Recensione Brawlout
di: Marco LicandroOggi vi parliamo di un party fighting game, sostanzialmente un genere di combattimento strutturato per essere giocato in tanti e far casino (vedi Super Smash Bros, Playstation All Stars). Il nome, che probabilmente avrete già sentito, è Brawlout.
Particolarità di Brawlout che mi ha colpito sin dall’annuncio è il fatto di essere, almeno sulla carta, un egregio competitor dei giochi sopra citati, nonché un raccoglitore di visibilità per altri Indie games di successo, grazie alla comparsa di alcuni personaggi speciali esterni al gioco.
Ho seguito con attenzione e partecipazione il titolo, e quando è finalmente approdato su Nintendo Switch l’ho finalmente giocato. E rigiocato. Ho chiesto a diversi gruppi di amici di farsi una partita con me. Vi ho speso all’incirca un mese nel tentativo mantenere la buona opinione iniziale che avevo, ma sfortunatamente vi devo raccontare di un titolo che lascia molto amaro in bocca. Perché? Beh, non vi spetta altro che continuare a leggere.
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Una familiarità deviante
Un menù con interfaccia metro, pochi click o tap, e siamo già alla schermata di selezione del personaggio, pronti ad iniziare una nuova partita. Ci colpisce subito la schiera di personaggi bloccati, con tanto di silhouette e lucchetto, ma quelli a disposizione sembrano invitanti. Abbiamo alcuni personaggi inediti, che tuttavia non brillano per aspetto o caratterizzazione, e due provenienti da altri indie che ho personalmente amato: parliamo di Hyper Light Drifter e Guacamelee, che vi consiglio caldamente di giocare ad occhi chiusi.
Iniziamo a giocare, scegliamo la modalità tra facile medio e difficile, dove la differenza sta nel numero di scontri prima di concludere la modalità, ed anche numero di nemici da affrontare contemporaneamente. Riconosciamo subito la modalità che ha fatto scuola: un’arena sospesa in aria, una icona del personaggio con percentuale, due soli bottoni azione che variano in base al tempismo e la direzione. Specifico che è presente un tutorial che spiegherà ai neofiti le dinamiche di gioco, ma se avete fatto una partita a Smash Bros almeno una volta nella vita, saprete già di cosa stiamo parlando.
Inizia quindi il combattimento, cercando di spingere fuori dall’arena il personaggio nemico. Dopo circa un minuto vengo spinto brutalmente fuori ring, e convinto di tornare abilmente sul campo, tento un salto diagonale con azione speciale in alto… ma fallisco miseramente, e precipito nel vuoto. Questa cosa non mi scompone più di tanto, in quanto la lego all’inesperienza legata alle tecniche del nuovo gioco. Mi impunto, e scopro infatti che poco cambia tentando un approccio senza utilizzare la schivata a mezz’aria. Da soli, i salti e le azioni speciali ci sposteranno di davvero pochissimo, e la schivata a mezz’aria è il mezzo più efficace per guadagnare quei pochi cm che segnano la differenza tra la vita e la morte. Nonostante questo abbia senso sulla carta, sulla pratica risulta comunque mal bilanciato, in quanto molto spesso un pugno ben assestato può lanciarci lievemente più in la del nostro range di spostamento a mezz’aria, e nonostante le nostre migliori abilità, dovremo rassegnarci a dover precipitare nel vuoto. Questo crea frustrazione specialmente se pensiamo che può succedere anche a meno di 50% di percentuale di colpi, e la cosa già inizia a diventare sospetta. Ci rendiamo conto di come il tempismo nel colpire il nemico sia complesso da maneggiare, dovuto in particolarità alla velocità e le animazioni del personaggi, avendo il giocatore poco spazio e tempo a disposizione per reagire, come se il gioco fosse stato strutturato sull’intelligenza artificiale anziché su un umano. Continuiamo quindi una serie di scontri sbilanciati e frustranti, e dopo circa una decina ed un Continue utilizzato, riesco comunque a finire la modalità arcade singolo, e raduno un po’ di amici per giocare insieme.
Il flop del multigiocatore
“Ma i personaggi sono solo questi?”
“Ma gli schemi sono solo questi?”
“Non sto capendo niente”
“Non mi sta piacendo”
Questi sono in assoluto i quattro commenti che ho ricevuto da almeno 8 giocatori che hanno avuto una buona esperienza con Super Smash Bros, ed erano quindi avvezzi al genere e molto molto eccitati all’idea di provare Brawlout. Il sistema di sblocco personaggi è inutilmente complesso e richiede molto molto tempo di gioco. Ogni qualvolta finiremo uno scontro, il nostro personaggio prenderà punti esperienza ed aumenterà di livello. Vi à una serie di quests da completare e reclamare, come funziona sul mondo mobile, e tutto ciò potrebbe o non potrebbe darci un tipo di moneta virtuale (vedi le famose gemme, sempre presenti sui giochi gratuiti) che potremo utilizzare per acquistare delle Piñata, le quali ci daranno accesso ad un nuovo personaggio, stile, schema di gioco, e via dicendo. Il problema principale è che non vi è nessuna guida su come ottenere questa moneta, quando, ed in quale quantità, e ammetto di non essere riuscito a sbloccare quasi nulla nonostante le mie ore di gioco e partite multiplayer. Vi è anche un controsenso sull’intero fattore sblocco in quanto, per tipologia di gioco, Brawlout è estremamente ripetitivo, e manca oltretutto di qualsiasi cosa che non sia il solo combattimento in sé, come possono esserlo animazioni dello schema, interazioni, o oggetti di gioco, tutti assenti dal titolo. Variare personaggio o schema è un incentivo a giocare in quanto favorisce varietà, ma questi sono bloccati, e per sbloccarli dovrete riutilizzare gli stessi personaggi e schemi continuamente in maniera ripetitiva e stancante, fino ad ottenere abbastanza monete per sbloccarne solo uno, e ripetere così il cerchio.
Come se non bastasse, la gestione della telecamera fa concorrenza solo all’orribile esperienza che ho avuto con Star Ocean: Integrity and Faithlessness, la mia personale numero 1 nella classifica delle telecamera orrendamente integrate nel mondo di gioco. Capiterà infatti che essa deciderà di sua iniziativa di spostare l’intera visuale verso due giocatori all’estremità dello schema, proprio mentre voi venite scaraventati fuori ring esattamente dall’altra parte, costringendovi a premere tasti “a naso” per risalire, questo completamente alla cieca non potendo infatti vedere il vostro personaggio. Un gioco che sembra davvero non aver fatto beta testing, e che in multiplayer locale crea dei casini su cose anch’esse banali, come può esserlo la selezione del personaggio. Se infatti cambiaste idea sul da farsi mentre siete nella modalità selezione del personaggio con i vostri amici, e vorrete tornare al menù principale, ognuno di loro deve necessariamente premere B per deselezionare il personaggio e poter così tornare indietro. È prassi che chi possiede il gioco crei la partita ideale affinché gli altri partecipino, ma premere B significa deselezionare il vostro personaggio, e lasciare i vostri amici nella selezione ed incapacitati dal proseguire, non essendoci infatti un “giocatore 1” che ha il controllo sulla modalità della partita. Nonostante tutto, ho pensato che magari nell’online la situazione sia diversa. Vediamola insieme.
Sulla falsariga dei moba alla League of Legends, per iniziare una partita entrambi i giocatori devono, dopo essere stati matchati, accettare lo scontro premendo sull’apposito pulsante a schermo. Mai cosa più fastidiosa, visto che spesso vi toccherà attendere 30 secondi solo per sapere che l’altro giocatore ha deciso di non rispondere alla chiamata. Gli sviluppatori consigliano di stare vicini al router wifi e di avere una connessione veloce. Io, con i miei miseri 100mb di fibra, non ho potuto affrontare un match che non fosse estremamente rallentato o laggato, connettendomi la maggior parte delle volte con gente in Giappone, ed un ping quindi estremamente alto per forza di cose.
Conclusione
Devo ammetterlo con rammarico, forse per via delle mie aspettative che volevano dare speranza al titolo, ma Brawlout è un gioco con personaggi ibridi ed estremamente poco caratterizzati che tenta di imitare il re del genere con un gameplay poco funzionale e frustrante, testato almeno apparentemente sulla IA più che su giocatori reali, presenta un sacco di sbloccabili con funzione più estetica che effettiva sul gameplay, e sfoggia un multiplayer sia locale che online che semplicemente delude e non funziona. Non tutto del titolo è da buttare, e sono sicuro che molti di voi con estrema pazienza potranno trovare dei pregi nel giocarci, ma in generale il titolo sembra semplicemente un campo di prova per gli sviluppatori Angry Mob Games, ed il mio consiglio è, sfortunatamente, quello di guardare e passare oltre.