Recensione Blasters of the Universe
di: Simone CantiniQuando ho acquistato il PlayStation VR non avrei mai immaginato che avrei finito con il muovermi così tanto, complici le iniziali esperienze fondamentalmente sensoriali che hanno accompagnato i primi vagiti del visore Sony. Poi è arrivato Farpoint e le cose hanno iniziato a farsi sensibilmente più movimentate, fino a giungere ad una consistente fetta delle esperienze attuali che, come nel caso di Blasters of the Universe, sono quanto di più distante ci possa essere dalla passiva immersione in mondo puramente virtuale.
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Proiettili infernali
No, nonostante il nome possa quasi trarre in inganno, He-Man e soci non sono stati oggetto di una rivisitazione tra le pareti del PlayStation VR. In Blasters of the Universe, difatti, ci ritroveremo catapultati all’interno di un fittizio videogame, in cui a fare il bello ed il cattivo tempo è un dispotico tiranno digitale. Il nostro compito sarà quello di debellare le sue forze malvage a colpi di blaster, in quello che è un frenetico e divertentissimo esempio di wave shooter fuso con meccaniche tipiche dei bullet hell. Tutta l’esperienza si articolerà lungo quattro livelli, invero un po’ pochini oltre che non particolarmente estesi in quanto a durata. Sarebbe però un errore fermarsi alle apparenze, dato che di carne al fuoco, vista anche la tipologia di gioco, ce ne è a sufficienza per divertire a dovere. A dispetto della decina di minuti circa che servono per arrivare a sconfiggere il boss di ciascuno stage, l’osticità generale renderà davvero arduo superare ciascun livello al primo tentativo, soprattutto se optiamo di giocare alla difficoltà infernale (è presente un settaggio più soft, anche se il nome non deve trarre troppo in inganno!). È qua che Blasters of the Universe si concede il lusso di sfoggiare un pizzico di roguelike, visto che giocare ci permetterà di accedere ad un ampio set di personalizzazioni per la nostra arma da fuoco e per lo scudo ricaricabile che abbiamo in dotazione. Questi, gestiti tramite una coppia di Move, potranno essere modificati in un numero impressionante di modi, andando ad agire sulla tipologia di proiettili, ampiezza del caricatore, velocità di fuoco, danno e molto altro ancora, in quello che è un complesso e versatile sistema di crafting capace di adattarsi ad ogni tipologia di giocatore. Sarà possibile, inoltre, sperimentare on the fly le modifiche apportate prima di accedere ad ogni livello, grazie ad un pratico poligono di tiro che accompagnerà l’hub centrale di gioco.
Danza mortale
Qualunque sia la nostra dotazione, una volta scesi in campo dovremo “semplicemente” destreggiarci attraverso un corposo numero di nemici, evitando accuratamente i proiettili che ci vomiteranno addosso tramite pattern sempre complessi e stimolanti, tenendo bene a mente che sarà però soltanto la nostra testa ad essere vulnerabile. Diventerà necessario alternare con rapidità fulminee parate con lo scudo, accovacciamenti, schivate e precisi colpi di blaster, in quello che dopo pochi istanti si tramuterà in un esaltante balletto per la sopravvivenza. La varietà dei nemici e le loro tattiche sono molteplici, nonostante il numero esiguo di stage, così come interessanti sono risultati i boss che chiudono le varie ondate. Una volta esaurita la breve esperienza blandamente story driven, Blasters of the Universe non sarà comunque da buttare, dato che avremo a disposizione una classica modalità infinita, classifiche online ed alcune sfide davvero toste che si aggiorneranno con il passare dei giorni. Certo, un numero di stage più elevato sarebbe stato comunque il benvenuto, ma considerando anche il prezzo concorrenziale (per il panorama VR) a cui il pacchetto è proposto, c’è davvero poco di cui lamentarsi. Soprattutto in virtù del divertimento che la produzione Secret Location è in grado di garantire. Gradevole il comparto estetico, ricamato attorno a suggestione acide tipicamente anni ’90, mentre è risultato quanto mai anonimo il comparto audio. Un’ultima avvertenza: visto che dobbiamo muoverci molto, assicuratevi di avere spazio libero a sufficienza prima di iniziare a danzare tra i proiettili!
Soffermarsi al risicato numero di stage potrebbe trarre rovinosamente in inganno, visto che valutare l’esperienza offerta da Blasters of the Universe soltanto su queste basi finirebbe per non rendere giustizia al lavoro di Secret Location. Sviscerare e sbloccare ogni segreto che la produzione ha da offrire, difatti, va ben oltre il semplice completamento dei quattro livelli (impresa comunque tutt’altro che scontata), visto l’ingente numero di personalizzazioni a cui è possibile accedere. Così come non è da sottovalutare la presenza della modalità enldess e delle classifiche online che, data la natura fortemente arcade del titolo, finiscono per essere un quid in grado di fare davvero la differenza. Se non avete paura di muovervi come forsennati, non ci sono davvero motivi validi che possano tenervi lontani da Blasters o f the Universe.