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Recensione Bulb Boy

di: Andrea "Macchiaiolo" Barbara

Negli ultimi anni abbiamo visto un fiorire di un panorama indie di notevole varietà e valore.
Spesso queste piccole produzioni vanno a pescare quelle tipologie di gioco andate in secondo o terzo piano a favore di altri generi, utilizzando stili grafici unici che tendono a dare personalità al prodotto.
E’ proprio questo il caso di Bulb Boy di Bulbware, nuovo gioco in arrivo sullo store di Nintendo Switch.

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Bulb Boy è un’avventura horror punta e clicca, che vede il protagonista, Bulb Boy appunto, scoprire al risveglio che la propria abitazione è stata infestata da forze malvagie.
Il gioco unisce sapientemente esplorazione a momenti di soluzione enigmi, sfruttando le abilità speciali del nostro atipico eroe.

Il gameplay consiste nel guidare il piccolo Bulb Boy all’interno delle stanze della propria casa (e altre zone nelle fasi successive), dove ogni stanza rappresenta in pratica un livello da risolvere tramite l’interazione con i vari oggetti che troveremo. Ad esempio nelle fasi iniziali dovremo passare attraverso una porta tenuta chiusa da un grosso ragno, interpretando correttamente il fumetto che compare sulla sua testa, capiremo che oggetti raccogliere per poter proseguire.

Come da classica avventura grafica, il grosso del gioco sarà un continuo trial and error, dove proveremo i vari oggetti raccolti con i punti di interazione che troveremo nelle varie schermate. A differenza di alcune avventure grafiche, in questo gioco è possibile morire e inizialmente lo faremo spesso.
Ovviamente non esiste un game over e il gioco semplicemente ricaricherà la partita dal checkpoint più vicino al momento della morte. Molti oggetti che troveremo nella stanza, saranno utilizzati da Bulb Boy in modi inaspettati. Il piccolo eroe infatti può svitare la propria testa, come una lampadina appunto, e farla interagire con lo scenario, facendo luce, nascondendola all’interno o altro.

Pur essendo un’avventura punta e clicca non sentiamo assolutamente la mancanza di un mouse grazie ad un semplice sistema di controllo che si rivela molto funzionale. Tramite l’analogico sinistro muoviamo il nostro eroe per lo scenario, quando questo si trova vicino ad un elemento con cui può interagire, compare una piccola freccia sopra l’oggetto incriminato. Tramite il pulsante A, possiamo a questo punto raccogliere o utilizzare l’oggetto in questione. I pulsanti L e R ci permettono di scorrere il nostro inventario e, illuminando l’oggetto desiderato, utilizzarlo sui punti di interazione dello scenario sempre con il pulsante

Come avventura punta e clicca piuttosto classica ci potevamo aspettare un controllo tramite touchscreen, da utilizzare con la console in modalità portatile. Invece per la versione Nintendo Switch gli sviluppatori hanno preferito non introdurla (il gioco è uscito anche su smartphone).
Le motivazioni dietro a questa scelta sono principalmente due.
L’intenzione di offrire un sistema di controllo unico a prescindere dalla modalità con cui stiamo utilizzando la console, ad esempio inserita nel dock o appoggiata su un tavolo.
La volontà precisa di far controllare Bulb Boy direttamente dal giocatore, per fornire maggiore immedesimazione. Il puzzle hunting, che spesso affligge le avventure grafiche, ossia la ricerca spasmodica di punti di interazione cliccando ovunque o, nel caso di un touchscreen, toccando ovunque, avrebbe ucciso questa sensazione.

Per quasi tutto il gioco, controlleremo il piccolo Bulb Boy mentre cerca i suoi familiari nella casa stregata e zone limitrofe, ma capiterà di vivere dei flashback dove vedremo il piccolo eroe in momenti di serenità.
In questi flashback sarà possibile anche controllare il nonno o lo stranissimo animale domestico, Mothdog (un incrocio tra un cane e una farfalla, “moth” appunto). I livelli dei flashback sono molto piccoli, spesso una singola schermata, ma offrono soluzioni di gameplay più fantasiose e spesso più cervellotiche.

Dove Bulb Boy cerca di distinguersi è nella veste grafica.
Come spesso accade nelle produzioni indie, l’aspetto estetico è portato all’estremo con soluzioni grafiche minimali o decisamente artistiche. Lo stile ricorda vagamente le produzioni come Adventure Time o Rick & Morty e similari, con l’uso solamente di variazioni di verde o di rosso.
Nonostante il personaggio sia muto, la sua espressività rende a meraviglia e riflette le situazioni in cui si trova. La sua espressione di terrore è bellissima, quasi quanto il suo sorriso beato quando è con il nonno.

Bulb Boy non è un gioco che vincerà chissà quali premi, o che ricorderemo tra diversi anni. E’ un gioco piccolo che non occuperà tanto del nostro tempo, ma in quel tempo ci offrirà puzzle molto avvincenti e ben congeniati e uno humour nero che sarà capace di stregarci. La capacità degli autori di creare un horror pacioccoso e divertente è una boccata di aria fresca nel tentativo disperato di creare esperienze ultrarealistiche che affligge questo settore.
Il prezzo inoltre è decisamente interessante e in linea con quanto offerto dal gioco.
In una parola: consigliato!