Recensione Blood Bowl 3
di: Luca SaatiBlood Bowl ha il grande merito di aver unito appassionati di football americano e Warhammer sotto un’unica bandiera e la sua trasposizione videoludica non ha fatto altro che cementare questo matrimonio. Il primo adattamento risale al 1995 su MS-DOS, e poi ci sono i videogiochi sviluppati da Cyanide risalenti al 2009 e al 2015. Quest’ultimo in particolare, Blood Bowl 2,ha raggiunto la piena maturità contenutistica con la Legendary Edition uscita due anni dopo rappresentando forse il miglior modo per avvicinarsi a questa saga spendendo una cifra relativamente bassa. E adesso arriviamo a Blood Bowl 3 che rappresenta per certi versi un nuovo punto di inizio, ma di quelli sbagliati visto che c’è puzza di GAAS a chilometri di distanza.
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Botte da orchi
Se si considera il cambio di regolamento del 2020 al gioco da tavolo, allora questo Blood Bowl 3 si può definire necessario. Per chi non conosce minimamente né la serie videoludica e né il gioco da tavolo, vi basti sapere che Blood Bowl è sostanzialmente uno strategico a turni in cui si controlla la propria squadra di football americano con l’obiettivo di portarla al touchdown e quindi segnare un punto. Un obiettivo da raggiungere a qualsiasi costo, tra colpi bassi e scontri all’ultimo sangue con le varie razze protagoniste della serie Warhammer. La buona riuscita di ogni azione, che sia essa un semplice scatto, un dribbling o un placcaggio, è determinata dal valore di una precisa caratteristica e dal tiro del dado.
Tra le novità del nuovo regolamento troviamo l’aggiunta di una nuova statistica chiamata “Capacità di passaggio” che, come suggerisce il nome, è legata alla possibilità di un giocatore di effettuare un passaggio ad un altro che a sua volta dovrà tirare un D6 (dado a sei facce) sull’agilità. Altra novità è la possibilità di fare un re-roll nel proprio turno a patto di utilizzarlo con unità diverse ogni volta. Si tratta in sostanza di piccole modifiche che però vanno a migliorare il bilanciamento dell’esperienza di gioco dato che in passato si abusava dei passaggi. Tra le altre novità troviamo nuove fazioni come gli Orchi neri e la Nobilità imperiale, nonché una serie di campagne singleplayer che aiutano ad approfondire le meccaniche di gioco. Peccato che il tutto non sia accompagnato da un’interfaccia e da dei menù all’altezza risultando, almeno su console, decisamente poco ‘pad friendly‘.
Queste campagne ruotano tutte attorno a una guerra di sponsor invitando il giocatore a creare la propria squadra e iscriverla a un torneo a eliminazione diretta. Ogni torneo viene aperto con un filmato in computer grafica a mo di spot televisivo che non farà altro che strapparvi un sorriso. Il problema è che questa campagna singleplayer sembra essere più un riempitivo per offrire qualcosa in più ai giocatori piuttosto che un valore aggiunto all’esperienza di gioco finendo con l’annoiare dopo pochissimo tempo. Se però togliamo questa campagna e mettiamo un attimo da parte la componente online al giocatore che vuole dedicarsi al singleplayer non resta praticamente niente.
E quindi passiamo all’online che almeno sulla carta dovrebbe essere il cuore pulsante di Blood Bowl 3. Diciamo sulla carta perché i server di gioco si sono dimostrati tutt’altro che stabili. Un problema questo legato a sua volta anche a chi vuole giocare in singleplayer. Il gioco infatti vi chiede di decidere se giocare online o offline a prescindere che voi vogliate dedicarvi alla campagna singleplayer o al multiplayer. Se durante una partita in singleplayer avviene dunque una disconnessione ai server, beh sappiate che verrete disconnessi dal gioco e perderete i progressi fatti durante la partita. Non c’è neanche la possibilità di salvare a partita in corso, di conseguenza una partita una volta iniziata la dovrete per forza di cose finire. Neanche mettere la console in standby vi aiuterà poiché comporta la ovvia disconnessione dai server. Giocando offline il problema si risolve, tuttavia così facendo la squadra creata non potrà essere utilizzarla in multiplayer. Una situazione a dir poco frustrante come il sistema di monetizzazione.
Blood Bowl 3 sembra infatti un gioco creato per spilare soldi ai suoi utenti. Il sistema di personalizzazione risulta molto gradevole consentendo di modificare tanti elementi: dalla grafica dei dadi, l’allenatore, le cheerleader e persino il look dei singoli giocatori. Ma ogni elemento di personalizzazione è legato alla moneta premium acquistabile solo con denaro reale e non ottenibile semplicemente giocando, almeno fin quando non verrà lanciata la prima stagione. Siamo consci che si tratta di elementi estetici che non influenzano il gameplay, ma sembra evidente l’intenzione di publisher e sviluppatore di voler spremere come agrumi i giocatori.
Visivamente non ci troviamo dinanzi al gioco che meglio sfrutta l’hardware di nuova generazione, anzi. Sicuramente ci sono più dettagli grafici ed estetici rispetto al passato, ma la sensazione è che gli sviluppatori siano andati al risparmio facendo un mega riciclo del precedente episodio senza però ottimizzare in modo perfetto il comparto tecnico visto che comunque abbiamo riscontrato qualche bug o glitch.
Commento finale
Per un gioco che esce a così tanti anni di distanza dal suo predecessore, era lecito aspettarsi molto di più da Blood Bowl 3 e invece ci siamo ritrovati dinanzi a una sorta di early access. Non basta insomma l’aggiornamento delle regole di gioco per consigliare l’acquisto del gioco, anzi il nostro suggerimento è di vedere come si evolverà l’esperienza di gioco in futuro e vedere se il team risolve le varie problematiche che coinvolgono l’intera esperienza di gioco: a partire dall’offerta contenutistica fino ad arrivare all’aggressivo sistema di monetizzazione. Se proprio non potete fare a meno di football americano e sangue o siete incuriositi dallo scoprire questo tipo di gioco, il nostro suggerimento è di puntare su Blood Bowl 2 che non solo costa meno ma con la sua Legendary Edition offre un’esperienza di gioco decisamente più completa.