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Recensione Citizen Sleeper 2: Starward Vector

di: Simone Cantini

Se pensiamo alle sue origini, il gioco di ruolo puro nasce come racconto, un insieme di parole che prendono vita grazie alla fantasia del master e dei suoi giocatori. E tutta l’azione non è altro che uno sforzo mentale, il desiderio di rendere tangibili quegli scontri e quelle situazioni rese possibili dal semplice lancio di un paio di dadi. Ed è proprio a simili fondamenta che si ispira la new wave dei ruolistici videoludici, a partire da Disco Elysium (che non rinnega l’aspetto più giocoso ed interattivo), fino a giungere a quella che diverrà una duologia grazie a Citizen Sleeper 2: Starward Vector. E dopo aver trascorso una decina di ore in compagnia del mio/vostro Sleeper, non posso che essere ancor più felice del ritorno della creatura firmata Jump Over the Age, nome dietro al quale si nasconde Gareth Damian Martin.

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Ghost in the shell

Prima di addentrarci un pizzico all’interno della complessa narrativa di Citizen Sleeper 2: Starward Vector, è bene chiarire cosa siano gli Sleeper che danno il titolo alla serie. Nel distopico e tecnologico futuro tratteggiato da Martin, questi non sono altro che involucri robotici all’interno dei quali viene impiantata la mente di esseri umani in debito con la Essen-Arp, una delle mega corporazioni che controllano la galassia. Il motivo? Beh, lavorare fino al completo risarcimento. Si tratta di creature prive di qualsiasi diritto, meri strumenti chiamati ad operare nelle situazioni più estreme, laddove sarebbe impossibile anche solo immaginare la presenza umana.

E noi, dopo aver scelto la classe di appartenenza tra le tre disponibili, andremo ad impersonare uno di questi fantocci sensienti, che risulterà essere assai particolare rispetto ai suoi più sfortunati simili. Dopo essere sfuggiti al nostro carceriere Laine, un subdolo individuo che era riuscito a strapparci al controllo della Essen-Arp in cambio dei nostri servigi, finiremo per ritrovarci braccati all’interno di uno dei settori stellari della galassia. La nostra fuga, resa possibile grazie ad un parziale reboot della memoria operato dal nostro compagno umano Serafin, non sarà del tutto indolore, ma porterà alla luce una misteriosa entità che pare annidarsi all’interno del nostro involucro sintetico, stranamente immune al bisogno degli Stabilizzatori, il composto indispensabile alla sopravvivenza degli Sleeper, che li rende succubi dei voleri della Essen-Arp.

Un viaggio articolato e complesso quello messo in scena da Citizen Sleeper 2: Starward Vector, che mescola suggestioni cyberpunk care a Ghost in the Shell ai topoi della fantascienza letti/visti Blade Runner e soci. Coadiuvata da una scrittura di primissimo livello, e da un cast di personaggi ottimamente tratteggiato, questo viaggio verso la libertà procede in maniera più blindata e lineare rispetto alle vicende raccontante nel precedente lavoro, ma mantiene sempre altissima l’asticella qualitativa, riuscendo a catturare l’attenzione del giocatore, a patto che questi sia disposto a lasciarsi abbracciare da un modo così classico (nel vero senso del termine) di intendere i giochi di ruolo. Un viaggio che scorre spedito ed avvincente, tra relitti abbandonati alla deriva nel cosmo e colonie spaziali sull’orlo del collasso, capace di tratteggiare ancora una volta un universo sfaccettato ed affascinante.

Nel palmo di una mano

A dispetto di quello che si potrebbe pensare, Citizen Sleeper 2: Starward Vector non si limiterà a proporci linee e linee di testo, infarcite di opzioni di dialogo fini a loro stesse in chiave visual novel, ma riporterà in auge le meccaniche ludiche a base di dadi che avevano reso celebre il primo capitolo della serie. Il flow di gioco sarà suddiviso in Cicli (l’equivalente spaziale dei nostri giorni), ciascuno dei quali si aprirà con il lancio di 5 dadi, ognuno dei quali potrà essere speso per accedere alle varie attività previste dalle location di gioco. Per superarle dovremo ottenere un punteggio positivo, stando anche attenti a considerare i bonus/malus garantiti dalla classe di appartenenza del nostro Sleeper, che andranno a sommarsi al punteggio del dado selezionato per l’azione: inutile dire come un punteggio maggiore garantisca percentuali di successo maggiori.

Superare il test ci permetterà di guadagnare crediti o risorse per la nostra navicella, oppure far avanzare un particolare contatore che, una volta riempito, sbloccherà nuove location o parti della storia. Può sembrare un qualcosa di molto semplice e limitato, ma una volta entrati nel loop ci si renderà presto conto di come sia stimolante dover di volta in volta scegliere dove sia più opportuno convogliare i nostri sforzi. Da non sottovalutare, inoltre, sarà la più grande innovazione presente in Citizen Sleeper 2: Starward Vector, ovvero la gestione della nostra astronave e della sua ciurma: nel corso del gioco, difatti, sarà possibile incrociare la nostra strada con un discreto numero di personaggi (tra vecchie e nuove conoscenze), che potremo arruolare e che potranno accompagnarci durante i nostri incarichi lavorativi, andando così ad aumentare il numero di dadi disponibili per ciascun Ciclo. Già, perché adesso il nostro Sleeper potrà anche accettare peculiari incarichi che lo porteranno a viaggiare per il cosmo, e che richiederanno una dose aggiuntiva di pianificazione strategica per non risultare dei buchi nell’acqua.

Gestire le risorse in nostro possesso, pertanto, diventerà una routine da non tralasciare, e che potremo aiutare in prima persona anche indicando alla nostra ciurma quale delle tre categorie coltivare (denaro, carburante e cibo) all’inizio di ciascun Ciclo, incamerando materiale che andrà ad aggiungersi a quello eventualmente raccolto in prima persona. Tutto assume un senso quando il gioco si aprirà ai viaggi spaziali, altra novità presente in maniera marcata in questo nuovo capitolo, che permetterà di visitare un discreto numero di luoghi differenti, ognuno con le proprie storyline da raccontare e che andranno ad intrecciarsi con la main quest di gioco. Insomma, tutto è più ampio e più stratificato in Citizen Sleeper 2: Starward Vector, che pur non rinunciando alla sua essenza puramente narrativa, riesce a presentare un gameplay attivo che, per quanto volutamente rarefatto in ultima analisi, si dimostra in grado di accompagnare a dovere l’idea ludica di Gareth Damian Martin.

Suoni spaziali

E questa rarefazione diffusa permea anche il comparto artistico/tecnico del gioco, che si basa quasi interamente su schermate statiche per raccontarsi e dispiegarsi sotto gli occhi del giocatore, lasciando comunque spazio a qualche sprazzo animato. Non si tratta di un difetto vero e proprio, se calato all’interno di questo peculiare contesto ruolistico, soprattutto alla luce dell’ottimo lavoro stilistico su cui tutto si poggia, a partire dall’azzeccatissimo character design che fonde alla perfezione le suggestioni care a Masamune Shirow con le complesse linee del fumetto sci-fi transalpino. Il risultato è un’estetica assai personale e convincente, che sa ampliare a dovere la caratterizzazione del variopinto cast di personaggi che ci accompagnerà in questo viaggio tra le stelle. E lo stesso si può dire del substrato sonoro, che può vantare una serie di tracce elettroniche dai toni malinconici, un mix digitale di emozioni e sentimenti trasformati in note, evocativi segnali di vita dallo spazio profondo. Un difetto da trovare? Beh, impossibile non citare la sola presenza della lingua inglese che, vista la mole di testo che accompagna il tutto (tra l’altro non sempre semplicissimo), finirà giocoforza per tagliare fuori una corposa mole di giocatori. Il che è davvero un peccato.

Con Citizen Sleeper 2: Starward Vector, Garet Damian Martin amplia e prosegue il discorso iniziato con il precedente capitolo di questa peculiare serie ruolistica. Forte di una narrativa solidissima ed avvincente, complice anche un world building sicuramente affascinante, che ha nella figura degli Sleeper la sua punta di diamante, questo nuovo viaggio non mancherà di appassionare chi era già stato rapito dalla precedente iterazione. Sicuramente peculiare, visto il modo in cui declina il concetto di gioco di ruolo in chiave videoludica, Citizen Sleeper 2: Starward Vector è un titolo che amplia e migliora le già solide basi del suo predecessore, regalandoci un’avventura complessa ed affascinante, anche se molto esile in quanto a puro gameplay. Se amate perdervi nella lettura e non disdegnate un pizzico di strategia, ci sono comunque pochi motivi per andare in cerca della vera natura del nostro Sleeper. O meglio, ce ne sono solo se non masticate a dovere la lingua inglese.