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Recensione Call of Duty: Black Ops Cold War

di: Marco Licandro

Coddari a rapporto. Eccoci di nuovo sul campo, pronti a macellarci a vicenda tra risate ed urla nella chat, provando nuove ambientazioni, nuove mappe, ma anche riscoprendo vecchi volti ed amatissime modalità. Questo Call of Duty torna alla grande e lo fa con una ricchezza di contenuti da perderci la testa, e non solo perché ce la faranno saltare nel multiplayer (ah ah ah… violenza gratuita ovunque). Ma basta preamboli, andiamo subito al sodo: che c’è così tanto da dire che non sappiamo neanche da dove iniziare… o forse si, visto che con Black Ops Cold War è tornata l’amata Campagna.

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Bentornati anni 80!

Call of Duty è sicuramente uno di quei giochi che ti regala infinite ore di multiplayer rapido e frenetico, ma se c’è una cosa che ho sicuramente imparato ad apprezzare della saga sono le campagne single player, ed il modo in cui ti introducono in una storia che si svolge attorno alle tue armi, facendoti vivere un’esperienza adrenalinica ma al contempo profonda. Che gioia tornare negli anni 80, e vedere tutta quella “nuova” tecnologia, piena di cavi sparsi ovunque connessi a schermi a tubo catodico, nonché ammirare le ambientazioni, ma soprattutto i vestiti unici del periodo. Se non avete vissuto in quel particolare periodo storico poco ci fa, visto che non spenderemo molto tempo a godere della dolce vita, ma scenderemo direttamente sul campo, prendendo confidenza con gli strumenti di guerra dell’epoca. Come ogni buona campagna che si rispetti, non inizieremo con il fucile alla mano, ma verremo introdotti gradualmente alla storia, apprendendo lo scopo della nostra missione principalmente ascoltando, e lasciandoci guidare senza porci domande, come i bravi soldati che siamo. Avremo quindi fasi dove c’è bisogno di agire velocemente e sparare in maniera altrettanto rapida, ma anche moltissime altre dove invece l’arma non verrà toccata per niente, concentrandoci invece sullo svolgersi della trama. Queste fasi sono particolarmente interessanti in quanto avremo a disposizione una sorta di hub centrale che fa da connessione tra le varie missioni, e potremo lì scegliere se ripeterle o iniziarne di nuove, ma è anche il punto in cui dovremo esaminare le prove raccolte, o parlare con i membri del team. Benché il nostro personaggio sia sostanzialmente muto e gli venga dato un nickname generico, è molto interessante il fatto che potremo dargli comunque una forma ed un background che andrà ad intaccare attivamente il gameplay, dando al giocatore la scelta riguardante alcune perks che daranno dei benefici attivi durante la partita. Un ottimo ritorno quindi per la campagna, che però è forse meno adrenalinica rispetto ad altre della medesima saga, e che paragonata alla frenesia del multiplayer dello stesso titolo è probabilmente fin troppo lenta. Ottima scelta quindi, da parte degli sviluppatori, di dividerla in più parti e di rendere oltretutto ognuna di esse installabili e disinstallabili a piacimento, opzione grata in particolare per chi abbia carenza di spazio sulla console (tutti).

Adesso sì che si gioca

Iniziamo finalmente il multiplayer, ma quale? Call of duty: Black Ops Cold War (lunghino il titolo, eh?) ci fa scegliere, dandoci il benvenuto con una schermata con varie opzioni, andando dalla campagna, al multiplayer classico, proseguendo poi per il battle royale Warzone (da scaricare a parte), ed infine concludere con il felice ritorno della modalità Zombie, dove potremo affrontare orde di non-morti tentando il possibile di non unirci a loro causa.
La modalità Multiplayer ci farà ancora scegliere secondo svariate modalità in numerose mappe di gioco, andando dalla classica Free for All, a quella ad eliminazione a squadre, ed ancora controllo e missioni ad obiettivo, in aree gigantesche dove muoversi rapidamente ed in maniera efficace è ciò che differenzia la vittoria dalla sconfitta. Le abbiamo provate tutte, ed il feeling è sempre lo stesso: azione fluida, fluidissima, come ci ha abituato da sempre la serie, oltre che rapida ed estremamente frenetica. In particolare nelle mappe aperte vi è più possibilità di strategia, tentando di raggiungere i vari obiettivi racimolando materiale ed azionando bombe, il tutto tentando di posizionarci quanto meglio nel variegato level design, strutturato sia in orizzontale che in verticale, perfettamente creato affinché ogni avversario possa sempre trovarsi nel mirino di un altro. La bellezza della struttura di ogni mappa di Call of Duty è proprio quella di non regalare a nessun giocatore un vero e proprio riparo, risultando continuamente esposti al fuoco avversario, handicap valido anche per i nemici che, come da tradizione, si metteranno a “camperare” in un luogo, aggiungendo nulla all’obiettivo di gruppo e limitandosi ad ostacolare il team nemico. Qui il problema di sempre della serie, che non incita in nessun modo la strategia o la collaborazione tra membri della squadra, anzi premiando con replay non skippabili la “migliore partita” che consisterà nel classico camper appostato al suolo che ha avuto la fortuna di fare tre o quattro kill consecutive senza tuttavia aver mosso un dito per raggiungere l’obiettivo comune. Da qui c’è solo da fare spallucce, visto che il gioco sembra incitare questo tipo di atteggiamento, pompando l’ego di ciascun giocatore affinché vada in campo, correndo ed armato fino ai denti, nella speranza o presunzione di dirigere l’intera missione da solo così da risultare in cima alla classifica finale. Per fortuna questo non è sempre così in modalità più classiche come Controllo, dove la vittoria viene quasi praticamente garantita dal team più affiatato, pur non essendo sempre il caso e trovando sempre i giocatori che, con il sorriso stampato in faccia, correranno felici verso il fuoco avversario, ancora e ancora, in un respawn infinito di uccisioni regalo per l’altra squadra. Ma che ve lo dico a fare…

Una marea di contenuti in continua crescita, visto che a poco dal rilasciare questo articolo è uscita la nuova mappa Nuke Town, e che facciamo non la proviamo? Via per questa mappa piccola, ma sensazionale, strutturata ad arte ed in maniera perfettamente simmetrica, così da non regalare nessun vantaggio al team e mettendo a disposizione un ammontare di percorsi impressionante per la sua grandezza. E non vogliamo spoilerare, ma continuate a giocarvi in quanto il team ha inserito un easter egg particolarmente eclatante, da farvi urlare un “wooo” quando vi capiterà di innescarlo. Amate la personalizzazione? Siete fortunati, visto che le opzioni per rendere unici il vostro personaggio ed equipaggiamento sono svariate e sbloccabili in parecchi modi: dal semplice aumento di livello che darà accesso ad armi extra, ad i vari cosmetici ottenibili giocando il free to play Warzone. Quest’ultimo e Cold War saranno infatti interconnessi, raddoppiando a tutti gli effetti le ricompense di entrambi, sia su uno che sull’altro, grazie a skin esclusive ed un battle pass che avrà impatto sui due titoli. Lo store avrà poi una categoria a sé stante, visionando quanto già posseduto e potendone acquistare dell’altro, ma occhio al portafoglio!

Braaaaains… ok questa era scontata

Saranno un cliché praticamente banale e riciclato come il titolo di questa sezione, ma gliene frega a qualcuno? No. Per questo gli zombie tornano, sempre, in ogni possibile media, e continuano ad appassionarci per qualche tetro e raccapricciante motivo. Ma non pensiamo troppo ai perché: vuoi mettere sparare un bel colpo di fucile a pompa in mezzo agli occhi di un decadente non-più-umano cadavere ambulante? Dai, aggiungere questa modalità è un win-win, anche per variare dalle altre tre modalità di gioco, come se già non fossero abbastanza. Cosa aspettarci quindi? Quattro giocatori in un unico team, modalità ad ondate, costringendo la squadra a cooperare difendendo sezioni ed aprendone altre, andando da tunnel sotterranei a spazi all’aperto, passando per portali che conducono in altre dimensioni (!). Non manca niente, forse solo spirito di collaborazione, ma quello viene, tranquilli. Non per qualcosa… quanto per la difficoltà. Ondata dopo ondata, si aggiungeranno sempre più zombie, e non solo. Mutanti, esseri mostruosi, mini boss, c’è di tutto. Il vostro ego potrà gonfiarsi e gonfiarsi, vedendo il vostro team morire continuamente e voi soli mandare avanti la baracca fino alla prossima ondata resuscita-tutti, ma prima o poi scoppia anche quello. Questa non è una modalità eroe che si completa da soli e ha bisogno di gioco di squadra per vincere, o l’unica
schermata finale che vedrete sarà quella del Game Over. Persona avvisata…

In mezzo alle generazioni

Non mi sono dimenticato di un salto importante, quello generazionale. Questo titolo esce a metà tra due generazioni, ed è compatibile con una quanto con l’altra. Nel nostro caso ci è stata data una copia PS4, giocata per l’appunto su una PS4 liscia e non Pro. Il dettaglio grafico, in particolare nella campagna dove gli ambienti ristretti permettono di pompare la risoluzione senza intaccare le prestazioni, è veramente degno di nota. Sentiamo parlare tanto di effetti di luce da urlo sulle nuove generazioni, ma questo non significa che mediante alcuni trucchi del mestiere non si possano generare ambientazioni da far rimanere a bocca aperta anche sulle ormai vecchie console. Le zone di luce infatti, in particolare nelle aree buie, regalano un’aura next-gen anche sulla mia console uscita ormai nell’ormai lontano Novembre 2013, grazie a riflessi finti ma convincenti sulla telecamera che interagiscono con il cambio della visuale. La fluidità generale, come detto più volte prima, rimane invariata ed è un piacere da giocare, in particolare nelle situazioni più selvagge quali esplosioni e fuoco rapido, dando al giocatore la possibilità di avere sempre la situazione sotto controllo… ammesso che abbia la reattività necessaria richiesta dal titolo. All’uscita di PS5, abbiamo poi sborsato 5€ per fare l’upgrade dalla versione PS4 (grazie Activision…) e provare quanto già visto in glorioso 4K e… ehm ehm… 120fps. Quando ogni casa videoludica fatica per arrivare ai fatidici 4K 60fps, qui abbiamo l’opzione di abilitarne 120, ammesso che ovviamente la vostra TV li supporti. Dal punto di vista grafico, al buio ed in spazi ristretti, non si vedono enormi differenze tra le due console a parte quelle della risoluzione, che danno al tutto un look nitido e cristallino, ma è nelle scene all’aperto, in special modo nella campagna, che la versione next-gen da il meglio di sé. Aree gigantesche, perfettamente visualizzate e senza pop-up visibili a schermo, con quella luce che illumina tutto e rende gli ambienti vivi… quelle sì che vi fanno dimenticare i cinque euro aggiuntivi (…più o meno…). E se questo non vi basti, i felici possessori di PS5 saranno ancora più gioiosi al sapere che Call of Duty: Black Ops Cold War supporta magnificamente il nuovo controller DualSense. Cosa significa questo? Che avrete la sensazione di afferrare fisicamente una pistola, sentendo ogni singolo proiettile uscire dalla canna, sentendo il rinculo generato in maniera differente per ogni arma, oltre che ad avere la sensazione di premere effettivamente un grilletto, reagendo questi in maniera da offrire una resistenza quando vi sono ancora munizioni dentro. Salire su di un elicottero significherà provare ogni vibrazione del motore e delle eliche direttamente sui palmi delle mani, accrescendo a dismisura il senso di immersione fornito dal titolo, e dando quella marcia in più che effettivamente rende il gioco senza dubbio ancora più bello e divertente da giocare. Il microfono e l’altoparlante integrati vi permetteranno poi di interagire con il vostro team, sia esso composto da amici o sconosciuti, ascoltando e rispondendo direttamente dal vostro controller, senza dover interrompere la partita o girare per casa perché “dove ho messo le cuffie”, aggiungendo sicuramente valore all’esperienza generale rispetto alla controparte.

In conclusione

Che dire di più? Sarò veramente breve: Call of Duty è tornato, con i suoi pregi ed i suoi difetti, e ha tutto ciò che vi aspettate e avete già imparato ad amare. Se siete fan della saga siete probabilmente qui solo per vedere cosa ne pensiamo, visto che ci state giocando sin dal lancio e avete già la vostra opinione in merito, mentre se invece siete qui indecisi sul prenderlo, beh, a che aspettate? È un more of the same? Sì. Ci piace? Molto. E allora è deciso.