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Recensione Caveman Warriors

di: Marco Licandro

Caveman Warriors è un platform a scorrimento come quelli di una volta, caratterizzato da una struttura a livelli, con tanto di boss finale. Esso si presenta in maniera spartana e semplice, con un intro alla storia a vignette, in pieno stile Angry Birds, ed una selezione del personaggio che strizza l’occhio a Metal Slug, grazie alla componente multiplayer fino a quattro giocatori.

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La particolarità del titolo risiede nei personaggi, ognuno con peculiarità e tipologie di attacco differenti, e nella conseguente struttura dei livelli che fa sì da sfruttarle a dovere. I nemici sono variegati e ben definiti, e bisognerà osservare e capirne i pattern prima di poterli affrontare a dovere. La componente platform del titolo punta invece agli ostacoli e all’agilità, ponendosi di fronte al giocatore quasi sfidandolo ad uscire dalla sua comfort zone, e cambiare personaggio.

Il cambio di personaggio, sopratutto se giocato in singolo, è essenziale alle finalità del gioco. Il posizionamento dei nemici fa sì che siano ostici verso alcuni personaggi, e facilmente eliminabili da altri, per via di rapidità, gittata dei colpi, e abilità speciali. Stessa cosa vale per il posizionamento del terreno, a volte sopraelevato e dotato di pareti rocciose, scalabili solo da un personaggio.

Frustrante, almeno inizialmente, per via di un tutorial generico che non approfondisce sui singoli personaggi, e per un primo livello che darà immediatamente del filo da torcere. Nella nostra prova abbiamo perso tutte e 5 le vite a disposizione, dovendo ricominciare il gioco da capo. Verrebbe infatti spontaneo focalizzarsi su un singolo personaggio, e andare avanti con quello, soprattutto visto che il gioco stesso richiede una scelta iniziale.

Il giocatore deve invece provare, autonomamente, tutti i personaggi e tutte le abilità, sperimentando e fermandosi prima di compiere percorsi particolarmente ostici. Nella nostra seconda prova, abbiamo infatti scambiato i personaggi per l’evenienza, e completato con successo il primo livello senza sprecare neanche una di quelle cinque vite che, inizialmente, avevamo perso quasi senza rendercene conto.

Una difficoltà quindi che richiede padronanza dei comandi e delle abilità a disposizione, non troppo punitiva, ma al contempo non necessariamente strutturata ad hoc. Spesso la composizione dei livelli sembra infatti approssimativa, con nemici posizionati qua e la in maniera tale da ostacolare al massimo il giocatore, lasciando invece altre aree incredibilmente vuote e con una struttura platform basilare e semplicistica.

In conclusione ci troviamo di fronte ad un platform quasi amatoriale, che purtroppo non sorprende o diverte particolarmente, anzi lascia un po’ delusi per quanto riguarda la cura nelle animazioni, nel design, e nella struttura stessa dei livelli. Può sicuramente essere più divertente se giocato in multiplayer locale (visto che quello online è assente), ma in qualche modo stanca presto, e si perde nel mare di indie di spicco che vi sono al momento, non brillando per nessuna qualità in particolare, e rimanendo purtroppo ancorato al fondo della mediocrità.