Recensione C-Smash VRS
di: Simone CantiniC’è un che di beffardo nella storia che ci ha portato a giocare, oggi, a C-Smash VRS, soprattutto se consideriamo l’iter percorso da questo storico brand giapponese. Le origini della produzione affondano nella ludoteca del Dreamcast, la sfortunata (ultima) piattaforma ludica SEGA, affondata proprio da quella arrembante PlayStation; su cui la versione in salsa virtuale di questo peculiare titolo simil sportivo si trova oggi a veleggiare, tra l’alto in esclusiva. E dopo essere stato oggetto di un deciso, quanto felice, cambio di impostazione che, grazie all’apporto di PSVR2, rende ancora più suadente ed assuefacente il lisergico mondo riportato in auge da Wolf & Wood.
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Spacco tutto!
Tutto cambia, per non cambiare affatto, ma in fondo quando le idee di partenza sono geniali e divertenti, nella loro assoluta semplicità, perché adoperarsi nell’attuare un rischioso, quanto talvolta improvvido, stravolgimento? E fortunatamente C-Smash VRS sceglie la via più azzeccata, riproponendo il classico SEGA in forma ludicamente inalterata, forte di quel bizzarro crossover tra le meccaniche dello squash e quelle di Breakout. In soldoni, il gioco ci chiederà di utilizzare una racchetta da tennis ed una sfera energetica per sbarazzarci di alcune caselle, che andranno a popolare lo stage di gioco, entro un determinato lasso di tempo. Per farlo, oltre alle nostre doti balistiche, potremo contare anche sulla possibilità di far rimbalzare la nostra pallina virtuale lungo le pareti del livello, oltre che su di un colpo speciale, in grado di trapassare intere file di blocchi, ottenibile inanellando una serie di scambi perfetti. Tutto qua, semplice ed immediato, funzionale tanto quanto in modalità singola che multiplayer (in questo caso con alcune piccole varianti del caso). Le attività single player presenti nel pacchetto si suddividono in due distinte offerte, ovvero la modalità Zen e quella classica, differenti unicamente in quanto a difficoltà di completamento: la prima ci permetterà di ripetere all’infinito il livello in cui ci troveremo bloccati, anche in caso di esaurimento del tempo limite in dotazione; la seconda, invece, abbinerà il time out al termine della partita, senza possibilità di appello alcuno. A prescindere dalla scelta effettuata, ciascuna modalità ci chiederà di superare ondate di livelli generati in maniera casuale, suddivisi in varie orbite che, se completate, ci chiederanno di affrontare una boss battle finale contro un aggressivo agglomerato cubettoso. Ciascuna ondata ci consentirà di selezionare il nostro percorso preferito, strutturato in forma di pianeti orbitanti attorno ad un nucleo centrale: i più interni offriranno un tasso di sfida più mite, mentre quelli più esterni saranno caratterizzati da una difficoltà più elevata. Ovviamente, per aggiungere un po’ di pepe al tutto, non mancheranno ostacoli da aggirare (o sfruttare per massimizzare i rimbalzi), blocchi bonus e vari modificatori, utili per rendere sempre varie e stimolanti le sessioni di gioco. La rigiocabilità è garantita dalla casualità dei vari livelli, che comunque non richiederanno più di un’oretta prima di condurci allo scontro finale. Inutile dire, quindi, come le due modalità in singolo non siano altro che una sorta di allenamento in previsione degli scontri online.
Dove siete?
La modalità online, che era già stato possibile testare in minima parte grazie alla demo distribuita qualche mese fa, giunge all’appello forte di quattro distinte opzioni, ognuna caratterizzata da obiettivi differenti, Avremo quella classica, in cui dovremo colpire i blocchi posti dietro al nostro avversario, una in cui sarà il nostro corpo a fungere da bersaglio mobile, un’altra a punti, in cui colpire le caselle più piccole ci permetterà di massimizzare il nostro score, per chiudere con la versione in salsa tennis della zona cara ai FPS. Un pacchetto sicuramente stratificato e vario, per quanto non certo esorbitante nella sua proposta complessiva, ma che è in grado di garantire un elevatissimo tasso di divertimento, in virtù della presenza di un avversario umano, unita alla bontà del gameplay. Purtroppo, però, data la natura esclusiva della produzione (a cui si aggiunge un periodo non certo adatto a produzioni VR così impegnative sul fronte fisico), il numero di giocatori disponibili è davvero esiguo e, nonostante abbia atteso qualche giorno dal day one prima di pubblicare la recensione, sono riuscito a testare pochissimo il comparto online. Situazione molto differente rispetto alla demo che, vuoi per la gratuità del test, vuoi per il rilascio in un periodo decisamente più fresco in quanto a temperature, era riuscita a farmi incrociare le racchette con un corposo numero di player, con fasi di matchmaking che non hanno mai superato la manciata di secondi. In tal senso, un approdo multipiattaforma non potrebbe che giovare alle sorti di questo divertentissimo esperimento. Salvo impreviste impennate delle vendite di PSVR2.
Non ci siamo già sentiti prima?
Una produzione, quella che risponde al nome di C-Smash VRS, di stampo puramente arcade, lontana dal voler riproporre fedelmente meccaniche e fisica del tennis tradizionale. Questo si traduce in un gameplay semplicissimo da padroneggiare, con un controller Sense demandato allo swing, mentre l’altro verrà impiegato per lo strafe del nostro avatar (nulla ci vieterà di muoverci, comunque, fisicamente nella stanza, a patto di avere sufficiente spazio). Il trigger adattivo, invece, sarà utilizzato per attivare il colpo speciale una volta che questo sarà pronto all’uso. Un set di comandi, pertanto, essenziale e funzionale, che si sposa con una fisica della palla altrettanto striminzita, in senso buono, che però in alcuni frangenti non sembra rispondere a dovere alle nostre sollecitazioni. Il team, comunque, sta rilasciando continuamente una serie di hotfix, pertanto sono molto ottimista in merito alle eventuali migliorie in tal senso. Ottimo senza riserve, invece, il comparto audiovisivo della produzione, forte di uno stile molto vicino a REZ, essenziale e psichedelica al punto giusto, grazie a colori vivaci e netti, accompagnati da geometrie essenziali e calzanti. Discorso analogo può essere applicato al sonoro, la cui soundtrack elettronica (realizzata da Ken Ishii, la mente dietro alle sonorità di REZ Infinite) ben si sposa al mood futuristico della messa in scena. A voler essere pignoli, oltre ai difetti citati in precedenza, si potrebbe avere qualcosa da ridire in merito alla sequenza che apre ciascuna partita, inutilmente ridondante, soprattutto in caso di repentino game over legato alla modalità più intransigente.
Il gioco giusto al momento sbagliato? L’esclusiva che avrebbe fatto meglio a non esserlo? Due domande che mi hanno assillato sin da quando ho avviato la mia brava copia digitale di C-Smash VRS, divertentissima incursione in salsa virtuale di un classico dell’era Dreamcast che, forse avrebbe beneficiato di un clima meno caldo, oltre che di una player base più consistente di quella attuale PSVR2, per esprimere pienamente il proprio potenziale. Al di là di queste considerazioni personali, la produzione realizzata da Wolf & Wood risulta a tratti assuefacente, complice un gameplay semplicissimo da metabolizzare, ma molto ben strutturato. Ad un comparto single player non profondissimo, ma comunque in grado di garantire un buonissimo tasso di rigiocabilità, si accompagna una componente online capace di sprigionare il pieno potenziale del titolo, ma che allo stato attuale esce ridimensionata dalla scarsità di avversari disponibili. Forza possessori di PSVR2, spendete questi 26,99 Euro: lo squash del futuro aspetta solo voi!