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Recensione Brut@l

di: Luca Saati

Non è più così semplice riuscire a farsi notare nel panorama indipendente. Ad oggi infatti abbiamo assistito a giochi di ogni tipo e gli sviluppatori indie stanno continuando a proporre qualcosa di unico pur di emergere. Brut@l ne è un esempio, Stormcloud ci propone quello che è un classico rogue like condito però da alcune scelte di design molto particolari. Ogni elemento dello scenario di Brut@l è infatti composto dai caratteri ASCII dando al gioco uno stile tutto suo e molto apprezzabile.

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Brut@l ma non troppo

Dicevamo poche righe più sopra che Brut@l appartiene al genere dei rogue like anche se non presenta quella difficoltà tipica di queste produzioni. Lo scopo del gioco è molto semplice: esplorare i 26 piani (generati in modo procedurale) di un labirinto ed affrontare il boss che si nasconde in questo dungeon. Il Game Over comporta la fine dei giochi e dovrete ricominciare tutto dall’inizio mantenendo però l’esperienza. Il livello di difficoltà è molto più permissivo rispetto ad altri esponenti del genere come Rogue Legacy, basta infatti un minimo di attenzione e una buona scorta di pozioni per riuscire ad arrivare alla fine.

Dal punto di vista del gameplay ci troviamo dinanzi a un action molto classico che alterna scontri ravvicinati con armi da mischia e un fidato scudo, e scontri dalla distanza con arco e frecce oppure con la magia. I combattimenti da distanza ravvicinata però si presentano con meccaniche troppo semplici e mancano di profondità trasformandosi in un semplice premi il tasto X (per schivare) e poi premi quadrato (per attaccare). I combattimenti a lungo andare inoltre diventano molto ripetitivi e non aiutano in tal senso neanche le quattro classi di personaggi che, fatta eccezione per il mago, sono fin troppo simili tra loro. Le quattro classi hanno anche un proprio albero delle abilità ma non basta neanche questo per differenziarli a sufficienza.

Buono invece è il level design che presenta nei livelli varie trappole, piccolissime sequenze platform e la continua ricerca di una chiave per avanzare. L’esplorazione ci permette di raccogliere non solo nuovo equipaggiamento ma anche il cibo per sfamare il proprio personaggio (la barra della fame va tenuta d’occhio) e nuovi elementi per il crafting. In questo caso i caratteri ASCII la fanno da padrone, dopo aver trovato il progetto possiamo utilizzare le lettere raccolte durante l’esplorazione per creare nuove armi. Oltre ai caratteri di colore bianco ne troviamo altri di colore blu, arancione e non solo che ci permettono di inserire delle rune magiche nelle armi così da creare spade di fuoco e così via. La parte di crafting inoltre colpisce anche la creazione delle pozioni, gli effetti di ogni singola pozione inizialmente sono a noi sconosciuti e dobbiamo testarle in prima persone per scoprire i loro effetti.

Segnaliamo inoltre la possibilità di giocare l’avventura in cooperativa insieme a un altro giocatore, feature che qualcuno potrebbe apprezzare. Infine troviamo anche un editor che permette di creare i propri livelli e di condividerli online. Tecnicamente il gioco sfrutta il motore Unity e presenta un look essenziale ma allo stesso tempo decisamente particolare. Peccato solo che a lungo andare il gioco rimane troppo simile a sé stesso dal punto di vista visivo. L’audio è anch’esso essenziale e in linea con il comparto grafico.

Commento finale

Brut@l è un titolo che presenta un concept molto interessante che però non riesce mai a esprimersi al meglio a causa di un combat system e una diversificazione delle quattro classi troppo superficiali. Davvero un peccato perché con una cura maggiore di questi aspetti ci saremmo potuti trovare un ottimo rogue like che fa dello stile il suo punto forte. Se siete fan del genere, o vi incuriosisce l’uso dei caratteri ASCII, e avete un amico con cui giocare magari potete dare una chance a Brut@l altrimenti potete farne tranquillamente a meno.