Recensione Bulwark: Falconeer Chronicles
di: Luca SaatiQuello di The Falconeer è uno sviluppo decisamente atipico: la saga creata da Tomas Sala ha fatto il suo debutto nel 2020 sottoforma di un videogioco di combattimenti aerei e quattro anni dopo ecco arrivare un gestionale con il nome Bulwark: Falconeer Chronicles.
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Sono passati circa 40 anni dagli eventi di The Falconeer. Si ritorna in un Grande Ursee devastato dalla guerra raccontata nel primo capitolo, in Bulwark l’obiettivo è ricostruire una civiltà ormai perduta. L’opera di Tomas Sala conferma l’abilità del suo autore di creare un qualcosa di unico, pur restando legato alle regole del genere dei gestionali cittadini.
L’idea alla base di Bulwark è molto semplice: si possono posizionare edifici e costruire muri e torri per connetterli. Non ci sono menu con una selezione di edifici o un albero tecnologico per espandersi e potenziarsi. Al contrario, tutti i potenziamenti avvengono semplicemente cliccando sugli oggetti. Il gioco si basa su un flusso di risorse e se si dispone di abbastanza risorse, gli insediamenti cresceranno.
I primi momenti del gioco si passano quindi nella costruzione di alcune torri e di un estrattore di risorse, ospitando nel mentre i primi lavoratori che automaticamente piazzeranno la loro residenza nell’insediamento. Tutti queli elementi come case e altri edifici che spuntano dai muri e dalle torri quasi come se fossero piante non si costruiscono. Appaiono da sole, dinamicamente, nel tempo. Si costruiscono muri e torri e si creano le condizioni giuste per la loro fioritura.
Dopo l’installazione degli estrattori di materiali (ferro, pietra e legno) bisogna pensare a un’espansione con un porto per aprire rotte commerciali e spostare le risorse su distanze maggiori. Ci sono inoltre le varie fazioni che si possono incontrare in modo casuale in piccoli insediamenti sparsi nella mappa e invitarli a perorare la causa. Ciò consente di demolire e spostare i loro avamposti nel vostro particolare baluardo, aumentando la fedeltà alla fazione in questione. Allo stesso modo, si possono invitare Capitani con la loro specializzazione che vanno dalle navi da guerra che possono proteggere le tratte commerciali al trattamento di uno specifico materiale.
C’è poi tutta una componente politica da gestire. Far parte di una fazione piuttosto che di un’altra porta una serie di vantaggi e anche svantaggi. Nel trattare con le altre fazioni quindi può andare bene o andare male arrivando a conseguenze estreme rappresentate dalla guerra. In Bulwark c’è persino il combattimento, ma tutto quello che si deve fare è restare vicino a un avamposto mentre le proprie forze sottomettono automaticamente il nemico. Tuttavia, una volta provocata l’ira delle altre fazioni, queste non smetteranno di inviare navi da guerra. L’unica opzione per finire il conflitto è costringerli alla resa rispondendo agli attacchi nelle città avversarie. Mancano elementi aggiuntivi di diplomazia, così come un maggiore controllo delle proprie truppe.
L’altro problema di Bulwark è che un sistema di gioco tuttosommato fresco per il genere dei gestionali, non è supportato da dei controlli all’altezza. La telecamera non si può muovere liberamente ma è strettamente legata agli edifici spostandosi dall’uno all’altro all’interno di un insediamento e, essendo sempre attiva la modalità di costruzione, il rischio di costruire muri e torri per errore è sempre dietro l’angolo. C’è la modalità di navigazione libera tramite il dirigibile, ma anche in questo caso non ci si può muovere liberamente, dovendo cliccare per attivare il movimento del veicolo.
E poi sulle prima vi è una scarsa comprensione su come proseguire. Il tutorial prende per mano il giocatore spiegando efficacemente le nozioni di base, ma successivamente lascia la mano lasciandolo con un pugno di mosche senza avere ben chiaro come sviluppare il proprio insediamento. Mi mancano le risorse, trovo un luogo dove piazzare un estrattore, ma per qualche regola del gioco mi viene impedito e non riesco a stravolgere la situazione in mio favore.
Commento finale
Bulwark: Falconeer Chronicles è un gestionale molto interessante sulla carta, ma nella pratica non riesce a esprimere il suo pieno potenziale a causa di elementi di gioco non sempre chiari e di un sistema di controllo che non fa niente per venire in contro al giocatore.