel dimenticatoio a furia di rincorrere una strada tutta sua fatta di armi a forma di dildi giganti e mille altre esagerazioni. La differenza è che Capcom ha capito quando fermarsi con Dead Rising e ha fatto passare ben 8 anni prima di un ritorno dei suoi non morti con un prodotto a metà tra il remake e il remaster del primo storico capitolo uscito originariamente 18 anni fa. Dead Rising Deluxe Remaster ci ricorda perché il primo capitolo è il migliore della saga e il più amato dai fan.
accettare i cookie con finalità di marketing.
Benvenuto a Willamette
Per i più giovani che non hanno mai avuto il piacere di conoscere Frank West, sappiate che Dead Rising lo seguirete mentre indaga sui misteri che hanno colpito la cittadine di Willamette, in Colorado. Arrivato in elicottero, scopre che la città è stata colpita da un qualcosa che ha trasformato i suoi abitanti in zombie. I pochi sopravvissuti sono rinchiusi nel centro commerciale, luogo in cui si svolge tutta la vicenda. Frank, in quanto fotoreporter, ha 72 ore di tempo per scoprire la causa di questa epidemia di non morti e nel mentre salvare quante più persone possibili.
Per completare la storia del gioco ci vogliono tra le 8 e le 10 ore a cui eventualmente è possibile aggiungerne qualche manciata extra per i completisti. Dead Rising, rispetto all’altra epopea zombie di Capcom che risponde al nome di Resident Evil, affronta questa tematica con molta leggerezza esagerando talvolta con situazioni e personaggi fuori di testa.
Dead Rising Deluxe Remaster è un’opera molto fedele all’originale che di base era un sandbox in cui esplorare in lungo e in largo l’area del centro commerciale e nel mentre ammazzare quanti più non morti possibile con le armi più disparate: dalle classiche mazze da baseball, armi da taglio e pistole, ad altre più esotiche come panchine, registratori di cassa, tagliaerba, carrelli della spesa, ombrelloni e così via.
Le 72 ore di tempo a disposizione di Frank non sono solo un elemento narrativo, ma parte centrale del gameplay. In qualsiasi momento con la pressione di un tasto è possibile guardare che ora sono con alcune missioni che si attiva a una precisa ora e altre che invece irrimediabilmente scadono e non sono più disponibili.
Dead Rising Deluxe Remaster introduce tutta una serie di migliorie alla quality of life del gioco originale. La possibilità di muoversi mentre si mira è un cambiamento significativo che rende i controlli più agili e meno goffi. Le mosse speciali sono state semplificate, passando dal movimento dello stick destro alla pressione dei pulsanti. Questo dà al gameplay una maggiore naturalezza e rende più facile affrontare i boss più difficili, anche se devo dire che mi aspettavo un comparto animazioni decisamente più fluido che avrebbe garantito combo più efficaci e veloci. Inoltre, la risposta alle chiamate radio e ai comandi ai sopravvissuti al seguito è stata migliorata, permettendo al giocatore di impartire istruzioni senza interrompere il movimento.
Inoltre, sono stati apportati migliorie alla durata delle armi, che ora viene mostrata chiaramente nell’HUD su schermo, e alla navigazione. La freccia poco chiara dell’originale è stata sostituita da una bussola con tanto di indicatori di distanza che aiutano il giocatore a orientarsi meglio e a individuare gli obiettivi nelle vicinanze. Questo rende più facile decidere se vale la pena deviare per salvare un sopravvissuto appena avvistato. C’è poi il salvataggio automatico che si attiva ogni volta che entra in una zona nuova che rendono l’esperienza meno frustrante e più scorrevole. Peccato per i piccoli caricamenti tra una zona e l’altra che nel 2024 non sono proprio bellissimi da vedere, sarebbe stato perfetto avere un’esperienza di gioco senza soluzione di continuità. Anche i sopravvissuti sono diventati più intelligenti, sebbene ci siano ancora piccoli problemi con i gruppi più numerosi.
Nel complesso, il gameplay di Dead Rising Deluxe Remaster offre un’esperienza di gioco più moderna e accessibile, senza snaturare l’idea attorno al videogioco originale. La sfida e la pressione del tempo che scorrono rimangono un aspetto centrale del gioco, richiedendo ancora decisioni rapide e strategiche. Ogni missione o il completamento di determinate sfide consente al protagonista di ottenere punti esperienza e salire di livello. Da buon fotoreporter quale è, Frank può anche utilizzare la sua fotocamera per scattare foto di vario tipo con cui acquisire ulteriori punti esperienza. Il level up consente di sbloccare nuove abilità e di aggiungere slot d’inventario in cui equipaggiare non solo armi, ma anche riviste o manuali che aggiungono ulteriori abilità passive.
Visivamente c’è ovviamente un netto stacco tra l’opera originale e questa Deluxe Remaster, soprattutto per quanto riguarda i modelli poligonali dei personaggi e le loro animazioni facciali. Il vero protagonista è comunque il centro commerciale Willamette Parkview, con i suoi negozi ricchi di dettagli e di elementi con cui interagire. Ci sono alcuni difetti come pop-in nelle aree più esterne che stridono un po’ e caricamenti delle texture non sempre performanti.
Shopping da Zombie
Dead Rising Deluxe Remaster si porta con sé alcuni difetti storici tipici della serie come una ripetitività di fondo e una scarsa profondità del gameplay, tuttavia è un’operazione nostalgia sicuramente riuscita. Il trattamento a metà tra il remake e il remastered che svecchia quanto basta il videogioco uscito originariamente nel 2006 su Xbox 360 portandolo a un nuovo pubblico che apprezzerà sicuramente i suoi personaggi, le sue situazioni ai limiti dell’assurdo e la sua carneficina spensierata di non morti.