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Recensione Border Bots VR

di: Luca Saati

La realtà virtuale si conferma il migliore mezzo per quelle esperienze un po’ particolari che farebbero molta fatica a funzionare in un formato videoludico tradizionale. Border Bots VR ne è il classico esempio. Il videogioco, edito da Team17 e sviluppato da Paw Print Games è disponibile su Playstation VR2 e dispositivi della famiglia Meta Quest, presentandosi come un mix di esperienze videoludiche già vissute che funziona davvero bene.

No. 1

Border Bots VR è ambientato in uno strano mondo distopico dominato dall’intelligenza artificiale che sta vedendo un profondo cambiamento nel comportamento dei cittadini robot che sta portando un po’ di scompiglio. Proprio in questo caos entra in gioco il protagonista che è il primo essero umano assunto come agente doganale alla frontiera per controllare a uno ad uno i robot che cercano di superare il confine ed entrare in città. L’assurdità del racconto è chiara sin dall’incipit e il gioco non fa niente per nasconderla spingendo sempre più su una satira del corporativismo moderno. Ci sono anche altri personaggi che arricchiscono il sottostrato narrativo come Numero 2, eterno rivale e invidioso della popolarità del protagonista solo perché estratto come Numero 1. Insomma Border Bots VR riesce a divertire e strappare una risata con le sue situazioni ai limiti dell’assurdo merito anche di un ottimo doppiaggio in inglese e uno stile grafico cartoonesco davvero azzeccato e molto piacevole da vedere.

“Tu non puoi passare!”

Superato l’incipit narrativo, Border Bots VR mette letteralmente il giocatore a lavoro spiegando le poche e semplici regole che l’agente doganale deve rispettare. In pratica ogni giorno si devono controllare un certo numero di robot entro un tempo limite stando attenti che il modello sul permesso corrisponda alla realtà e soprattutto che il permesso non sia scaduto. Se questi due elementi sono ok, allora il robot può ricevere il nullaosta, altrimenti no.

Più passano i giorni e più le cose si complicano dato che inizieranno a esserci regole particolari da rispettare (ad esempio un robot di una determinata marca quel giorno non può ricevere l’approvazione) e soprattutto sempre più elementi da tenere sotto controllo. Se inizialmente i modelli di robot si limitano a sole tre differenti unità, mano a mano che si avanza il loro numero aumenta. Inoltre bisogna assicurarsi che il loro badge sia originale, ma spesso non si vede subito e bisogna quindi far posizionare i robot su una piattaforma per ruotarli e guardare più da vicino. E non ci vogliamo mica far mancare il contrabbando di merci illegali? Beh in quel caso sarà meglio controllare il peso, e addirittura che non ci siano modifiche corporee non dichiarate.

Tutto ciò viene introdotto gradualmente rendendo il gameplay di Border Bots VR sempre più stratificato e profondo mano a mano che si avanza e tenendo sempre alta la soglia di attenzione del giocatore con le regole diverse di giorno in giorno e i tanti elementi da controllare con situazioni talvolta al limite dell’assurdo come il contrabbando di cupcake.

Employees of the day

Per ogni valutazione corretta o sbagliata si ottengono o perdono punti con tanto di classifica tra i cinque dipendenti addetti al controllo. I punti ottenuti si tramutano in valuta utilizzabile in un negozio online tra un giorno e l’altro per acquistare potenziamenti come uno schermo aggiuntivo o ispezioni più rapide, e altri elementi estetici per il proprio appartamento dove si torna una volta finita la giornata lavorativa. Border Bots VR relega i momenti narrativi tra le sequenze nell’appartamento e altre durante le ore lavorative con la possibilità di ottenere un finale buono o cattivo in base ad alcune scelte morali che si possono intraprendere nelle circa 7 o 8 ore per arrivare ai titoli di coda.

Peccato che il team di sviluppo non abbia inserito nel gioco alcune opzioni per migliorare la cosiddetta qualità della vita del gioco. Ad esempio dal menu manca un tasto per riavviare la missione, di conseguenza un perfezionista in caso di errore dovrà uscire e ricaricare il salvataggio. Manca anche la possibilità di rigiocare una precisa missione della campagna. Inoltre sarebbe stata carina la presenza di una sorta di modalità Arcade con robot da scansionare uno dopo l’altro da affiancare alla campagna per aggiungere qualche ora extra di gameplay. Niente comunque che non si possa sistemare con qualche aggiornamento in futuro.

Commento finale

Un po’ Job Simulator e un po’ Papers, PleaseBorder Bots VR si è rivelato un’esperienza per la realtà virtuale decisamente divertente. Forse non sarà quel gioco in grado di offrire qualcosa di nuovo nel mondo della VR, ma nel compelsso si è rivelato un ottimo titolo con cui passare qualche ora di svago spensierato grazie al suo gameplay impegnativo il giusto e il suo spiccato senso dell’umorismo.