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Recensione Chernobylite

di: Simone Cantini

Si dice che l’assassino torni sempre sul luogo del delitto, e pur non avendo fatto assolutamente niente di male con il loro Chernobyl VR Project, i ragazzi di The Farmi 51 hanno visto bene di continuare ad esplorare in maniera più interattiva la celebre Zona. Abbandonando le velleità documentaristiche della produzione precedente, di cui vi avevo già parlato a suo tempo, il team polacco torna su console con un peculiare survival ambientato proprio nel territorio che, nel lontano 1986, fece registrare il tristemente noto incidente del Reattore 4 della centrale nucleare sovietica. Il gruppo, però, sarà riuscito a mettere in piedi un’esperienza convincente? Scopriamolo subito nella recensione di Cernobylite.

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Chi è Tatyana?

No, stavolta non c’entrano assolutamente nulla i tormentoni in odor di Zelig, ma la domanda che campeggia nel titolo di questo paragrafo è la stessa che risuonerà con insistenza, per circa 15 ore, nella testa dei giocatori che si approcceranno a Cernobylite. È infatti la ricerca spasmodica della ragazza, scomparsa all’alba del disastro nucleare di cui parlavo in apertura, a spingere le azioni dell’ex scienziato igor, che dopo 30 anni dall’incidente, decide di intrufolarsi all’interno della centrale, assieme a due mercenari. Il motivo di questa decisione è da ritrovare in una foto della donna ed in alcuni sogni misteriosi, che lo hanno portato a credere che la sua fidanzata di un tempo sia ancora viva, e nascosta proprio nel complesso. Il luogo, però, non è più quello che ricordava, dato che in seguito all’incidente è emersa una particolare sostanza, la Chernobylite del titolo, responsabile di numerose mutazioni, ma che il nostro igor ha sfruttato anche per dare vita ad una pistola in grado di creare dei wormhole, che gli permettono di viaggiare nello spazio (e nel tempo, come scopriremo in seguito). Braccato da uno Stalker Oscuro e dalle forze del NAR, un esercito privato che mira ad ottenere il controllo del misterioso materiale, il nostro protagonista dovrà farsi strada all’interno della Zona, alla disperata ricerca di indizi che gli consentano di scoprire il luogo in cui Tatyana è celata. Per riuscire nell’impresa, dovrà prima allestire un rifugio ed assemblare una squadra di compagni, che rivestiranno un ruolo importantissimo nella fase finale del gioco, oltre a contribuire alla progressione, svolgendo incarichi secondari e fornendo ad Igor l’allenamento necessario per sviluppare nuove abilità. Mescolando elementi gestionali, survival, stealth e FPS, il titolo di The Farm 51 mette in piedi una storia sicuramente intrigante al punto giusto, sorretta da un cast ben delineato e da ambientazioni affascinanti, ma che paga lo scotto di un ritmo non sempre azzeccato, a causa di una certa frammentarietà dello sviluppo. Gli ingredienti per tenere incollato il giocatore fino al ben orchestrato finale (o finali, ad essere pignoli) ci sono tutti, ma purtroppo finiscono per essere diluiti all’interno di un calderone in cui non tutti gli ingredienti sono dosati, e cucinati, con la medesima perizia.

Il colpo perfetto

Dopo il breve incipit che servirà più che altro ad introdurci alla storia, Chernobylite ci trasporterà all’interno del rifugio di Igor, l’hub principale del gioco, che sarà nostro compito arricchire di strutture di produzione, ma anche di oggetti necessari al comfort dei nostri compagni d’avventura. Qua avrà libero sfogo l’anima gestionale della produzione, che ci permetterà di utilizzare i materiali rinvenuti durante le varie missioni, per costruire le apparecchiature tramite le quali potenziare e sviluppare equipaggiamenti, munizioni, viveri ed oggetti di recupero, Importante, come accennato poco sopra, sarà anche il bilanciamento ambientale delle nostre scelte, dato che dovremo tenere sempre d’occhio il livello di accoglienza della struttura, così da non sottoporre a forte stress i companion: bilanciare funzionalità ed efficienza, pertanto, diverrà fondamentale, costringendoci a scegliere sempre con oculatezza dove investire le nostre risorse. Le meccaniche messe sul piatto, sebbene abbastanza elementari, sono risultate funzionali ed in linea con l’atmosfera di gioco, con la loro influenza che si farà sempre più importante a seconda del livello di difficoltà scelto. È sempre da questo luogo che avremo anche accesso alle varie missioni, che saranno di volta in volta ambientate all’interno delle 5 macro mappe giocabili in cui è divisa la Zona. Ogni giorno avremo la possibilità di accedere ad una di quelle rese disponibili, che si divideranno sempre in 4 secondarie ed una primaria. Inutile dire come quest’ultima servirà per progredire nella storia, mentre le altre ci permetteranno di andare in cerca di oggetti ed ulteriori indizi. Man mano che recluteremo altri compagni (fino ad un massimo di 5) potremo anche decidere di impiegarli per effettuare queste sortite opzionali, così da massimizzare i risultati. Dovremo però prestare attenzione alla loro salute, sia fisica che mentale, oltre che alla loro dotazione, dato che ogni quest sarà caratterizzata da una percentuale di successo, ed il fallimento potrebbe decretare il ferimento (oppure la morte) dei nostri alleati. Ognuno di essi, inoltre, sarà legato ad Igor da un rapporto di fiducia, che verrà influenzato da alcune scelte che saremo chiamati a compiere nel gioco: inutile sottolineare come una relazione amichevole migliori l’efficienza della collaborazione, mentre un rapporto logoro potrebbe portare anche alla defezione. Ciascun personaggio, inoltre, metterà a disposizione del nostro eroe una serie di perk accessori, ottenibili spendendo i punti abilità guadagnati ad ogni passaggio di livello. Certo, lo skill tree non è molto amplio, ma le abilità presenti hanno comunque un impatto tangibile nell’economia ludica. Le scelte compiute nel gioco, inoltre, andranno anche ad influire sul mondo stesso, determinando lo sblocco di certi eventi (o annullandoli del tutto), oltre a modificare in alcuni frangenti la difficoltà generale delle missioni, fino a raggiungere il culmine, in termini di impatto, all’interno dell’ultima quest. Da questo punto di vista il team ha compiuto davvero un buonissimo lavoro, garantendo alla storia un corposo numero di snodi, che potremo comunque modificare, in caso di morte, proprio sfruttando il potere della Chernobylite, così da dare vita a versioni alternative della realtà. Le idee messe sul piatto dal team, pertanto, risultano molto intriganti sino a questo punto, ma si perdono un po’ una volta scesi materialmente in campo, a causa di una marcata ripetitività dei task richiesti, non certo aiutati dall’esiguo numero di mappe in cui potremo aggirarci (tra l’altro nemmeno molto ampie). A gestire il tutto troveremo uno stealth basilare, ma tutto sommato funzionale, a cui si accompagna però un gunplay sin troppo rozzo e abbozzato, che ci spingerà più volte ad evitare lo scontro frontale. Muoversi nell’ombra, oltre che per efficacia ludica, avrà anche un suo perché grazie alla riuscitissima ambientazione, capace di trasmettere un senso di urgenza e pericolo ad ogni nostro passo, così da rendere ancora più credibile l’agire in silenzio. Peccato per una IA nemica sin troppo grezza, con gli avversari che tradiscono una certa pigrizia comportamentale e tattica.

Società in macerie

Laddove Chernobylite si guadagna una meritatissima e più che abbondante sufficienza, è proprio a livello di pura atmosfera, con il team polacco che è riuscito a riproporre in maniera fedele ed azzeccata il decadimento della Zona. Molto, in tal senso, ha contribuito il lavoro svolto tramite il documentario per PSVR, che ha portato i ragazzi di The Farm 51 a visitare in prima persona il luogo del disastro: un’esperienza che ha trovato il suo sfogo anche in Chernobylite stesso, le cui aree di gioco rappresentano in modo estremamente fedele quello che è presente nella realtà. Il senso di abbandono e morte è palpabile ad ogni nostro passo, e sebbene le prestazioni generali (almeno su Series X) non siano sempre eccellenti, è davvero difficile sentirsi al sicuro mentre girovaghiamo tra boschi immersi nella nebbia radioattiva, o mentre esploriamo le macerie di un palazzo dell’ex Unione Sovietica. Un ruolo importante, in tal senso, lo gioca anche il tappeto sonoro della produzione, che può vantare alcune parti orchestrali efficaci e puntuali, oltre ad un’effettistica azzeccata, a cui si aggiunge un doppiaggio molto convincente, sia in inglese che in russo (tutto è sottotitolato in italiano). I difetti, pertanto, sono da ritrovare in un codice non proprio raffinato, causa di alcuni rallentamenti e freeze in occasione del caricamento di alcune zone, o in presenza dell’autosave, così come di chiusure improvvise dell’applicazione o bug in sede di doppiaggio. Lo stesso impatto grafico, se osservato con attenzione, denota alcune storture, che si traducono in texture non proprio ottimali ed in qualche compenetrazione di troppo, difetti che sono comunque mitigati dell’ottima direzione artistica generale.

Chernobylite tenta il colpo grosso, ma non riesce a tornare a casa con tutto il malloppo, a causa di qualche piccolo incidente di percorso. Il nuovo lavoro dei ragazzi di The Farm 51 è sicuramente un’esperienza originale e a tratti molto stratificata, in virtù di una buona dose di elementi ludici, capaci di movimentare il flow della progressione. Peccato che tutta questa abbondanza, considerata anche la grandezza relativa del team, abbia portato ad alcuni squilibri tra le parti, con elementi fisiologicamente più riusciti di altri. Ad un comparto gestione interessante e ad un’esplorazione claustrofobica ed azzeccata, si accompagnano difatti elementi action decisamente meno rifiniti, che finiscono per causare una certa rottura dell’atmosfera generale. Al netto di ciò, comunque, l’avventura di Igor e soci risulta appassionante e divertente da vivere, anche se la mancanza di quel guizzo in più non può che lasciare in parte insoddisfatti.