Recensione Dead or Alive 5: Last Round
Sudore e sporcizia infangano il corpo delle procaci lottatrici di Dead or Alive 5: Last Round. Ma non preoccupatevi, loro rimangono bellissime. E il gioco molto divertente. Quindi correte a leggere la recensione di Console-Tribe a cura di Giorgio “Nadim” Catania!
di: Giorgio "Nadim" CataniaNinja che combattono a suon di pugni e calci. Una piattaforma petrolifera convertita in stadio all’ultima moda. Cloni di potenti guerrieri che diffondono il caos nel mondo. Ragazze con quinte abbondanti e tanti sogni per la testa. Tigri rinchiuse in gabbie del circo. Spacconi pronti a menare le mani ad ogni buona occasione. Un bar che sembra il punto di ritrovo di tutti i malviventi del pianeta. E laboratori segreti colmi di misteri.
Troverete tutto questo e molto altro in Dead or Alive 5: Last Round, l’ultima versione del noto picchiaduro firmato Team Ninja, uscito per le vecchie console e per le fiammanti PlayStation 4 e Xbox One. Un gioco che, seppur metta in risalto soprattutto le curve delle procaci protagoniste, offre un gameplay veloce e divertente e tecnico a sufficienza, nonché una grafica aggiornata. E una valanga di costumi succinti per qualsiasi lottatrice vi venga in mente…
Picchiatrici dure e sode
DOA5 propone un miscuglio di modalità molto variegato. Quella che spicca maggiormente, perlomeno all’inizio, è quella legata alla campagna. Che sviluppa una storia tanto assurda e tragicomica quanto difficile da seguire. Composta da una timeline che va a balzi, una serie di sottotrame che si incrociano tra loro attraverso filmati di intermezzo che vanno compresi un po’ alla volta, e battute e dialoghi che lasciano il tempo che trovano. Però il tutto, per quanto folle, diverte e permette di testare i vari combattenti a ritmi di tre match per volta. Se questo non bastasse ovviamente si può anche affrontare una modalità di allenamento ricchissima e curata come non mai, che permette di prendere mano con le tante combo disponibili. Anche se il titolo si adatta ai giocatori meno esperti, grazie ai suoi controlli semplici e alle meccaniche immediate, inanellare le tecniche più complesse richiede infatti una certa esperienza. Così vengono accontentati sia i nuovi arrivati che i veterani, che tra pugni, calci, prese, controprese, colpi caricati e altro ancora hanno di che divertirsi. Poi ci si può cimentare ovviamente in combattimenti in stileVersus, in una semplice modalità online – che però soffre di un po’ troppe magagne, in primis di un matchmaking che crea non poche difficoltà, in secundis di un’apparente impossibilità di stilare liste di partite già in corso, per non parlare di un lag a dir poco fastidioso – o in una speciale modalità pensata appositamente per scattare foto a due lottatori controllati dalla IA del gioco – peccato per la mancanza di qualsiasi filtro grafico. E non mancano ulteriori extra da scoprire, tra cui due personaggi aggiuntivi e qualche arena che prende forte spunto da vecchie glorie. Insomma, quantità che si accosta ad una certa qualità – multiplayer online escluso.
Curve dettagliate ma pericolose
Graficamente il lavoro fatto per questa versione è davvero molto buono. A partire da un miglioramento delle texture delle varie arene interattive, che comunque mostrano qualche elemento un po’ grezzo. Continuando poi con modelli poligonali dei combattenti rifiniti e forti di animazioni più naturali. Ammirare le varie lottatrici mentre si picchiano e si prendono a schiaffi con ninjesca furia, sporcandosi i vestiti e ricoprendosi di sudore, è un vero spettacolo per gli occhi. Specie quando si ammirano le loro migliori qualità ballonzolare con morbida elasticità, capaci di ipnotizzare anche il più ascetico dei giocatori. Anche il comparto audio non delude: musiche che gasano al punto giusto, urla e versi di dolore che fanno venire la pelle d’oca… tutto funziona come deve. Il cerchio si conclude con tempi di caricamento davvero ridotti, che in pochi istanti preparano su schermo tutto il necessario, senza alcun tipo di incertezza. E con la qualità dei 1080p e dei 60 fps. Cosa non da poco.
Gemiti e sospiri di piacevole dolore
C’è da dire che ormai DOA5 lo abbiamo visto proposto in molte salse. Per carità, a chi piacciono i picchiaduro questo non può che fare piacere. Ma in generale questa versione del gioco si rivela davvero interessante soltanto per chi ha una delle nuove console e nessuna vecchia incarnazione del titolo. Il che può comunque essere un motivo sufficiente per l’acquisto. Anche chi ha già avuto il piacere di giocarlo può importare gli acquisti precedentemente fatti dei vari DLC, cosa che potrebbe far tirare a qualcuno dei sospiri di sollievo. Presente nei negozi virtuali anche una versione free to play, che può fungere da demo a cui aggiungere eventuali pezzi che interessano – combattenti e costumi in prima linea, seppur non ad un prezzo così modico. Certo che la presenza di ulteriori contenuti aggiuntivi nemmeno troppo economici, esclusi anche dalla versione in vendita, fa storcere un po’ il naso. Ma non è poi così importante.
Ciò che conta invece è che il gioco fa il suo dovere. Propone combattimenti spettacolari, coreografici e un mucchio di circonferenze ondeggianti – per un roster davvero ricco. All’interno di arene interattive, che aggiungono un po’ di pepe ad un gameplay già di per sé abbastanza concitato. Cosa chiedere quindi di più? Magari giusto un bilanciamento un po’ più curato – seppur già migliorato rispetto al passato – e un netcode decisamente più stabile. Perché, seppur già possibile divertirsi da soli o con gli amici, giocare con gente di tutto il mondo è un’esperienza sempre allettante. Che in DOA5 però è quasi impossibile, ora come ora. Siete avvisati.