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Recensione Captain Tsubasa: Rise of the New Champions

di: Simone Cantini

C’erano una volta due sportivi, due ragazzi, che andavano pazzi per il calcio. Erano un portiere ed un attaccante, le speranze chiamate Tsubasa e Genzo. Volevano sfondare e diventare campioni, per poter un giorno giocare nella squadra nazionale. Tsubasa si allenava tirando i rigori, mentre Genzo faceva altrettanto parandoli. Gli allenamenti sembravano proprio come delle partite, tanta era la classe dei due contendenti. Insomma, delle immagini che chiunque ami gli anime sportivi non potrà fare a meno di scordare, anche se forse i più vecchierelli faranno un po’ di fatica a riconoscere in questi due nomi gli Holly e Benji figli di un disastroso (per quanto amato) adattamento nostrano degli anni ’80. In qualunque modo si conoscano i due calciatori in erba, però, verrà facile trovare dei momenti di pura esaltazione in Captain Tsubasa: Rise of the New Champions.

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Che campioni Tsubasa e Genzo

La storia che è alla base di Captain Tsubasa: Rise of the New Champions si suddivide in due distinte parti, racchiuse all’interno della modalità Il Viaggio: nella prima rivivremo il terzo campionato delle scuole medie, ovviamente nei panni della Nankatsu di Tsubasa, che dovremo portare alla conquista del titolo sconfiggendo le squadre ed i calciatori più iconici della prima parte delle serie. Si tratta in realtà di una sorta di esteso tutorial, che attraverso i vari match ci permetterà di prendere confidenza con i controlli di gioco e le peculiari meccaniche che regolano lo svolgersi degli incontri. La seconda parte de Il Viaggio, invero quella più corposa ed interessante, ruoterà tutta attorno ad un personaggio inedito, che saremo noi a creare e che, una volta completato uno dei tre archi narrativi distinti, potremo esportare all’interno della nostra squadra personalizzata, da utilizzare online ed offline. Una volta impostati aspetto e ruolo del nostro protagonista, dovremo scegliere una delle tre squadre in cui farlo militare (Furano, Musashi e Toho): ognuna di esse ci aprirà un percorso differente, in cui i vari scontri calcistici saranno inframmezzati da momenti in stile visual novel, dove alcuni semplici dialoghi a risposta multipla ci permetteranno di rafforzare il legame di amicizia con i vari personaggi, oltre a garantire alcuni piccoli snodi narrativi. Tutto culminerà, poi, nella Junior Youth World Challenge, un torneo indetto da un magnate statunitense e che prenderà il posto del noto torneo mondiale giovane francese: ovviamente sarà l’occasione per mettere sul piatto tutta una serie di personaggi vecchi e nuovi, che si daranno battaglia per la conquista del titolo di campione assoluto. L’esperienza racchiusa nelle due modalità de Il Viaggio, oltre che sorrette dalla prevedibile sceneggiatura sopra le righe, ricca di colpi improbabili e tattiche al di fuori da ogni logica calcistica, è comunque appassionante per chiunque abbia apprezzato il particolare stile narrativo di Yoichi Takahashi (l’autore del manga originale), resa ancor più avvincente dall’ottima realizzazione tecnica della produzione. Sarà l’occasione per riscoprire un modo sicuramente peculiare di vedere il gioco del calcio, ma anche per tornare ad apprezzare i carismatici personaggi creati dall’autore nipponico, ognuno dotato delle proprie personali ambizioni, ma in cui è parimenti forte il senso di lealtà e sportività.

Tiger Shot vs Drive Shot

Se avete in mente di avvicinarvi a Captain Tsubasa: Rise of the New Champions con l’obiettivo di trovare un’alternativa, per quanto smaccatamente arcade, al classico binomio FIFA/PES, vi dico subito che siete ampiamente fuori strada. Per quanto privo delle velleità ruolistiche viste nei giochi che lo hanno preceduto, il lavoro prodotto da Namco Bandai poggia su delle precise ed alquanto rigide meccaniche ludiche, basate interamente sul vigore dei personaggi e, in particolare, dei portieri. Il fulcro dell’esperienza consisterà, difatti, nell’effettuare il maggior numero di tiri verso la porta, così da affievolire parata dopo parata tale indicatore: una volta che questo sarà completamente azzerato, se effettueremo uno dei tiri caricati speciali in dote ai personaggi principali, il gol sarà matematico. Cercare di segnare senza aver prima esaurito tale caratteristica, salvo alcuni momenti scriptati, sarà praticamente impossibile. Le tattiche di gioco, pertanto, non ruoteranno attorno alla costruzione di azioni volte ad insaccare la sfera, bensì alla semplice riuscita dei vari tiri. Si tratta di una scelta quanto mai peculiare, che rende in un certo senso alquanto schematiche e monotone le partite, ma che a dispetto di questa sua rigidità concettuale riesce comunque a galvanizzare in più di un’occasione gli amanti del materiale di partenza originale, grazie anche ai pregevolissimi intermezzi animati che accompagnano le giocate più iconiche e spettacolari. Il vigore citato in precedenza, però, avrà un impatto anche sullo svolgimento della partita, dato che sarà indispensabile per riuscire ad effettuare gli scatti ed i contrasti utili per recuperare la palla (ah, non esistono i falli!). Riuscire in tali giocate, inoltre, ci permetterà di riempire un’apposita barra che, una volta attivata, ci garantirà dei boost temporanei, tra cui la possibilità di caricare in maniera sensibilmente più veloce i nostri tiri speciali. Lato controlli, invece, Captain Tsubasa: Rise of the New Champions si comporta come I calcistici citati, grazie ad uno schema di comandi che ricalca in tutto e per tutto quelli già noti, così che anche i veterani del pallone possano sentirsi facilmente a proprio agio.

Road to victory

Esaurito il discorso gameplay sul campo, è giunto il momento di parlare della crescita del nostro personaggio unico, che si basa su di una impostazione di tipo prettamente ruolistico, seppur un po’ troppo farraginosa. Ad ogni incontro disputato, difatti, verremo ricompensati con certo numero di punti, che potremo spendere per potenziare a piacimento le 5 caratteristiche base (Tecnica, Potenza, Velocità, Attacco, Difesa). Oltre a ciò, sviluppando i legami di amicizia con i personaggi ed impiegando delle carte ottenibili tramite uno shop in-game, al cui interno spendere la valuta di gioco (tranquilli, non ci sono microtransazioni), saremo in grado di sbloccare varie tecniche speciali, capaci di garantirci boost attivi e passivi, oltre a nuovi e devastanti tiri. L’idea è senza dubbio carina ed interessante, anche se influenzata da una buona dosa di aleatorietà dovuta al reperimento delle carte. Sarà inoltre importante scegliere bene il modo in cui potenziare il nostro alter ego, dato che una volta terminato lo story mode ed averlo registrato a sistema, non potremo più upgradarlo. A meno di iniziare un nuovo arco narrativo. Finito il progresso di crescita, quindi, giungerà il momento di dare vita alla nostra squadra personale, tramite un ricco editor che ci permetterà di assemblare il dream team dei nostri sogni, che potremo personalizzare in ogni minimo aspetto, prima di lanciarci nella modalità competitiva offline ed online. In assenza di connessione potremmo dare vita a match o tornei in locale, in compagnia di amici o bot, mentre online saranno disponibili leghe ufficiali da affrontare per mezzo di partite classificate, regolamentate da dei level cap, così da evitare che le squadre siano infarcite unicamente di giocatori ultra potenti. Alla prova dei fatti il netcode si è rivelato molto solido, con un matchmaking estremamente rapido. A questo punto non resta da vedere come l’utenza reagirà sul lungo periodo.

Da schermo a schermo

Tecnicamente parlando Captain Tsubasa: Rise of the New Champions è sicuramente un bel vedere, grazie ad una resa estetica che si avvicina in maniera decisamente impressionante all’anime, ovvero il remake uscito nel 2018 in Giappone, e di recente sbarcato (con adattamento fedele) anche da noi. Ad impreziosire il tutto troviamo anche alcune sequenze animate, realizzate del medesimo studio che ha curato il recente adattamento televisivo. A spiccare sono senza dubbio gli intermezzi presenti nelle partite, capaci di esaltare in maniera efficace le giocate più spettacolari. Purtroppo, però, non è sempre tutto oro quello che luccica, dato che la produzione Namco Bandai ha anche i suoi bravi lati bui: il più evidente, se si passa sopra i limiti di gameplay citati, risiede in una gestione automatica dei compagni altamente rivedibile, che in più di un’occasione non renderà automaticamente giocabile il giocatore più vicino all’avversario in possesso della palla. Pigri sono risultati, in certi momenti, anche i comandi di tiro, situazione che ci ha portato a perdere più volte palla. Lo stesso ritmo di gioco, inoltre, risulta estremamente frammentato, vista la preponderanza delle sezioni narrative, talvolta inutilmente prolisse. Anche il frame rate, su PS4 Pro, non è esente da difetti, dato che non sono mancati sporadici scatti, anche se non tali da rendere il tutto ingiocabile. Nulla da dire sul versante audio, grazie ad un doppiaggio giapponese eccellente ed una soundtrack azzeccatissima.

 

Come ogni adattamento videoludico di manga/anime che si rispetti, anche Captain Tsubasa: Rise of the New Champions non può che trovare il suo più fidato bacino di utenza all’interno della schiera di fan dell’opera di Takahashi, i quali erano sin dal principio consapevoli di trovarsi al cospetto di un gioco di calcio decisamente atipico e particolare. Lontano da i due mostri sacri che da decenni monopolizzano il settore, il lavoro Namco Bandai ha saputo declinare in maniera action il modo di vedere il calcio dell’opera originale, anche se ha finito per imbrigliare il tutto all’interno di uno schema un po’ troppo rigido, seppur non privo di guizzi in grado di galvanizzare. A tratti ingessato e dal ritmo altalenante, Captain Tsubasa: Rise of the New Champions è comunque una produzione in grado di mettere su schermo, in forma giocabile, tematiche e ideali del lavoro di Takahashi, anche se proprio per questa sua natura solo gli aficionados potrebbero trovar dei validi motivi per intrattenersi in sua compagnia.